Capitolo 49

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Jack

La guardo allontanarsi da me furiosa.
Lei furiosa, io sono furioso e pure deluso, ha un fidanzato, un cazzo di fidanzato di cui si è dimenticata di parlarmi.

Avevo creduto a quello che mi aveva detto, avevo creduto che come me non era riuscita a trovare nessun altro e invece erano tutte bugie le sue.

Mi sono convinto che l'abbia fatto per vendicarsi per come l'avevo trattata, e c'è riuscita, in pieno devo dire.

Quando le ho sentito dire che quello era il suo fidanzato, mi sono sentito trafiggere il cuore. Con quale coraggio ora mi rimprovera e mi parla in questo modo, magari mi ha anche mentito sul fatto di essere vergine.
No, questo no, ok che sono arrabbiato ma sono certo che fosse vergine, riprovo le emozioni di quella notte, di quando ho sentito quella piccola resistenza e mi sono sentito fiero di poter essere il primo.

I suoi occhi che brillavano mi tornano in mente dannandomi, come è possibile che stesse mentendo, mi tormento.

Continuo a salutare senza far caso a chi ho davanti, e sento la tensione aumentare, tra poco sarò solo con lei, fino a qualche ora fa avrei dato tutto per poter andare via con lei a parlare senza nessuno che ci disturbasse e ora invece vorrei rimanere in questo locale per sempre.

Non riesco ad uscire, non voglio trovarmi le sue labbra davanti senza poterle più baciare. Mi maledico per i miei pensieri e prendo un grande respiro per poi avviarmi fuori, sulla porta incontro il tipo con l'altra ragazza che non conosco.

"Se le fai del male te la farò pagare."
Mi dice serio, mentre passa il braccio sulle spalle della ragazza.

"Come scusa?" Gli chiedo, stringendo i pugni che mi prudono.

"In bocca al lupo" mi dice invece la ragazza, indicandomi Jessie, che mi aspetta appoggiata alla mia auto.
Non capisco questi due, è stato strano, ma non ho tempo da perdere con loro.

Arrivo al posteggio e la guardo fissarsi le scarpe.

"Non apri?" Mi domanda alzando gli occhi.

"Non penso sia il caso di andare via insieme." Le dico guardando l'ingresso del locale, che con mio grande stupore è vuoto, i ragazzi sono andati via. Se lei fosse stata mia non l'avrei mai fatta andare via con un altro.

"Vuoi lasciarmi qua?" Mi domanda lei incredula.

"Penso tu abbia chi ti dia un passaggio."
Le dico mentre apro la macchina.

"Non ho nessuno, sono andati tutti via."
Mi precisa aprendo la portiera.

La osservo salire in auto e mi prendo qualche altro momento per respirare e cercare di togliermi quel nodo che mi stringe la gola.

"Hai intenzione di restare qui?"

Le sento dire da dentro, beh, non sarebbe male, le vorrei dire e invece dico, salendo:

"e la tua auto?"

"Non ce l'ho, visto che dovevo tornare con te non mi serviva." Dice ovvia.

"Comunque vuoi davvero parlare di questo?" Vedo che è stanca.

"No, andiamo."

Rassegnato accendo ed esco dal posteggio, il suo profumo mi inebria, e penso che non sarà affatto facile lasciarla andar via.

Mi guardo intorno e non ho idea di dove andare, non voglio portarla a casa mia, non voglio che i bei momenti che abbiamo passato insieme vengano sporcati dal suo addio.

Sono fermo, indeciso su dove andare, quando le sento dire tranquillamente.

"A casa tua", mi giro per capire se stia scherzando, ma lei sta osservando fuori dal finestrino, quindi non riesco a vederle gli occhi.

Decido di fare come mi dice, e imbocco la strada per casa mia, stiamo entrambi in silenzio, io guardo la strada dritta davanti a me e lei continua a guardare fuori dal finestrino.

Sento la sua tensione mischiarsi con la mia, che aumenta ad ogni metro che mi avvicina al momento in cui lei mi dirà che non mi vuole più.

Muoio dentro sapendo che non potrò più starle così vicino, perché mi stai facendo questo Jessie? Perché vuoi ferirmi dicendomi negli occhi che non mi ami più?

Stringo il volante, ho la testa che mi scoppia per i pensieri che l'affollano mentre il desiderio di ribellarmi a tutto questo si fa strada dentro di me.

Io non voglio lasciarla andare.

Io non voglio che sia di un altro.

Io non voglio vivere senza di lei.

Mi giro verso di lei e vedo che si è girata a guardarmi, non riesco a decifrare il suo sguardo, forse per la prima volta nella nostra vita.
Il mio stato d'animo non mi permette di capire cosa vuole dirmi con quei meravigliosi occhi verdi, ma io invece so cosa voglio dirle.

Non mi arrenderò non gli renderò la decisione facile. Preparati Jessie lotterò per tenerti con me.

Intravedo casa mia alla mia destra, posteggio e spengo la macchina.

"Arrivati" dico non volendo, lei non mi risponde, apre lo sportello e scende.

Si avvia verso casa mia senza neanche aspettarmi, ed io resto un attimo li ad osservarla, mentre ondeggia su quei tacchi a spillo che accendono le mie fantasie.

Mi libero di quei pensieri, non è il momento, spero lo sia più tardi, mi auguro per la prima volta da quando siamo partiti dal locale.

La raggiungo all'ingresso e apro la porta aspettando che entri per prima, non parliamo, non è il momento.

Anche in ascensore continua il silenzio tra noi, osservo i numeri cambiare e penso a cosa dovrò dirle per convincerla a restare.

Il suono del campanello e come il gong prima di un incontro, la sento sospirare, mentre esco per primo dall'ascensore, ho bisogno di distanza, mi confonde averla vicina e io devo raccogliere i miei pensieri perché forse questa è la serata più importante della mia vita.

Apro la porta di casa, accendo le luci e poggio le mie cose sul tavolo, la sento chiudere la porta e all'improvviso la stanza mi sembra piccolissima.

La sento ovunque, le immagini di noi mi scorrono davanti gli occhi e non so cosa fare né cosa dire, riesco solo a pensare che siamo arrivati al capolinea.

La vedo avvicinarsi alla vetrata e rimanere lì ad osservare fuori senza pronunciare parola.
La luce della luna la illumina, la sua bellezza mi mozza il fiato.

Cerco disperatamente qualcosa da dire mentre mi tolgo giacca e cravatta per poi lanciarle sulla poltrona.

"Mi mancherà questo panorama è davvero da mozzafiato."

Le dico restando vicino al divano e guardando la sua figura davanti a me.

"Sì" mi risponde lei pensando mi riferissi alla città. Vorrei capire cosa le passa per la testa in questo momento, non capisco perché sia voluta venire a casa mia.

Il desiderio di prenderla fra le mie braccia mi fa mancare il fiato, perché deve essere sempre complicato tra noi.

Perché non appena la sento mia, succede qualcosa per cui la perdo.

Sento gli occhi pizzicarmi, vorrei lasciarmi andare per una volta, perché anche se sono un uomo, lei è il motivo per cui varrebbe la pena piangere, perché lei è l'amore della mia vita.

Tante domande vorrebbero trovare risposta, il perché non mi abbia detto del fidanzato, il perché si sia concessa a me se aveva già un altro.

Forse è giunto il momento di chiarirci, apro la bocca per parlare ma nessun suono viene fuori, sento invece la consapevolezza che nel silenzio, posso ancora far finta che sia mia.

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