Londra, Lunedì 30 Agosto 2010
"Marco, come on! Muovete pigron!" Mi urlò Mika mentre correva verso la piscina del centro, nel quale aveva deciso di passare la sua prima giornata di vacanza.
Nonostante cercassi di stargli dietro, le sue gambe lunghe, che attraversavano la stanza a falcate troppo grandi, me lo impedivano.
"Infame, aspettami! E stai attento a non scivolare!" Lo rimproverai per, poi, vederlo gettare a terra l'asciugamano e tuffarsi in acqua, creando una piccola onda intorno a lui. "Oh, santo cazzo, sei impazzito?" Dissi vedendolo riemergere, sorridente.
Sentii tutti i miei muscoli gelarsi guardando il suo corpo imperlato da piccole gocce, che partivano dai piccoli ciuffi di capelli sulla fronte fino a finire poco sotto il suo petto perfetto, e non riuscii poi a non sentirmi accaldato.
"Why?" Mi chiese divertito. Smettila di essere così maledettamente provocante.
"Ehm, l'acqua non è fredda?" Chiesi in imbarazzo.
"What? No! It's tiepida." Disse avvicinandosi al bordo. "Come on." Mi tese la mano per invitarmi a seguirlo. "Tolga la maglia."
"Perché?"
"Como perché? Vuoi bagnarte così?"
"I-io non lo so..."
"Oh, Marco, andiamo. You're beautiful." Si alzò tenendosi sulle braccia, tendendosi verso di me. Aveva capito il mio disagio, ancora una volta. "Avvicinate." Mi chinai verso di lui ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso, sentendone il fiato leggermente accelerato. "Perfect!" Afferrò il mio braccio e mi tirò in acqua, facendomi mancare il respiro.Mossa stupida.
"Ma io dico, porca troia, sei completamente impazzito?" Imprecai contro di lui, una volta riemerso.
"Sorry." Disse con sguardo furbo, per niente dispiaciuto, avvicinandosi nuovamente a me. Mi tirò a sé attaccando le sue labbra al mio collo. "Just relax." Sussurrò cercando di levarmi la maglietta, che mi preoccupai di tirare giù. Mi guardò deluso ed abbassai lo sguardo, dispiaciuto. "Amore." Mi alzò il viso delicatamente, facendo incontrare i nostri occhi. "You don't have to be embarrassed. We ne usciremo together." Disse abbracciandomi forte.
"S-scusami." Farfugliai affondando il mio viso nell'incavo del suo collo.
"Don't worry." Mi sorrise comprensivo. "Come on." Portò le sue mani ai bordi della mia maglia, guardandomi come per chiedere permesso, così lo assecondai. "You're perfect." Soffiò sul mio collo, facendomi salire i brividi lungo la schiena e trascinandomi verso il bordo piscina. Sentii il suo corpo premere contro il mio, andando a contatto con le piastrelle fresche, mentre continuava a donare piacevoli torture al mio collo. "Tu non sa quanto io ti desidera." Sussurrò con tono tutt'altro che dolce. Oh, merda, Marcolino. Perché non ti sei portato il tuo defibrillatore portatile? Incrociò le sue gambe alle le mie, incatenandosi a me, staccandosi dal mio collo e puntando i suoi occhi, che avevano assunto il colore dell'oceano, nei miei. Portò la sua mano bagnata sulla mia guancia, sorridendomi dolcemente, e posò delicatamente le sue labbra sulle mie, impegnandole in un bacio sempre più frenetico, che mi tolse il fiato. Senza mai staccarsi, le sue mani cominciarono un percorso tutto loro, iniziando ad accarezzare le mie spalle, passando per il petto e per gli addominali, ormai troppo poco accentuati, fino ad arrivare ai bordi dei mio costume, dal quale decise di tirarmi a sé ulteriormente, facendo andare in contatto i nostri bacini e non riuscii a non farmi sfuggire un piccolo sospiro di piacere.Oh, se scopro che l'ha fatto di proposito io... ma tanto è sicuro che l'abbia fatto di proposito. "You know, now I'm free da lavoro e you too, perché no restiamo qui per un po' de tempa?" Mi chiese per, poi, cominciare e darmi dei piccoli morsi sulla spalla. Ma che cazz...
