Alt! Sì, allora, inizialmente il tutto sarà molto confuso, ma non preoccupatevi, non sono andata ancora di più fuori di testa, è fatto di proposito. x3
Beh, ci vediamo giù, allora (?) ._.
Buona lettura!||
Roma, Venerdì 17 Febbraio 2012
"Marco, please! Stop it!" Sentii la voce di Michael in lontananza e le sue braccia stringermi, in modo fin troppo forte, a sé.
Non sapevo più dove mi trovassi, perché Mika sembrasse così preoccupato o perché urlasse, perché avessi cominciato a sudare... niente proprio. Sapevo solo che sentivo un gran freddo e che il mio corpo non voleva saperne di smettere di tremare e che la mia gola implorava alcol, sempre di più, ma non ero riuscito neanche minimamente ad immaginare di chiederglielo. Mi ucciderebbe. Ma quel giorno, sentii di non poter resistere di più, pur avendo la più grande volontà del mondo.
Erano giorni che mi sentivo male, ma mai, come in quel momento, potevo sentirmi peggio. Avevo avuto la febbre alta, ma potevo tutto sommato sopportarla, nel complesso, però tutto stava diventando più difficile. Non capivo neanche da cosa potesse essere provocato quel dolore che sentivo.
Mika era in pensiero, e mi ripeteva di voler chiamare un medico, ma io ero riuscito sempre in parte a distoglierlo da quella scomoda idea, ma al terzo giorno non resistette più e chiamò Cris, che arrivò a casa più preoccupata che mai.
"M-Michael." Balbettai improvvisamente cercando, con le poche forze che avevo, di stringerlo, a mia volta, per riscaldarmi.
Continuai a respirare affannosamente. Mi sentivo smarrito e solo, nonostante avessi lui a pochi millimetri da me. Affondai il viso sul suo torace aggrappandomi alla sua maglietta, continuando ad ansimare rumorosamente contro di essa.
"A-amore." Il tono della sua voce risultò appena spezzato alle mie orecchie, ma arrivava in modo così ovattato, come se fosse lontano chi sa quanto, ed invece era proprio lì, davanti a me.
"Per favore, aiutami." Lo implorai iniziando a piangere.
"Ma che ti succeda." Prese ad accarezzarmi delicatamente la testa, poggiando il suo mento su essa.
Mi sentivo talmente nervoso e dolorante in tutte le parti del corpo, peggio ancora di quando avevo fatto il primo allentamento. No, ma che dico. Questo è mille volte peggio. Vedevo tutto offuscato, come se qualsiasi cosa fosse stata avvolta da un alone nero ed oscuro, che mi terrorizzava terribilmente. Doveva essere solo un brutto, bruttissimo, incubo fin troppo reale, però.
"Mika, ora che arriva mio cugino, non puoi stare in stanza con noi." Disse Cris allontanandolo da me.
"No, io deve stare with him!" Urlò adirato scappando dalla sua presa.
Continuai a cercare di far tornare in un qualche modo il mio respiro regolare, aggrappandomi alle coperte e poggiando pesantemente la testa contro il materasso, mentre osservavo Michael, al quale le lacrime continuavano a rigare quel suo viso talmente perfetto.
"Non si può. Non puoi farti vedere da altre persone insieme a Marco." Gli spiegò spingendolo verso un'altra stanza.
"B-but, non poso lasciare lui alone." Proferì quasi in un piccolo lamento.
"Andrà tutto bene, okay? Tu ascolta solo, in silenzio." Cercò di tranquillizzarlo, ma ero troppo impegnato a cercare di non tremare, per preoccuparmi ancora di loro.
"M-Mika." Lo richiamai contorcendomi sul letto, gonfiando appena le guance tentando di evitare di rimettere proprio lì.
"Marco." Disse, a sua volta, in un sussurro puntando i suoi meravigliosi occhi su di me, smettendo di guardarla. "Cris, please, I can't take it anymore." Si rivolse nuovamente a lei con sguardo supplichevole. "Ti prega, medico è tuo cugino. Lui può mantenere secret."
Vidi Cristie spostarsi lentamente sospirando, lasciarlo rientrare in camera e Michael si affrettò a raggiungermi e stringermi nuovamente a sé.
"It's okay, it's okay." Mi cullò lasciandomi dei leggeri baci sulla testa, ma lo pregai di fermarsi lamentandomi e contraendo il viso in un'espressione di dolore. Devo rimettere.
"Chiamo Marta." La sentii dire mentre si allontanava dalla camera.
"No, wait! His heart, Cris, his heart va tropo veloce!" Urlò preoccupato cercando di farla tornare da noi, mentre teneva una mano sul mio petto, contro cui il mio cuore continuava a sbattere violentemente, amplificando ulteriormente il mal di testa.
"Michael, t-ti prego, aiutami ad andare in b-bagno." Lo pregai e non esitò ad alzarmi e portarmici immediatamente, lasciando che rimettessi, mentre mi teneva premurosamente la testa. Presi un respiro profondo, infreddolito, e mi ributtai su di lui chiudendo gli occhi, cercando di rilassarmi inutilmente. "M-Michael," Lo richiamai e mi scostò i capelli dal viso, come a chiedermi di proseguire. "ho bisogno d-di b-bere." Farfugliai guardando il pavimento. Perdonami, ma ho resistito davvero troppo.
"Shit." Mugugnò riportandomi a letto. "Cris!" Urlò ancora, proprio nel momento in cui lei stava rientrando.
"Ho richiamato anche mio cugino, sta per arrivare, ma mi ha detto che deve essere dovuto all'astinenza..." Gli incominciò a spiegare ciò che le era stato riferito, pochi attimi prima, ma fu interrotta da Mika, che aveva già capito tutto.
"... da alcol." Finì chiudendo gli occhi e portandosi le mani fra i capelli. "Io deve chiamare un'ambulance." Aggiunse tirando fuori il suo cellulare dalla tasca.
"Ha detto che sarebbe inutile." Disse agitata. "Mika." Si avvicinò a lui e lo fermò poggiando le mani sulle sue spalle, attirando la sua attenzione. "Mika, se andassimo al pronto soccorso non si sa quando riuscirebbero ad attenderlo, non ne vale la pena e poi è un personaggio pubblico. Solleverebbe un polverone e non riuscirebbe a stare tranquillo, come dovrebbe." Spiegò anche lei con le lacrime agli occhi.
"E tuo cugino che farebe?" Gli domandò guardandola preoccupato, mentre io continuavo a stringere forte la sua mano, facendola diventare di un colore violaceo.
"Mi ha detto solo che sta portando l'occorrente per questo genere di casi."
Michael riportò il suo sguardo su di me, facendo incontrare nuovamente i nostri occhi, ma ero troppo confuso per capire cosa stesse succedendo esattamente. Nella mia testa c'era solo il desiderio di alcol, che non riusciva a farmi stare fermo, facendomi contorcere e muovere bruscamente contro di lui, che cercava di tranquillizzarmi.
Il mio cervello non riusciva più a connettere niente. L'ultima volta che avevo bevuto era stato durante l'intervista di qualche giorno prima, quando mi avevano offerto qualche bicchiere di vino, poi nulla più, per cercare di rendere fiero di me Mika, però, in quel momento, avevo una dannatissima voglia di bere. Anzi, ne ho bisogno.
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Love Never Fails
Fanfiction[MIKA & Marco Mengoni] Marco incontrò per la prima volta Mika, nel 2008, quando lavorava ancora nel bar di Frascati; molto prima di raggiungere il successo, poco più di un anno e mezzo dopo. Iniziò ad apprezzarlo come cantante, ma soprattutto come l...