Roma, Venerdì 22 Luglio 2011
Ero riuscito a ricominciare a mangiare. Mi ero ripromesso di non cadere di nuovo in quel doloroso vortice. Non volevo e non potevo farlo, non più. Cris e Mika erano riusciti a convincermi ad andare da un medico, che mi aveva semplicemente segnato una "dieta", se così si poteva chiamare, visto che dovevo mangiare ogni giorno ed anche troppo, ed alcuni sali minerali. Per fortuna, però stava andando tutto bene. Anche se Michael, intanto, era dovuto partire per Los Angeles, per lavorare ad una nuova canzone e non sapevamo quando sarebbe riuscito a tornare. Mi mancava, ma dovevo resistere alle sigarette, all'alcol, a tutto. Era troppo difficile, ed effettivamente, ad essere sincero, non riuscii da subito a smettere, ma stavo cercando di limitare il loro consumo al minimo indispensabile.
Intanto, stavo cercando di prepararmi qualcosa in cucina, giusto per farmi uno spuntino. Ed effettivamente, mi stava tornando l'appetito, per fortuna.
I know your photograph,
I know your windy stare,
I know you wanna if I call,
I know you want to laugh.
Go on a sign cry man,
I know you wanna let it go.
Cominciai a cantare sussurrando le parole di una delle canzoni del nuovo album, senza curarmi neanche di essere tanto intonato o di seguire l'ordine delle strofe. Anche se era una canzone abbastanza triste, descriveva la mancanza che sentivo nei confronti di Michael, ma in senso positivo probabilmente.
Doesn't metter where you are,
There's no palce that is too far.
I will love until I rule,
In the kingdom of my heart.
Mi piaceva quella canzone. Riusciva a descrivere tutto ciò che provavo ed era una medicina, anche per quella mia continua nostalgia nei suoi confronti. Lo sentivo davvero poco, ma mi consolavo col fatto che più passava il tempo, più si avvicinava il momento in cui l'avrei avuto al mio fianco.
"Is it a new song?" Spalancai gli occhi sentendo la sua voce sussurrare quelle parole nel mio orecchio e le sue mani avvolgere il mio corpo.
Mi girai velocemente a controllare che non fosse tutto frutto della mia immaginazione e lo vidi: sorrideva mostrando le sue fossette, aveva dei pantaloncini corti fino alle ginocchia ed una maglietta beige attillata. Deglutii rumorosamente. Non l'avevo mai visto così... così! Tuttavia, aveva il viso stanco, probabilmente dal viaggio e, se lavorava come me, dal fatto che non chiudeva occhio finché non finiva una canzone soddisfatto.
"Amore!" Esclamai gettandomi, subito dopo, su di lui, avvolgendo le mie braccia al suo collo.
"E-ehi." Balbettò divertito stringendomi, a sua volta.
"Mi sei mancato! Mi sei mancato!" Urlai saltando ed avvolgendo le mie gambe alla sua vita. Indietreggiò in difficoltà andando a sbattere contro il muro. "Cazzo, se mi sei mancato!" Ripetei prendendo fra le mani il suo viso e lasciandogli un bacio sulla guancia. "Troppo!" Uno lieve sulla fronte. "Cazzo, sei qui!" Un altro sul naso. "Ti amo!" Continuai gettandomi poi sulle sue labbra, mentre lui continuava a ridacchiare divertito. Gli mordicchiai delicatamente quello inferiore intrufolando la mia lingua nella sua bocca, esplorando, dopo tanto tempo, ciò che mi apparteneva e che mi era stato privato per troppo. Lo sentii sospirare e riprendere fiato facendo la stessa cosa. Chinò la testa leggermente staccandosi, per, poi, poggiare la sua fronte sulla mia.
"Com'è andata?" Domandai rimanendo in quella posizione così tranquillizzante. Ero come un bambino fra le sue braccia: mi sentivo sicuro.
"Biene, dobiamo ultimarla, ma sta venendo bene." Rispose poggiando la guancia sulla mia spalla, strofinando delicatamente il naso contro il mio collo.
Mi chinai leggermente per guardarlo meglio, ma vidi i suoi meravigliosi occhi chiusi. È distrutto...
"Sembri stanco. Vieni." Gli accarezzai dolcemente i capelli per, poi, rimettere i piedi per terra e prenderlo per mano, trascinandolo in camera da letto.