"M-Mika, potrebbe a-arrivare qualcuno..." Balbettai, anche se controvoglia.
"Tu te vergogna?" Mi domandò quasi deluso, dopo aver alzato la testa di scatto.
"Cosa? No! Ma che hai capito. Dicevo solo che questo è un luogo pubblico e non vorrei una denuncia per atti osceni." Dissi velocemente.
"Oh, Don't worry! Questo piano lo ha fatto chiude," Si riavvicinò pericolosamente, nuovamente, al mio collo. "just per noi." Sussurrò al mio orecchio per, poi, andare a mordicchiarne il lobo delicatamente.
"D-davvero?" Chiesi paralizzato.
"Mh, mh." Annuì senza staccarsi da me. "So, just relax." Mi prese la mano cominciando a giocherellarci.
"Ma che fai?" Gli domandai divertito. Quando alzò il viso, mi resi conto che aveva cambiato completamente espressione. Sembrava addirittura triste. "Ehi, che ti prende?" Gli accarezzai delicatamente la fronte. Ti prego, basta guai.
"Nothing. I'm happy di star qui with you, but pensare che io poteva perdere te, io..." Non volli ascoltare una parola di più e lo azzittì posando velocemente le mie labbra sulle sue.
"È passato. Non pensiamoci più." Lo rassicurai.
"Ti va di rimanerti qui in London, allora, con me?"
"Certo." Mi mostrò felice i suoi meravigliosi dentoni, dandosi un'aria ancora più bambina.
"Ti amo." Ogni volta che le sue labbra pronunciavano quelle paroline sentivo la testa girare ed il mio cuore fermarsi per, poi, cominciare a battere all'impazzata.
"Anch'io." Sorrise mordendosi timidamente il labbro inferiore. Oh, ma lo fa proprio di proposito? Merda. "Dimmi un po'," Avanzai verso di lui. "è l'unica cosa che sai dire bene?" Lo presi in giro.
"Ehi!" Esclamò, incrociando le braccia al petto, offeso ed allontanandosi.
"E dai! Scherzavo." Tentai di riavvicinarmi a lui inutilmente.
"That's not nice!" Continuò ad allontanarsi, fino a quando mi buttai su di lui, aggrappandomi al suo collo. Sentii la sua risata cristallina invadere la sala e beare le mie orecchie di quella meravigliosa musica. Tornò serio guardandomi negli occhi, avvicinando lentamente le sue labbra alle mie. Vi soffiò sopra per poi unirle ancora. Mi trascinò con sé fuori dalla piscina fino ad arrivare nel corridoio, senza mai staccarsi da me. Che diamine sta facendo? Oh, lo sai, Marco, lo sai che sta facendo...
"Sei sicuro che non ci sia nessuno?" Chiesi affannato.
"Yeah." Spalancò la porta della prima stanza trovata e mi ci spinse dentro, richiudendosela alle spalle. "Se vuole sopra ci sono delle camere, però." Disse con tono malizioso.
Oh, Dio, non possiamo fare quello che vogliamo fare, qui. Non posso farcela... Tuttavia, mandai a farsi benedire la ragione e mi catapultai sulle sue labbra facendolo sedere di peso sulla panca, posizionandomi sulle sue gambe. Dovevo fargliela pagare per quello che aveva fatto mesi prima. Mi aveva fatto impazzire ed era giusto ripagarlo esattamente con la stessa moneta. Quindi, cominciai a muovermi lentamente su di lui, sentendolo sospirare rumorosamente sotto di me.
"M-Marco..." Ansimò chiudendo gli occhi.
