2009 pt.4

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Milano, Mercoledì 2 Dicembre 2009

La Finale

Erano passati quasi due mesi dall'ultima volta che ero riuscito a vedere Michael. Mi mancava, terribilmente, ed avrei tanto voluto alzare la cornetta del telefono, chiamarlo e dirgli che volevo sentire, ancora un volta, le sue braccia stringermi. L'unico problema era che, ovviamente, oltre al fatto che non avrei mai avuto il coraggio, non avevo il suo numero. Certo.

Dopo la dodicesima, e penultima, puntata era uscito Silver, ed ero rimasto completamente solo, poiché Chiara era uscita, invece, alla decima, ed anche Mario poco prima. Però, ero riuscito ad arrivare in finale, arrivando ad un passo dal mio sogno. Tuttavia, ciò che mi rendeva più felice era il fatto che Mika sarebbe stato lì, con me, a darmi la carica giusta. Avrei cercato, ancora ed ancora, i suoi occhi tra la folla. O, altrimenti, sarebbe bastato cercare una massa di ricci che compariva fra essa, insomma. Poco importava come l'avrei trovato. Dovevo trovarlo, e basta. Avevo bisogno di lui.

Nella puntata dovevo cantare tre canzoni: un duetto con Alex Britti, una canzone di Morgan ed il mio inedito, insieme ad un medley di altri tre brani, che dovevano racchiudere le mie tre esibizioni migliori. Era impegnativa come cosa, ma avrei fatto di tutto per raggiungere il mio obbiettivo.

Mi sentivo, sì, nervoso ma, anche, estremamente deciso.

Mentre provavo e riprovavo le canzoni che mi erano state assegnate, ogni singola strofa ed ogni singola parola, nella mia mente erano indirizzate a Mika. Era curioso il fatto che fossero così perfette a descrivere l'amore che provavo per lui. Vorrei che sapesse che sono dedicate a lui. Ah, come me lo ripetevo. Come sognavo! Avrei tanto voluto che riuscisse a capirlo da solo. Impossibile, ciccio.

La serata arrivò più presto di quello che mi aspettassi. Era, finalmente, arrivato il mio momento. Il momento di tirare fuori gli artigli e la voce. Il momento di far capire alle persone che potevo essere qualcuno e che non ero la nullità che sembravo.

Ero lì, davanti a quasi duemila persone, un sogno per chiunque, era anche il mio. Eppure, il mio sogno, in poco tempo si era materializzato in una sola persona. Avrei voluto godermi quel momento, accanto ad un grande cantante, di cui avevo sempre voluto diventare collega, e, invece, no... non ce la facevo. Nella mia testa c'erano solo gli occhi e la voce di Michael, che non ne voleva sapere di lasciarmi in pace.

E non so perché quello che ti voglio dire

poi lo scrivo dentro una canzone

non so neanche se l'ascolterai

o resterà soltanto un'altra fragile illusione

se le parole fossero una musica potrei suonare ore ed ore,

ancora ore e dirti tutto di me

Attaccai, lentamente, a cantare le parole, che mi facevano, sempre di più, una certa impressione, per la loro verità e la loro capacità di descrivere le mie sensazioni ed i miei sentimenti per lui. Cercai tra il pubblico Mika, senza riuscirci. Volevo provare a fargli capire tutto, che quelle parole erano per lui, perché l'unico modo per dirlo era cantarlo. Perché era l'ultima possibilità per dirglielo. Perché...

Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi,

senza quella sensazione che non mi fa dire

che mi piaci per davvero anche se non te l'ho detto...

Però, non mi piaceva, soltanto. Semplicemente, io lo amavo. Continuai a cercarlo, girando gli occhi per lo studio, smarrito, nella speranza di vederlo seduto, o magari in piedi, mentre mi incoraggiava con un suo sorriso, fiero di me.

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