2012 pt.6

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Roma, Lunedì 20 Febbraio 2012


"No, lui ha ancora febre alta e trema, Cris." Sentii la voce di Mika in lontananza, diventare sempre meno ovattata, mentre mi passava delicatamente una mano fra i capelli. "Yes, I know... Sì, ha venuto prima. Ha deto che ha abasato quantità de medicine... Mh, okay, bye." Lo vidi, poco dopo, chiudere la chiamata sospirando esasperato e tornare a puntare i suoi occhi su di me. "Ehi." Sussurrò sorridendo ed accarezzandomi dolcemente la guancia. Mi bloccai un'altra volta ad osservarlo. Mi ero imbambolato ed ancora riuscire a connettere ciò che mi veniva detto e parlare mi risultava difficile. "Me sente?" Mi domandò speranzoso, ma non ricevendo alcuna risposta da parte mia, l'espressione del suo viso cambiò immediatamente, diventando delusa e scoraggiata. Mi avvolse, ancora una volta, fra le sue braccia facendomi poggiare la testa sulla sua spalla. "Me fa così male vederte così. No credeva che mai poteva sofrire così tanto, Marco. No credeva che se sarebe creato questa situazione." Lo sentii singhiozzare e provai a mia volta di stringerlo, ma nonostante i miei sforzi, risultò completamente inutile. "Io ha fato te una promesa e no sono riuscito a mantenerla. Please, perdoname." Un altro singhiozzo, ancora più forte del precedente, scosse il suo corpo contro il mio, riuscendo a trasmettermi, forse in parte, ciò che stava provando.
Avrei voluto dirgli che lo sentivo, ma soprattutto che non era colpa sua e che lui non aveva infranto la promessa che mi aveva fatto, perché quando ero con lui tutto era meno doloroso. Cercai di andare contro il dolore fisico e risposi al suo abbraccio, facendolo sussultare. Sospirò ancora contro il mio collo e mi sollevò appena, prendendo il mio viso fra le mani, incatenando i suoi occhi rossi ai miei, ancora leggermente offuscati, ma attraverso i quali riuscivo a vedere la sua più completa sofferenza.
"Michael..." Tentai di iniziare a parlare, ma ne uscì solo un piccolo sussurro roco e strozzato, a cui seguì qualche fastidioso colpo di tosse.
"Ssh, no te sforzare. Io resta qui con te." Sorrise, ma era uno di quei suoi sorrisi amari, quelli che faceva quando non voleva far preoccupare ancora di più le altre persone. Mossi la testa a destra e sinistra, fregandomene del male che provavo, facendogli aggrottare la fronte confuso. "Che sucede? Che vuole dirme?" Chiese preoccupato e, in quel momento, mi venne in mente il blocchetto che tenevo nel comodino di fianco al letto, nel caso mi fosse venuta qualche idea per il testo di una canzone durante la notte. Indicai in difficoltà il cassetto e lui, ancora più disorientato di prima, si affrettò ad aprirlo. "El block notes?" Annuii lievemente afferrandolo debolmente insieme alla penna, sotto il suo sguardo, sempre più confuso e curioso. La mia mano, però, non ne voleva sapere di stare ferma, così sentii immediatamente quella di Mika stringerla e fermarla, accompagnandola nei movimenti. Gli sorrisi riconoscente porgendoglielo, vedendolo, poi, strizzare leggermente gli occhi e concentrarsi a capire cosa ci fosse scritto. "N-no... n-non è c-colpa tua. T-ti amo." Lesse ad alta voce ed alzò automaticamente la testa di scatto. Vidi i suoi occhi farsi di nuovo lucidi e sentii, non molto tempo dopo, le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie, muovendole lentamente, come a non volermi fare male ulteriormente. "Ti amo anch'io." La sua voce spezzata risuonò nelle mie orecchie e le lacrime comparvero nuovamente sulle sue guance, sulle quali con un po' di difficoltà posai le mie mani, per asciugarle, anche se in modo abbastanza maldestro. Lasciò un leggero bacio su di esse per, poi, allungarsi leggermente e prendere dei panni bagnati, che quando posò sulla mia fronte, mi provocarono un inevitabile tremore, ancora più forte dei precedenti. "I know, è un po' fredo," Sorrise ritraendo appena la mano. "but aiuta temperatura a scendere." Rise lievemente, probabilmente a causa della mia faccia, contratta in un'espressione infastidita. "Sorry. It will be okay." Si bloccò di colpo sorridendo, di nuovo, improvvisamente per, poi, scuotere la testa quasi divertito e continuare a fare ciò che stava facendo. Ma che...
"G-grazie." Balbettai infreddolito facendogliela rialzare di scatto, incatenando il suo sguardo al mio.
"Marco," Mi chiamò sdraiandosi nuovamente al mio fianco. "medico ha deto che se febre si abasa, è bene fare un bagno tiepido." Fece una piccola risatina. "You know, no me ricordava cosa significava 'tiepido', so io ha chiesto a lui. But, come facio senza mio maestro pazo?" Domandò scherzoso passandomi una mano fra i capelli, facendo ridere flebilmente anche me. "Anyway, te la sente di farlo?" Annuii, anche se incerto. E se poi sento più freddo? "Okay, alora io chiama lui per levare tute queste cose. Torno subito." Lo vidi allontanarsi ed uscire dalla stanza, e mi sentii di nuovo talmente solo e smarrito. Cominciai a guardarmi intorno per un attimo e mi resi conto che quella stanza era fin troppo vuota, proprio come nei momenti in cui mi chiudevo in casa passando le giornate con una sigaretta in mano ed una bottiglia nell'altra. Sentii le lacrime salire ed invadere i miei occhi per, poi, cominciare a rigare lentamente il mio viso. Tuttavia, non erano solo stati quei dolorosi ricordi. Sapevo che era stato come automatico. Mi sento solo? Voglio alcol. Voglio alcol? Non lo posso avere. Non lo posso avere? Piango. Piangevo proprio come un bambino, al quale avevano levato il proprio giocattolo preferito. Quando Mika rientrò in camera, mi guardo più preoccupato che mai raggiungendomi velocemente. "Amore, che ha? I'm here." Mi strinse forte fra le sue braccia confortandomi. "I'm here. Sorry." Si scusò posando le sue labbra sul mio collo e muovendo appena i nostri corpi, da una parte all'altra. "Ora ariva lui, okay?"
Ero un idiota, sul serio. Avevo quel fantastico uomo al mio fianco ed io piangevo perché volevo dell'alcol. E sapevo che era sbagliato e che non potevo, ma era più forte di me. Non ce la facevo. Per quanto io mi sforzassi, non ce la facevo e mi sentivo un emerito cretino, perché Michael un trattamento del genere non se lo meritava.

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