Continuai ad osservarlo incantato, mentre boccheggiava in difficoltà, tentando di parlare senza mai riuscirci realmente. Mi chinai su di lui lasciando una piccola scia di baci sotto la mandibola. Cominciai a sentire il costume farsi decisamente troppo stretto, che cominciò, addirittura, a farmi male a contatto col punto più sensibile del mio corpo. Sospirai cercando di controllarmi, mentre Mika ormai sembrava essere entrato completamente in trance, con la testa leggermente buttata all'indietro, gli occhi chiusi e la bocca semiaperta mentre cercava di respirare. Solo in quel momento, vidi il suo viso, però, contrarsi in un'espressione quasi sofferente, che mi fece preoccupare.
"Va tutto bene?" Gli chiesi riportandolo alla realtà, posando la mia mano sulla sua guancia.
"S-sure, but..." Mi afferrò per i polsi improvvisamente, e mi fece sdraiare sulla panca, mettendosi sopra di me. "I want you." Sussurrò al mio orecchio.
Da quella posizione, riuscii a vedere chiaramente la sua eccitazione attraverso il costume. Sorrisi soddisfatto. Eh, no.Ribaltai le posizioni.
"Tocca a me questa volta." Dissi, provocatorio, a pochi centimetri dal suo viso.
"But..."
"Una volta per uno non fa male a nessuno." Lo interruppi per, poi, cominciare a torturare le sue labbra.
Iniziai a scendere lentamente, concentrandomi sul suo petto, anche se magro, ben definito, posando la mano sul suo evidente rigonfiamento, seguito da un suo respiro strozzato. Abbassai, senza timore, lentamente il pezzo di stoffa che divideva il suo piacere dal piacere assoluto.
"Come on." Farfugliò guardandomi con aria supplichevole.
"Hai voluto la bicicletta, ora pedala." Dissi divertito.
"Stronzo." Farfugliò, buttando la testa all'indietro. "Ahi!" Scoppiai a ridere quando lo vidi massaggiarsela, dopo la botta che aveva preso. "Cazzo ride?" Disse arrabbiato.
"È che... oh, Dio." Non riuscivo a smettere di ridere, sotto i suoi occhi allibiti. "Ma come si fa" Mi continuò ad osservare con aria offesa. "in un momento del genere..." Diventai rosso sentendo un leggero mal di stomaco. "Dio, quanto ti amo." Mi avvicinai a lui, divertito, a dargli un altro bacio.
"Ecco perché io preferiva un letto." Non riuscivo per niente a smettere di ridere, mentre lui continuava a massaggiarsi la nuca e manteneva un'espressione che vagava tra il sofferente e lo scocciato.
"Scusami. Va meglio?" Chiesi dopo essermi calmato.
"Yes." Rispose imbronciato. "But, ora io ha freddo." Disse tirando su il costume.
"Eh?" Tornai serio. "Stai scherzando, spero."
"No."
"Non possiamo fermarci ora." Dissi, quasi supplichevole, ma quando lo sentii ridere, mi resi conto di quello che avevo appena detto e sentii le guance avvampare.
"Ah, no?" Si avvicinò improvvisamente sfiorando con la mano la mia eccitazione.
"C-cioè, i-io, ecco..."
"Te l'ha never detto che sei adorable quando sei embarrassed?" Lo vidi portare la sua mano a contatto con la mia guancia ed avvicinare la bocca al mio orecchio. "At home tu potrebbe show me your best." Sussurrò. Ancora questo tono sensuale, ma perché?! Lo guardai sorpreso, spalancando gli occhi, come se si fossero accesi, solo in quel momento, di desiderio.Arrivammo fuori di casa senza mai staccarci uno dall'altro, dopo essere scappati dal centro benessere, raccattando le nostre cose e mettendoci di fretta una maglietta. La porta sbattuta al muro da Mika, fece correre Melachi verso di noi, assalendolo.
"Mel! What in the wor..." Osservai intenerito, ed anche leggermente impaziente sinceramente, la scena: lei che continuava a saltare sulle sue gambe scodinzolando e lui che rideva dandole una bella grattatina alle orecchie. "Come on, see you later." Disse mandandola fuori. "Ha qualcuno di cui occuparme io." Sussurrò con sguardo malizioso, avvicinandosi a me.
