Capitolo 8

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Jessie

"Spero che quei due capiscano, presto, di essere fatti l'uno per l'altra" dico ad alta voce, appena entrata in casa mia.

"Penso di dover prendere un cane questo parlare da sola mi fa sembrare pazza."

Forse perché lo sei.

"Grazie davvero mi ci vuole una coscienza incoraggiante."

Stai ancora parlando sola.

"Sono un caso disperato, parlo sola e chiamo persone nel cuore della notte dimenticandomene al mattino."

Allargo le braccia e le lascio cadere lungo i miei fianchi.

Mi dirigo mestamente in bagno e dopo una bella doccia indosso la mia tuta preferita, blu notte con una stella brillante sulla schiena, e così morbida e calda, riesce a confortarmi.

Vado in cucina apro il frigo e non ho granché da mangiare, storcendo il naso lo richiudo e prendo il necessario per preparare degli spaghetti al sugo di pomodoro.

Dopo pranzo, mi sento molto meglio, almeno il mio stomaco è contento, perché per il resto sono ancora in subbuglio.

La mia mente continua a ripetermi che rivedrò Jack, e nelle orecchie sento ancora la sua voce al telefono che mi intima di parlare. Era così roca, anche al telefono, e dopo tutto questo tempo, mi ha fatto tremare, come avrei voluto averlo davvero davanti, mi lamento.

Mi sistemo meglio sui morbidi cuscini del mio divano, prendo una coperta bianca, che avevo lasciato sul pouf davanti al divano e accendo la tv. Per distrarmi cerco qualcosa da vedere, continuo a cambiare canale perché in realtà non presto molto attenzione a quello che viene trasmesso, per un attimo chiudo gli occhi e mi faccio trasportare dai ricordi di lui e di noi.

Sprofondo in un sonno agitato e all'improvviso vengo svegliata da qualcuno che sbatte pugni alla porta di casa mia. Sembra la voglia buttare giù.

"Arrivo!"

Urlo alzandomi dal divano e noto che il sole è già tramontato.

"Ma quanto ho dormito?"

Apro la porta e Sara entra spingendomi.

"Questo cartone è caldo!"

"Ehi, ma che modi" la guardo infastidita, ma il buon odorino che arriva dal cartone mi fa dimenticare tutto.

"Ti perdono solo, perché questo è profumo di pizza. Ah che meraviglia!"

"Davvero? Mi perdoni? E potrei sapere per cosa sua maestà?" La vedo posare gli scatoloni sul tavolo, indossa anche lei una tuta total black, i suoi meravigliosi capelli sono stretti in una coda di cavallo e noto che è molto felice.

"Stavo dormendo e mi hai svegliata malamente con quel baccano..." indico la porta.

"A quest'ora?"

"Sono le sette di sera" fa eco Eric, che nel frattempo era anche lui entrato in casa con una deliziosa torta al cioccolato tra le mani. Lo guardo scioccata.

"Impossibile! Ho chiuso gli occhi un attimo, forse due" mi guardo intorno in cerca dell'orologio, anche se so che è vero visto il buio che c'è fuori. Pazienza tanto non avevo niente da fare.

"Perdono anche te amore."

Vado da Eric e prendo la torta dalle sue mani.

"Come mai tutte queste bontà?"

Li osservo sospettosa.

"Beh..." risponde Eric titubante "pensavamo avessi bisogno di conforto visto la figura che hai fatto ieri, telefonando a chi sai tu."

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