Capitolo 43

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Jessie 

Dopo aver osservato per un po' il punto in cui l'auto di Jack è sparita, torno nel locale, mi lascio cadere sulla sedia.

La testa mi gira, non può essere continuo a pensare ci sarà una spiegazione logica.

Non è possibile che lo stesso uomo che ha fatto l'amore con me con così tanto ardore, ora sia venuto a prendere un'altra, soprattutto lei, e poi davanti ai miei occhi.

Rivedo la scena di lei che lo bacia e corro in bagno a vomitare. Mi sciacquo il viso, devo resistere fino a casa, penso, è tutto un equivoco ne sono certa.

Cerco di convincermi, ma il mio cuore non è d'accordo con la mia testa mentre lo sento stringersi sempre più.

Mi guardo allo specchio e vedo il mio viso stravolto, smettila Jessie, sento la mia coscienza, conosci quell'uomo ieri era sincero, non avrebbe potuto prenderti in giro così, non a te.

Ma lo ha già fatto.

No ti sbagli ti ha spiegato cosa era accaduto, ora torni a ballare e a divertirti e domani parli con lui, ma sta tranquilla ci sarà sicuramente qualcosa sotto a tutta questa brutta storia.

Torno al tavolo e cerco il mio telefono, nessuna chiamata, provo a chiamarlo io, ma niente non risponde.

Sarà impegnato a scopare, penso, ma subito mi riprendo, no no e no.

Non voglio farmi fregare da quella, gli concederò il beneficio del dubbio, ho speso troppo tempo e dolore in questa storia per lasciarmi andare allo sconforto per quello che ho visto.

Con il cuore ancora un po' dolorante decido allora di tornare a ballare e a divertirmi, sicuramente tutto si risolverà mi dico.

Vedo un ragazzo avvicinarsi a me "sei bellissima."

"Grazie" gli sorrido e lascio che balli con me, lascio che le sue attenzioni mi aiutino a dimenticarmi del ghigno di Mary.

Ha fine serata, sono ubriaca ed esausta e così anche le mie amiche, non ho più pensato a quello che è successo ed ora sorrido a vedere Mia completamente ubriaca che dorme su un divano, quando glielo racconterò domani mattina morirà dalla vergogna.

Chiamo il nostro autista per farci riaccompagnare a casa.

Una volta chiuso con lui noto che non ho nessuna chiamata o messaggio, il dolore torna a farsi sentire, ma cerco di non farvi caso, come ho fatto per tutto il resto della serata.

Però almeno una cavolo di chiamata poteva farla, sbuffo infastidita.

Osservo il telefono e non resisto premo il tasto avvia e lo chiamo di nuovo, ma niente.

Che combini Jack?

Riposo il telefono, e aiuto Mia ad alzarsi per raggiungere la limousine.

Finalmente siamo a casa di Mia e grazie all'aiuto dell'autista la faccio stendere sul suo letto.

Rimaste sole la cambio per poi fare lo stesso con me.

Mi trascino in bagno e vedo nel mio riflesso che tutta la felicità della mattina è stata sostituita dal dolore.

Perché non mi chiami?

Perché non mi rispondi?

Continuo a ripetermi che domani si aggiusterà tutto, perche parlerò con lui, e mi spiegherà tutto.

Sento le lacrime pizzicati gli occhi ma non piangerò, non questa volta.

Mi stendo vicino alla mia amica e lascio che il sonno attenui il mio dolore.

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