2010 pt.5

933 27 5
                                    

Roma, Mercoledì 21 Aprile 2010

Quando aprii gli occhi, vidi la mia vita avvolta dal braccio di Mika per, poi, portare lo sguardo su di lui, che dormiva beatamente coperto solo dal lenzuolo bianco, che gli dava un aspetto ancora più angelico. Quanto è bello. I suoi capelli arruffati lo rendevano ancora più infantile. Sorrisi scostando uno dei suoi ciuffi per vedere meglio il suo viso, che si contrasse per un attimo in un'espressione adorabilmente infastidita. Mi alzai, poco dopo, sgattaiolando da sotto di lui cercando di non svegliarlo, per andare a preparargli la colazione. Tanto, almeno il caffè lo so fare. Accorgendomi però, una volta arrivato in cucina, di non avere niente da mangiare, decisi di andare al bar per prendere qualcosa.
Avevo fatto l'amore con Michael e non riuscivo a togliermi il sorriso dalle labbra. Era stato perfetto. Aveva detto di amarmi ed aveva pianto, poco dopo. Ricordando gli attimi passati la notte prima, sentii le guance andare a fuoco, ma sentivo l'amore che provavo per lui, crescere incredibilmente, sempre di più.
Ero stato il primo per lui, come lui per me, ed ancora non riuscivo a crederci. Insomma, la prima volta non si può scordare, no? Indipendentemente dal fatto che finisca o meno. Aho, che so' 'sti pensieri? Pussha via!
"... and you will be the only one." Sentivo di volare solo a risentire la sua voce pronunciare quelle meravigliose parole nella mia testa.
Mi fermai vedendo una ragazza tenere in mano una collana particolarmente colorata, che si adattava non poco allo stile di Mika. Per fortuna, la lasciò e mi catapultai nel negozio per prenderla. La scritta "hope" a caratteri giganti riusciva a spiegare cosa era lui per me: speranza. Sì, sarebbe stata perfetta per lui.

Quando tornai a casa, dopo aver preparato il caffé e il resto, portai tutto in camera facendo attenzione a non svegliarlo. Attraversai il letto a gattoni per, poi, cominciare a lasciargli dei piccoli baci sulla schiena nuda.
"Michael." Sussurrai dolcemente al suo orecchio, senza però ricevere alcuna risposta. "Amore." Tentai di nuovo, lasciandogli un bacio sul collo.
"Mmh..." Farfugliò muovendosi leggermente.
Lo vidi aprire lentamente gli occhi, dandomi l'onore di osservarli appena sveglio, quando, avendo le pupille dilatate, sembrava ancora di più un'angelica creatura. Si stiracchiò strofinandosi gli occhi, assonnato. Oh, è proprio innocente come un bambino.
"Buongiorno." Dissi sorridendo, intenerito dalla scena a cui avevo appena assistito.
"Bongioni." Lo guardai divertito. Mi si bloccò il cuore quando mi prese per i fianchi e mi tirò a sé, facendomi ritrovare sopra di lui. "Ha stato fantastico." Disse avvicinando il viso e strofinando delicatamente il suo naso al mio, guardandomi negli occhi. "Quella è pappa?" Chiese indicando il vassoio. Pappa. Oh, fatemi un'endovena di sale o quello che è, perché qui io rischio seriamente il diabete, diamine.
"Già." Gli diedi un bacio veloce per, poi, prenderlo. "Prendi quello che vuoi." Aggiunsi porgendoglielo. Mi sorrise riconoscente afferrando l'occhio di bue al cioccolato. "Ti piace?" Gli chiesi retorico, guardando la sua espressione sorridente per, poi, vederlo annuire con le guance piene.
"Questa lo ha preso al bar quando ci siamo visti per prima volta."
Se lo ricorda! Altro che occhi a forma di cuoricino, cazzo! Io ho gli occhi a forma di Mika.
"Già..." Anche se poteva sembrare una cosa stupida, per me era importante. "Aspetta, sei sporco qui." Mi avvicinai con un tovagliolo per pulirlo, sotto i suoi occhi incantati.
"C-crazie." Sorrisi vedendolo così impacciato. Addentai anche io un dolce, continuando ad osservare lui e la sua innocenza, mentre infilava un dito nel cioccolato e se lo portava alla bocca, in modo, incredibilmente ed involontariamente, provocante. "Cosa è?" Chiese con sguardo furbo indicando il piccolo pacchetto che avevo fatto di sfuggita entrando.
"U-un pensierino." Glielo passai timidamente, leggermente imbarazzato.
"Oh, non doveva!" Lo scartò velocemente e vidi le sue fossette formarsi e fare da cornice alla sua bocca perfetta.
"È una sciocchez..."
"No! It's perfect." Mi abbracciò forte. "Thank you." Mi donò un altro fantastico e dolce bacio.
"Sai di cioccolato." Sussurrai staccandomi leggermente.
"I know it." Rise, riunendo le nostre labbra, tenendomi stretto a sé.
"Oggi hai il concerto." Esordii dopo un po'.
"Yes. Deve partire tra..." Girò la testa verso l'orologio, osservandolo, in silenzio per, poi, girarsi verso di me di nuovo, con sguardo dispiaciuto. "Quanto mancare alle undici?" Chiese incupito improvvisamente. Ma non ha appena guardato l'orologio?
"Due ore." Risposi, poco dopo, leggermente perplesso.
"Due?!" Esclamò alzandosi di scatto dal letto, raccattando i vestiti sparsi per la stanza. "Holy shit! I should stare già in the airport." Lo vidi vestirsi velocemente, prendere il cellulare e fermarsi davanti a me. "I'm sorry. Torno presto. I promise." Disse abbracciandomi forte. "I love you." Mi diede un bacio a fior di labbra ed uscì correndo fuori di casa.
"As... aspetta, se vuoi..." Tentai di cominciare ma sentii la porta chiudersi. "posso accompagnarti." Finii la frase inutilmente.
Bene.

Love Never FailsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora