2012 pt.1

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Londra, Domenica 1 Gennaio 2012


"Beh, buon anno, allora." Sussurrai a pochi centimetri dal suo viso accarezzandogli dolcemente la guancia, sentendo gli scoppi dei fuochi d'artificio, accompagnati dalle urla della gente per strada.
"Happy new year, amore." Soffiò sulle mie labbra posandoci, poi, delicatamente le sue, coinvolgendomi in un bacio lento, durante il quale sembrava voler assaporare al meglio ogni centimetro della mia bocca. Il sapore salato che le lacrime avevano lasciato su entrambi, alla fine, rendeva il tutto ancora più dolce. "Te andare di vedere fuochi?" Mi domandò facendo assumere al suo viso un'espressione talmente eccitata, che vidi i suoi occhi illuminarsi ulteriormente.
"Andiamo." Divertito, lo presi per mano e lo aiutai ad alzarsi dal letto.
Lasciai che fosse lui a guidarmi, però, non sapendo se volesse uscire o vederli semplicemente da una delle finestre. Alla fine, optò per la seconda possibilità. Andammo fino al salone, dove ce n'era una abbastanza grande, dalla quale si potevano vedere bene. Sembrava l'avesse addirittura scelta di proposito, per quel momento. Lontana da occhi indiscreti, ma si poteva avere una buona vista. Mi fece mettere davanti a lui ed avvolse i miei fianchi fra le sue braccia calorose, poggiando il mento sulla mia spalla.
"Amazing." Affermò incantato cominciando ad accarezzarmi dolcemente. "Te piace?" Mi chiese facendomi girare la testa verso di lui ed incontrare i suoi occhi.
"Sono bellissimi." Risposi ipnotizzato, forse riferendomi più a quei due pozzi senza fine che si ritrovava, piuttosto che ai fuochi.
"Come te." Dio, ma perché... Mi lasciò un leggero bacio dietro l'orecchio, facendomi abbassare la testa imbarazzato.
"Sei un adulatore." Lo presi in giro cominciando a giocherellare con le sue dita nervosamente, facendogli arricciare il naso confuso e contrariato. Chissà se mi ha capito.
"Viene." Richiamò la mia attenzione indietreggiando fino a sedersi su una sedia a dondolo, che si trovava poco dietro di noi, facendomi accomodare fra le sue gambe. "It's più comodo here and tu può riposare." Mi disse lasciandomi un bacio sulla testa. Medico. Infermiera. 118. 911. 999. Quello che è, ma qualcuno venga in mio soccorso, maledizione. "Are you okay?" Mi domandò, forse non sentendo alcuna risposta da parte mia.
"Certo, grazie." Mi girai appena, il giusto per posare le mie labbra sulle sue, sentendolo poi sorridere. "Però, sei sicuro che ce regga 'sta cosa?" Aggiunsi guardando bene le gambe della sedia, forse fin troppo fine per reggere il peso di entrambi effettivamente.
"What?" Farfugliò divertito seguendo il mio sguardo. Okay, forse dovrei continuare ad evitare di parlargli in romanesco.
"Non è che, poco poco, se rompe?" Ritentai in modo un po' più comprensibile.
"Oh, no. Don't worry." Rispose riprendendo dolcemente la mia mano. "You know, when I was picolo, aveva paura di fuochi." Esordì, dopo un po' senza parlare.
"Come mai?" Gli domandai sorpreso ritornando ad osservarlo, posando una mano sul suo fianco, come per aggrapparmi a lui.
"When io sentiva loro, chiudeva subito my eyes and tapava my ears. I was scared. Il suono, il rumore era tropo forte. But, un giorno io ha avuto coraggio anche di guardare loro, and when ha visto how erano beli and colorati, no ha avuto più paura." Mi spiegò senza staccare i suoi occhi dai miei. Gli sorrisi dolcemente accarezzandogli la guancia, scostandogli un piccolo ciuffo dal viso. Non mi aveva parlato spesso della sua infanzia. Sapevo ciò che lui mi aveva detto, quindi poco, e quello che avevo letto sui giornali nelle sue interviste. Non potevo che essere felice di quella piccola, ma non insignificante, confidenza. Mi ha fatto sentire nuovamente importante, in modo particolare, rendendomi partecipe dei suoi ricordi, belli o brutti. "Un po' come ha suceso with you."
"Tu avevi paura di me?" Domandai perplesso.
"No, avevo paura di quelo che poteva acadere. Forse aveva solo paura di esere felice e di... osare. You know, tu è entrato in my life così, senza avisare. I was already involved." Sospirai ricordando cosa era successo per quella dichiarazione. "But when io ha capito cosa provava davero per te, no ha avuto più paura." Mi rivolse un leggero sorriso accarezzandomi la guancia con un dito.
Un altro botto catturò la nostra attenzione, ed io ne approfittai per accoccolarmi meglio sul suo petto, portando sul bracciolo una gamba, sulla quale lui posò l'altra mano. Non era molto comoda come posizione, se ci si andava a pensare, ma stavo così meravigliosamente bene fra le sue braccia e poggiato al suo corpo, che mi riscaldava, come nessun altro aveva fatto, per fortuna, aggiungerei. Distolsi il mio sguardo dai fuochi d'artificio, per spostarlo nuovamente su di lui. Era così bello, anche con i capelli più corti, che però fortunatamente era già un po' ricresciuti. Amavo intrecciare le mie dita fra i suoi soffici riccioli, come a ricreare una piccola parte di quella sensazione di tutt'uno, che sentivo anche, e soprattutto, quando facevamo l'amore. I suoi occhi che osservavano incantati tutti quei colori che dipingevano il cielo del nuovo anno. Quella sua bocca e quelle sue labbra perfette spalancate in un sorriso sempre più sorpreso, come quello di un bambino quando vede un trucco di magia o, comunque, qualcosa che per lui sembra completamente impossibile da fare.

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