Appena lo feci sdraiare mi afferrò per il braccio tirandomi a sé, facendomi cadere su di lui.
"Ehi." Risi divertito incatenando il mio sguardo al suo. "Che fai?" Chiesi ricominciando ad accarezzargli la testa.
"Volio stare con te." Disse sorridendomi dolcemente.
"Anche io, ma devi riposare." Gli lasciai un bacio a fior di labbra sollevando la gamba per alzarmi e mettermi accanto a lui, ma mi bloccò ritirandola giù. "Dai." Lo rimproverai ridendo. Senza rispondere, si alzò leggermente col busto posando le sue labbra sulle mie. Portò le mani dietro al mio collo, a tirarmi ancora di più verso di lui, approfondendo il contatto. Stranamente, cominciò a giocherellare con il mio labbro inferiore leccandolo e mordicchiandolo. Mi si bloccò il respiro quando mi fece sdraiare completamente. Portò una mano sotto la mia maglietta accarezzandomi, e l'altra sulla mia portandola sul suo petto, sul quale riuscii a sentire distintamente il suo battito leggermente accelerato. Sospirai quando sentii la sua bocca andare in contatto col mio collo, fin troppo sensibile.
"Ha sentito un po' di pancetta." Mi sussurrò all'orecchio, mordicchiando anch'esso, poco dopo.
"Riposa." Gli sussurrai dolcemente alzandomi, facendo molta fatica a resistergli.
"Non resta?" Mi domandò guardandomi confuso.
"Volevo me lo chiedessi ancora." Dissi soddisfatto sdraiandomi accanto a lui.
Arricciò il naso contrariato ritirandomi a sé. Gli feci poggiare la testa contro il mio torace, cercando di farlo addormentare ascoltando il battito del mio cuore.
L'ultima volta che avevamo fatto l'amore era stato il giorno di Natale. Da quella volta, lui non si era fatto più toccare per quello che gli avevano fatto, e quando eravamo tornati insieme io, a mia volta, non riuscii a farmi toccare, di nuovo. E per quanto lo desiderassi, la stanchezza gliela si leggeva chiaramente negli occhi ed in ogni centimetro del suo volto. Volevo si riposasse e che si rilassasse. Sapevo quanto potessero stressare tante ore di lavoro e l'amore potevamo farlo in qualsiasi momento, conoscendolo...
Era meraviglioso, però, riaverlo lì accanto a me... non me l'aspettavo. Finalmente sarei potuto stare con lui e prendermene cura, come si meritava.
Quando finalmente riuscì ad addormentarsi, mi diressi in un'altra stanza, cercando di non svegliarlo, per fare gli esercizi che il personal trainer, che mi aveva consigliato il medico, per rafforzare, io direi per creare, il tono muscolare. Inizialmente, avevo cominciato a soffrire particolarmente quegli esercizi, infatti avevo sempre avuto al mio fianco Cris, nel caso non fossi riuscito a reggerli. Cazzo, ero messo male. Allestire quella camera in quel modo, era stata una delle sue idee geniali. Andare in una palestra sarebbe stato più complicato. Stavo tornando in forma, per fortuna. Però, il fatto che Mika provasse ancora attrazione per me mi faceva sentire così bene. Insomma, una dimostrazione era stato il suo comportamento pochi attimi prima. Avevo davvero paura che ciò che avevo fatto al mio corpo, ancora una volta, l'avrebbe allontanato nuovamente da me. Ma così non fu, fortunatamente.
Mi stavo riposando per riprendere fiato, quando sentii qualcosa di pesante posarsi sulle mie gambe. Abbassai la testa di scatto ritrovandomi un Mika più sorridente che mai. Vederlo felice mi faceva felice e, poi, il suo sorriso... ah, il suo sorriso era qualcosa di talmente angelico e surreale per appartenere ad un essere umano.
"Hi." Disse semplicemente poggiando delicatamente le sue mani sul mio petto nudo.
"M-Mika, no, sono tutto sudato." Balbettai tornando alla realtà.
"E alora?" Domandò avvicinandosi a me con fare innocente.
"E-e a-allora n-non v-voglio s-sporcarti." Balbettai paralizzato ritrovandomi il suo naso a pochi centimetri dal mio.
