Londra, Martedì 31 Agosto 2010
Mi risvegliai sul divano con Mika fra le mie braccia, addormentato sul mio petto. Rimasi incantato nel vedere tanta bellezza e tanta dolcezza concentrata in una sola persona. Gli spostai delicatamente alcuni dei suoi ciuffi ribelli dal viso, facendolo muovere leggermente e accoccolare ancora di più a me. Fui tentato di alzarmi ed andare a prendere una coperta, visto il freschetto mattutino che cominciava ormai a farsi sentire, ma non volevo svegliarlo. Così restai ad osservare ogni suo minimo movimento e ogni sua piccola smorfia. Cominciai a lasciargli dei baci delicati sulla testa, accarezzando i suoi morbidi capelli. Non mi sarei mai stancato di dire o pensare che sembrava proprio un angelo, soprattutto in quel momento, denudato da ogni veste. Sinceramente, non sentii tanto desiderio vedendolo così, almeno non tanto quanto la tenerezza nel vedere il suo aspetto così bambino, rannicchiato su sé stesso ed accoccolato, come se fossi stato il suo peluche preferito.
"Mmh..." Farfugliò attaccandosi ancora di più a me, poggiando il suo viso sulla mia spalla.
Poco dopo, lo sentii strusciare dolcemente la punta del suo naso sul mio collo, così chinai leggermente la testa per controllare se si fosse svegliato o meno, e lo vidi sorridente mentre mostrava i suoi adorabili dentoni.
"Sei sveglio." Dissi tornando al guardare il soffitto, accarezzandogli il braccio.
"A che pensa?" Mi chiese lasciandomi un bacetto sul collo, facendomi tornare ad osservarlo.
"A quanto ti amo." Risposi rimanendo incantato dai suoi occhi.
"Love you too." Disse, a sua volta, sorridendo. "I really do." Sorrisi. "Hace fredo." Affermò, poco dopo.
"Già."
"E el divano non es molto comodo." Si lamentò ancora. "Tu lo eres de più." Si portò velocemente su di me.
"Ho notato." Dissi divertito.
"Oh, sorry." Vidi il suo viso contrarsi in un'espressione dispiaciuta.
"Ehi, io scherzavo." Lo rassicurai accarezzandogli le gambe, che teneva intorno alla mia vita. "Puoi usarmi come letto quando vuoi." Sussurrai avvicinandomi a lui per, poi, incontrare le sue labbra a metà strada. "Che vuoi fare oggi?"
"I don't know." Si allungò leggermente a prendere una coperta, di cui non mi ero accorto, che teneva sulla poltrona accanto, e se la portò sulle spalle per poi sdraiarsi nuovamente su di me. Lo sentii starnutire. Oh, ma è semplicemente adorabile. "Sorry. Crede di esserme raffreddato."
"Dai, andiamo a vestirci, così ti riscaldi." Dissi con l'intento di alzarmi, ma fui bloccato dalle sue braccia, che mi avvolsero, e dalla sua testa, che si poggiò sul mio petto.
"No, please. I love stare così." Farfugliò chiudendo gli occhi. "Ho già una blanket."
"Ma non voglio che ti am..." Mi interruppe.
"Ssh." Mi lasciò un altro piccolo bacio a fior di labbra e tornò ad accoccolarsi su di me, richiudendo gli occhi. "Voglio sentire tuo cuore." Oh, ma perché è così stramaledettamente dolce? Il diabete non tarderà ad arrivare. Già lo so.
Lo sentii, poco dopo, respirare un po' più rumorosamente e la sua schiena alzarsi e riabbassarsi sempre più frequentemente. Si è addormentato. Lo guardai intenerito e lo seguii, non molto tempo dopo.Fui svegliato dalle urla di una voce sconosciuta e dai tentativi di quella di Mika di farla stare zitta. Almeno quello era ciò che ero riuscito a capire.
"What the fuck was you doing with that guy?!" Chiese qualcuno.
"I-I... He..." Sentendo la voce titubante di Michael ripresi la maglietta ed il costume e mi rivestii velocemente per andare in cucina, da dove sentivo provenire le voci.
"Shut the fuck up!" Urlò un uomo avvicinandosi a Mika, che paralizzato si lasciò prendere per la maglia.
"Ehi, stop it!" Gli ordinai dirigendomi verso di loro e cercando di fargli mollare la presa.
"M-Marco." Balbettò guardandomi.
Vidi i suoi occhi farsi sempre più lucidi e la cosa mi gettò nel panico più totale.
"Leave him alone." Ringhiai cercando di rimembrare un minimo d'inglese.
"Oh, really? Go away before I could destroy you." Disse guardandomi strafottente.
"Andrew, stop. Please." Sentii la voce di Michael tremare leggermente e mi volsi a guardarlo preoccupato, vedendolo ancora più terrorizzato. Andrew? Oh, no...
Vidi l'uomo lasciare lentamente il colletto di Mika e guardarlo negli occhi, pieno di disprezzo. Sapevo bene quanto uno sguardo del genere potesse ferirlo. Era importante per lui ciò che la gente pensava, e probabilmente anche quell'Andrew lo sapeva.
"You know? I don't care! You're just a stupid asshole." Disse con tono più pacato per, poi, andarsene.
Seguii il suo percorso fino a quando si richiuse la porta alle spalle per, poi, riportare il mio sguardo su Mika, che continuava a fissare il vuoto.
"Michael." Tentai di accarezzargli il braccio, ma lo vidi schivarmi e dirigersi verso la camera da letto.
"Sorry." Sussurrò per, poi, scomparire nella stanza.
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Love Never Fails
Fanfiction[MIKA & Marco Mengoni] Marco incontrò per la prima volta Mika, nel 2008, quando lavorava ancora nel bar di Frascati; molto prima di raggiungere il successo, poco più di un anno e mezzo dopo. Iniziò ad apprezzarlo come cantante, ma soprattutto come l...