Roma, Sabato 4 Settembre 2010
Le ore passavano ed io continuavo a tartassare il telefono di Mika con chiamate e messaggi, senza mai però ricevere una risposta. Era ridicolo pensasse che io lo stessi tradendo e che non credesse alle mie parole. Quello che mi distrusse, e di fatto continuava a distruggermi completamente, però, era il ricordo del suo viso. Aveva quell'espressione così delusa ed addirittura schifata, accompagnata dalle lacrime, che non gli avevo mai visto. E quando mi aveva urlato di lasciarlo solo e se n'era andato, sentii davvero il mio cuore frantumarsi, dopo l'ennesimo battito accelerato, come se non riuscisse a reggere tutto quello. Non sapevo dove fosse. Non sapevo se stesse piangendo o meno. Non sapevo se si stava distruggendo quanto me. Non sapevo se l'avrei più rivisto. Era sparito.
Era da tanto che non mi ritrovavo la sera sul divano, da solo, con una bottiglia di birra in una mano ed una sigaretta accesa nell'altra, e la televisione accesa, che in realtà neanche avevo mai ascoltato. Era triste. Eppure, era così.
Quel bastardo di Matteo, ero pronto a menarlo appena tornato nell'appartamento, ma se n'era già bello che andato, ma appena l'avrei rivisto, di certo non mi sarebbe più scappato. Mi ha rovinato la vita, cazzo. Mi erano arrivati dei messaggi da parte di Marta, che mi dicevano che alla fine era andato tutto bene per le foto, sarà contenta, e che dovevo iniziare sul serio a pensare al nuovo disco. Sbuffando mi misi al pianoforte che tenevo in una stanza apposita, che talaltro non avevo neanche mai fatto vedere a Michael. Non so perché. Alla fine, avevamo tenuto da parte la vita professionale, che era riuscita a dividerci per un po', e non ne avevo mai avuto l'occasione. Anche se mi sarebbe piaciuto vederlo suonare e cantare davanti a me e solo per me, almeno una volta.A questo incrocio
dimmi dove si va
con un passo in più.
Tu che forse un po'
hai scelto di già
di non amarmi più.Non sapevo esattamente da dove abbiano cominciato ad uscire quelle parole. Sapevo solo che anche se parlavo con Michael, non volevo fare quel passo in più, pur sapendo che probabilmente in quel momento mi odiava come pochi, avendolo compiuto lui stesso. Se potessi fare qualche passo indietro, invece, non avrei mai accettato quell'invito né avrei fatto tutta quella storia per delle parole che, alla fine, più giuste non potevano essere. Perché doveva far sapere a tutto il mondo la sua vita privata? Sono scelte e tu sei uno stronzo.
E come quadri appesi
leve senza pesi
che non vivono.
Come quando c'era
una vita intera
due che si amano.Mi sorpresi da solo delle parole che avevo utilizzato. Non volevo realmente che diventassimo dei fottuti ricordi, dei quadri impolverati, appesi in qualche angolo di una qualsiasi stanza infondo al cuore. Stavo già utilizzando il passato, e faceva male, dannatamente male. Mentre muovevo lentamente le dita su quei tasti bianchi e neri, improvvisamente sentii una lacrima cadere sulla mia mano. Mi manca.
E salgo ancora in alto perché
è lì che c'eri tu.
Ma ora serve il coraggio per me
di guardare giù.Lui era lassù, ed io però non volevo andare giù. Non ci volevo più tornare. Era come scegliere volontariamente di tornare all'Inferno, ed ignorare la possibilità di poter entrare in Paradiso. Tormento contro pace. Lacrime contro sorrisi. Vuoto contro completezza. Mal di testa post-sbornia contro mal di pancia per le risate. La risposta era così semplice, eppure...
E non c'è niente che resiste
al mio cuore quando insiste
perché so che tu non passerai mai,
che non passerà...Non volevo farlo andare via, e non dovevo, perché era stato il primo e l'unico che io avessi mai amato. Era stato il primo a cui ero riuscito a dire 'ti amo'. Era stato il primo con cui avevo fatto l'amore, e volevo rimanesse l'ultimo. Era stato il primo che mi aveva baciato, e purtroppo non era stato né l'ultimo né l'unico. Continuavo a sentire quelle maledette labbra sulle mie e desideravo tanto che Michael cancellasse il loro sapore con le sue, e quel fastidioso peso al petto, che non ne voleva sapere di lasciarmi in pace.
STAI LEGGENDO
Love Never Fails
Fanfiction[MIKA & Marco Mengoni] Marco incontrò per la prima volta Mika, nel 2008, quando lavorava ancora nel bar di Frascati; molto prima di raggiungere il successo, poco più di un anno e mezzo dopo. Iniziò ad apprezzarlo come cantante, ma soprattutto come l...