"This cosa fa impazire me, ancora di più." Sussurrò con tono fin troppo sensuale cominciando a fare dei cerchi con un dito sui miei addominali, appena accentuati. Lo continuai ad osservare incantato seguendo ogni suo movimento. Vidi la sua mano scendere lentamente e portarsi sul cavallo dei miei pantaloncini, facendomi sussultare. Sorrise con espressione divertita e soddisfatta.
"M-Michael." Lo chiamai in difficoltà pregandolo con lo sguardo. Le mie suppliche, tuttavia, potevano avere due interpretazioni: o quella proseguire immediatamente, senza aspettare, o quella fermarsi e darmi la possibilità di fare una doccia. Stava a lui decidere. Mi scostò delicatamente i ciuffi bagnati dalla fronte, accarezzandomi, poi, la guancia, mentre continuava a stuzzicare, attraverso la stoffa, il punto più sensibile del mio corpo. Strinsi leggermente gli occhi e serrai la bocca, tenendo una mano stretta sulla sua spalla, nel tentativo di controllarmi. Spostai la testa all'indietro, come invito a torturarmi il collo con amore, come solo lui poteva farlo e portai le mie mani suoi suoi fianchi facendolo muovere lentamente. "Ah!" Esclamai dalla sensazione, che vagava fra il dolore ed il piacere, che mi fece provare quando fece un movimento un po' troppo brusco.
"Oh, God, s-sorry!" Si fermò improvvisamente chinandosi a darmi un bacio all'angolo della bocca. "Sorry, sorry."
"Ma che dici?" Gli alzai il viso sorridendogli dolcemente. "Sta tranquillo, succede. E poi... sappi che mi piaceva." Gli sussurrai cercando di usare un tono ed assumere uno sguardo provocante per, poi, avvicinarlo a me e baciarlo di nuovo.
Sorrise timidamente mordendosi il labbro inferiore e ricominciando a muoversi lentamente su di me. Nel frattempo, con mani, quasi tremanti, mi curai di sfilargli via la maglietta. Poggiò, invece, le sue su di esse cercando di fermarle.
"Amore, perché tu trema?" Mi domandò dolcemente guardandomi con aria, quasi, preoccupata.
"I-io..." Era tanto che non facevamo l'amore ed avevo paura di non riuscirlo a coinvolgere come le altre volte. Non so...
"Ehi." Mi accarezzò delicatamente la guancia con un dito. "Ti amo." Mi disse facendo un altro dolce sorriso, come se avesse capito cosa mi affliggesse.
"Ti amo." Ripetei, una volta tranquillizzatomi, alzandomi col busto per, poi, iniziare a baciargli il collo. Sospirò a quel contatto e sorrisi vittorioso sbottonando i suoi pantaloncini ed abbassando lentamente la zip, sul suo rigonfiamento evidente. Lo sentii imprecare e farfugliare qualcosa di incomprensibile. Si alzò improvvisamente e si privò di tutti gli ultimi indumenti, sorprendendomi. "Ehi, volevo farlo io." Dissi contrariato.
"No poso aspetare." Si inginocchiò davanti a me sfilandomi velocemente anche i miei pantaloncini e tutto il resto, riportandosi, poi, su di me cominciando a torturare le mie labbra e facendo scontrare volontariamente le nostre intimità. Ma quando le tenne insieme con una mano ricominciando a strusciarsi su di me, non riuscii più a controllarmi, gemendo rumorosamente sulla sua bocca, e, quando inarcai la schiena, neanche lui ci riuscì più. Sentirlo sospirare di piacere in quel modo, aveva segnato il mio biglietto di sola andata per il manicomio. "Tu ha deto che te piaceva." Sussurrò mordendomi poi il lobo.
"La cosa che stavi facendo prima... ho detto che mi piaceva." Risposi col fiato corto affondando le mie dita fra i suoi riccioli ed allargando l'altro braccio sul pavimento, artigliando qualcosa di invisibile.
"So, tu vuole che io smete?" Mi domandò provocandomi.
"N-no." Farfugliai chiudendo gli occhi, concentrandomi sui suoi movimenti così piacevoli.
Lo sentii fare una piccola risatina soddisfatta andando, poi, a mordicchiare la mia spalla risalendo verso il collo. Arrivato al limite, cercai di alzarmi e ribaltare le posizioni, ma prima che riuscissi, mi bloccò per i polsi facendomi distendere di nuovo. "Non essere cattivo." Lo implorai riprendendo fiato.
"Ssh." Mi azzittì lasciando una scia di baci e morsi, che partiva da mio torace fino a finire, fin troppo velocemente, sul mio membro.
Mi uscì dalla bocca un urlo strozzato, quando sentii le sue labbra avvolgerlo nel loro calore.
"M-Mika." Balbettai eccitato cominciando, ad accompagnarlo nei movimenti. "A-am... a-amore." Ero davvero arrivato al limite, così mi fermai credendo che anche lui l'avrebbe fatto, ma mi sbagliavo. "M-Michael, sto pe..." Non riuscii a finire la frase, che sentii l'orgasmo invadere il mio corpo ed il mio seme invadere la sua bocca, facendomi urlare, senza alcun controllo. Cercai di riprendermi, recuperando il fiato, quasi finito. Sentii, poco dopo, le sue labbra posarsi sulle mie ed iniziare a muoversi voracemente ed avide su esse. "Avevi detto che saresti stato più buono di me..." Dissi ansimando guardandolo negli occhi.
"Doveva farla pagare te." Sorrise soddisfatto.
"Okay, tocca a me." Tentai di nuovo di alzarmi, ma mi schiacciò nuovamente sotto di lui, muovendo la testa a destra e sinistra ripetutamente, con sguardo furbo, quasi maligno, che non presagiva nulla di buono. Lo vidi allungarsi ed afferrare il pantalone prendendo un tubicino dalla tasca. Oh, no non ditemi che... "Come mai ce l'avevi in tasca?" Chiesi divertito.
"Mh, casualità." Rispose facendo il vago.
Sospirò, quando passò sulla sua erezione quella sostanza densa. La visione di lui che si dava piacere da solo mi fece venire l'ennesimo orgasmo cerebrale. Lo tirai a me, senza pensarci due volte, baciandolo ancora ed incominciò a stuzzicare anche la mia apertura con le dita. Ansimai sulle sue labbra fino a quando lo sentii canticchiare qualcosa, che riconobbi, poco dopo.
"Fami respirare ancora. Portami dove... si vola." A quell'ultima parola si spinse delicatamente dentro di me.
Sorrisi commosso sentendo la sua voce cantare quella canzone, che tanto gli avevo indirizzato, anche a sua insaputa. Lo abbracciai aggrappandomi a lui, mentre iniziò a muoversi velocemente, ansimando sul mio collo.
Sette mesi. Sette fottuti mesi senza fare l'amore con lui. Come avevo resistito per tutto quel tempo? Ed era evidente che anche lui si era trattenuto per troppo. Quel giorno aveva una tale passione repressa, che stava uscendo tutta in una volta, che mi faceva impazzire. Era sempre dolce, ma anche così... passionale. Lo osservai e cercai di fotografare quell'immagine nella mia mente: i suoi occhi, accesi dalla fiamma del desiderio, che fissavano i miei, le sue labbra schiuse, dalle quali fuoriuscivano gemiti e sospiri, ed i suoi muscoli contratti, che cercavano di prolungare il piacere il più possibile.
"M-Michael." Ansimai poggiando una mano sul suo petto, sentendo il suo cuore battere in modo estremamente irregolare.
"Marco!" Esclamò in modo strozzato accasciandosi su di me, esausto.
Vidi la sua schiena alzarsi ed abbassarsi velocemente cercando di riprendere fiato, fino a quando alzò la testa e mi diede un altro bacio a fior di labbra.
"È stato bellissimo." Dissi, come un ragazzo alla sua prima volta, accarezzandogli la fronte bagnata. Effettivamente, però, sembrava tanto una prima volta. Lo amavo come la prima volta. Era riuscito ad essere dolce come la prima volta. "Sei più sudato di me ora, però." Affermai divertito facendolo ridere lievemente. Si accoccolò di nuovo contro il mio torace prendendomi per mano.
Tutto stava tornando alla normalità. Tuttavia, per quanto di normalità si potesse parlare ovviamente. Ma ci amavamo, qual era il problema, allora? Nessuno, assolutamente nessuno.
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Love Never Fails
Fanfiction[MIKA & Marco Mengoni] Marco incontrò per la prima volta Mika, nel 2008, quando lavorava ancora nel bar di Frascati; molto prima di raggiungere il successo, poco più di un anno e mezzo dopo. Iniziò ad apprezzarlo come cantante, ma soprattutto come l...