Si avventò su di me baciandomi e buttandomi sul divano, anche lui, con occhi colmi di desiderio. Oh, non posso resistergli. Cominciò a strusciarsi spudoratamente su di me, ricreando in poco tempo l'eccitazione precedente. Cominciai, a mia volta, ad ansimare poggiando il viso sulla sua spalla, quando infilò la mano nel mio costume cominciando a stuzzicare con le dita il mio membro. "Michael..." Sospirai cercando di controllarmi.
"Ssh." Cominciò a baciarmi scendendo sempre di più, dopo avermi privato degli indumenti.
"M-Michael..." Lo richiamai ansimante, quando sentii le sue labbra entrare in contatto col mio punto più sensibile, facendomi buttare la testa all'indietro e gemere senza controllo.
Nonostante non mi dispiacesse affatto il trattamento che mi stava riservando, preso da una strana follia lo afferrai per la vita e capovolsi, a mia volta, le posizioni spogliandolo velocemente ed avventandomi sulla sua intimità, con movimenti da subito veloci.
"B-bas... basta." Boccheggiò contorcendosi sotto il mio tocco, poco dopo. "P-please, Marco, stop." Si lamentò con voce sofferente, ma non lo ascoltai. Volevo farlo cedere, impazzire. Vidi il suo corpo scosso dagli spasmi e guardare il soffitto sbarrando gli occhi venendo nella mia mano, accompagnato da un suo urlo dal suono gutturale. Mi fiondai, soddisfatto, sulle sue labbra ansimanti. Presi la mia erezione per spingerla delicatamente contro la sua apertura. "Oh, God." Sentii i suoi muscoli più sensibili contrarsi ed avvolgermi, in un abbraccio, grazie al quale riuscii a sentirmi ancora più completo. Artigliò la mia schiena ed aspettai che si abituasse, ma quando vidi una lacrima scendere lungo la sua guancia, mi affrettai ad asciugarla.
"Scusami." Dissi dispiaciuto dandogli un bacio, dove aveva tracciato il suo percorso.
"It's o-okay." Riunì le nostre labbra ed annuì incollato ad esse, per darmi il via libera.
Cominciai a muovermi lentamente, cercando di fargli il meno male possibile, tenendolo stretto a me. Lo vidi serrare gli occhi, diventati lucidi in poco tempo, e mordersi le labbra cercando di non gridare, facendo uscire dalla sua bocca solo piccoli sospiri di piacere e frasi sconnesse.
"Sei meraviglioso." Sussurrai per, poi, mordicchiargli dolcemente il lobo, cercando di distrarlo. "Voglio perdermi dentro di te, stanotte." Dissi affannato aumentando leggermente il ritmo. Prese il mio viso tra le mani e lo avvicinò al suo, per riunire, per l'ennesima volta, le nostre labbra. "Oh, D-Dio." Balbettai affannato su esse stringendo le palpebre e contrassi i muscoli cercando di dare qualche ultimo affondo, prima di crollare su di lui, esausto. Gli volli lasciare un piccolo bacio, al quale non credevo neanche rispondesse.
Scivolai via dal suo corpo sdraiandomi sul divano, esausto. Volsi la testa verso di lui per accarezzargli delicatamente la fronte, sulla quale si erano formate delle piccole gocce di sudore, mentre teneva gli occhi chiusi cercando di riprendere fiato. Osservai il suo corpo nudo, così perfetto, da farmi mancare il respiro ogni volta che i miei occhi incontravano anche un solo millimetro di esso. "Stai bene?"
"Me sentire in paradise." Sussurrò sorridendomi dolcemente. "Ti amo." Si accoccolò fra le mie braccia, per poi addormentarsi, poco dopo.
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Love Never Fails
Fanfiction[MIKA & Marco Mengoni] Marco incontrò per la prima volta Mika, nel 2008, quando lavorava ancora nel bar di Frascati; molto prima di raggiungere il successo, poco più di un anno e mezzo dopo. Iniziò ad apprezzarlo come cantante, ma soprattutto come l...