Capitolo 18

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Jack

Sento chiedere a Tom se Jessie torna con loro.

"No, torna con me."

Certo che torna con me. Salutiamo e ci avviamo al posteggio saliamo in auto, accendo per partire mentre Jessie si lamenta del ballo, è così buffa non riesco a non ridere.

Mentre lei parla ripenso alle nostre mani intrecciate, a come è morbida la sua mano, e al brivido che ha attraversato il mio corpo quando la nostra pelle ènuovamente a contatto.

Siamo quasi arrivati e non voglio che la serata finisca così, voglio sentirla ancora e con un gesto impulsivo riprendo la sua mano nella mia.

La guardo di sottecchi che trattiene il fiato, si gira lentamente verso di me ma ancora una volta lascia la sua mano nella mia.

Le accarezzo il dorso ma non appena imbocco la strada di casa sua, decido di portarla ancora una volta alla mia bocca, chissà quando potrò rifare tutto questo penso, e allora ne voglio approfittare.

Molto probabilmente domani ritornerà tutto freddo come prima ma la serata non è ancora finita e voglio godermela.

Inaspettatamente sento il suo dito accarezzare le mie labbra, e non resisto esco la lingua e sfioro le sue dita affusolate.

La sento trattenere il fiato.

Il mio inguine pulsa, cazzo, quanto la voglio.

Le lascio la mano per posteggiare velocemente mi volto verso di lei e le prendo il viso tra le mani.

I suoi occhi verdi mi incantano, il suo dolce fiato mi inebria, sto per perdere la testa.

"Quanto ti vorrei baciare", la voce mi esce così graffiante che neanche la riconosco come mia.

Le accarezzo un labbro e lei, la mia piccola tigre, ricambia il mio gesto di poco prima. Non appena sento la sua lingua sfiorare le mie dita non capisco più nulla.

"Giuro che darei di tutto per farlo" si venderei pure la mia anima al diavolo, per poter riassaggiare il suo sapore ancora una volta.

Mi avvicino ancora un po', vorrei divorarla niente di dolce o romantico, mi sento un animale, mi sento perso... ma devo resistere.

Mi obbligo a farlo mentre i suoi occhi mi supplicano di baciarla, ma non potrei sopportare di vedere domani il pentimento in quegli occhi che ora mi bruciano l'anima.

"Dobbiamo resistere" mi obbligo a dire spiegandole il motivo, la vedo lottare con se stessa, mi desidera ed è meraviglioso saperlo.

Cerco di pensare ai passi avanti fatti questa sera mentre mi allontano lentamente da lei, mi volto afferrando il volante, ho bisogno di tenere la mani impegnate e lontane da lei.

Lei è immobile, so che l'ho delusa ma è giusto così, credo sia una delle cose più difficili che abbia mai fatto quello di trattenermi.

Credo di non averlo mai fatto in vita mia, di resistere ad un mio impulso, ho sempre avuto le donne ai miei piedi, e sinceramente di loro non mi è mai neanche importato niente, solo di lei della mia piccola Logan.

Vederla così intenta a fissarmi mi agita.

"Ti prego Jessie, aiutami."

Alle mie parole e come se l'avessi schiaffeggiata, "hai ragione, ci vediamo domani" le sento dire mentre fugge dalla mia auto, chiudendosi dentro casa.

Stringo il volante pregando che domani mi perdoni per averla rifiutata, ma non potevo rischiare la conosco troppo bene, domani mi avrebbe odiato e avrebbe odiato anche se stessa.

Mi sento felice l'ho toccata, ho assaporato la sua pelle dopo dieci interminabili anni, siamo stati bene, il che non era facile visto il teatrino di mia madre di oggi a pranzo.

E pensare che avrei voluto annullare l'impegno, ora sono davvero contento di essere venuto di averle detto quelle cose in auto mentre andavamo al cinema, mi sento più libero.

Da domani posso pensare a come riconquistarla se tutto va bene.

Non so come sono nel mio letto e continuo a pensare a lei, alle sue labbra a pochi millimetri dalle mie, al suo corpo fantastico avvolto da quel vestitino a fiori che le avrei strappato di dosso, sono ancora eccitato.

La sveglia del mattino non è mai stata accolta cosi felicemente a breve la rivedrò e nonostante la paura che mi odi per come ci siamo lasciati ieri sera, il desiderio di rivederla è più forte.

Senza perdere tempo sono già in auto, mi sono vestito velocemente con un jeans e una camicia azzurra con le maniche arrotolate sugli avambracci.

Guardo il piccolo tatuaggio che mi ero fatto alla fine di quell'estate, sul polso sinistro, sono due ancore che finisco nelle nostre iniziali.

Inforco gli occhiali e mi dico o la va o la spacca, sono sempre più convinto che io voglio lei non mi importa di nulla neanche dei miei io voglio lei.

Finalmente arrivo a destinazione le mando un messaggio per informarla del mio arrivo e dopo pochi minuti la vedo camminare verso di me.

Purtroppo indossa anche lei gli occhiali da sole, e non posso vedere i suoi occhi, noto però che è un po' rigida brutto segno, speriamo sia agitata come me per il fatto di rivederci.

Sale in auto, cerco di metterla a suo agio sorridendole.

"Ciao Jessie" inizio calmo, ma lei mi spiazza dicendomi.

"Non sono pentita per ieri."

Rilascio il fiato trattenuto.

"Hai ragione tu, dobbiamo andare piano, è strana questa cosa tra noi" dice indicandoci.

Mi tolgo gli occhiali e mi avvicino per fare lo stesso a lei, noto che si allontana un po' ma mi lascia comunque fare, voglio vederla negli occhi, prima di risponderle.

"Okay, se sei d'accordo stasera ne potremmo parlare magari a cena?"

Le propongo. Le metto un dito sotto il mento alzandole il viso e oltre all'imbarazzo e ad un po' di paura di accettare la mia proposta per il resto non vedo nulla di cui debba preoccuparmi. Mi sento già meglio è andata bene penso.

"Okay" mi risponde decisa, le sorrido.

"Bene, allora abbiamo un appuntamento."

Mi guarda con sfida "già sembra proprio di si."

Mi piace il suo sguardo, mi piace quando ci pizzichiamo.

"Vuol dire che dovrò pagare io" sorride
"bene a sapersi."

Le sorrido anche io, "sei bellissima"
le dico serio. Arrossisce e distoglie lo sguardo.

"Sarà meglio andare, sei pronta per il ballo?"

Sbuffa.

"Odio tua sorella" dice imbronciandosi, e ancora una volta rido e capisco che non ridevo così tanto da molto molto tempo forse, forse dieci anni.

Voglio il lieto fine!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora