Lezione complessa.

802 70 21
                                    

Voce narrante.
Non si poteva stare tranquilli nemmeno un secondo, mentre Sira riposava sul letto di Jack, quest'ultimo la vegliava e le accarezzava i capelli ribelli.

Ma non sarebbe stato per molto.
Ginny, piombò nella camera del ragazzo, era affannata e sudata, segno che aveva corso.

Aveva cercato la sua amica in lungo e in largo e la camera di Jack era l'ultimo posto che aveva pensato.

Fortunatamente non li aveva trovati in una situazione particolare, sarebbe morta dalla vergogna se fosse accaduto.

Jack, appena vide la rossa, sobbalzò! E quasi cadde dal letto, ma si limitò solo a reggersi alla colonna del letto a baldacchino.

"Ginny! Che diavolo ci fai qui?" Chiese sottovoce.

"Mi dispiace...., Jack, .....ma.... Sira è... richiesta da Piton...,ha la sua lezione di occlumanzia,...mi ha chiesto di avvertirla subito..., poiché deve essere nel suo ufficio tra pochi minuti!" Esclamò affannata e si poggiò sullo stipite della porta.

Il ragazzo sbuffò affranto, non avevano mai tempo per stare insieme.
Era come se la prendesse per un braccio, ma la corrente di un fiume la trascinasse di nuovo via da lui.

Erano stanchi!
Non ne potevano più di essere sotto lo stesso tetto e di non potersi nemmeno sfiorare per cinque miseri minuti.

La sensazione di impotenza si faceva strada nei loro cuori.

Jack, con rammarico, andò verso di lei e gli scosse il braccio.

"Sira...Sira...sve...."

"Sono già sveglia, Jack" disse la ragazza aprendo gli occhi e puntandoli verso il ragazzo.

Senza dire una parola, Sira si alzò dal letto, e camminò verso la rossa, sorpassando Jack.

Non sapeva cosa dirgli, era triste, voleva solo un momento per loro, e invece c'era sempre qualcosa che li fermava ed era costretta ad allontanarsi.

Sira maledí Bellatrix mentalmente, se non fosse per lei, ella non doveva prendere lezioni da Piton, se non fosse per lei, Sira non si sarebbe sentita tanto stressata e con il sonno appeso agli occhi.

La odiava con tutta se stessa.

Senza dire nulla, e lasciando un'occhiata ai due, si avviò sulle scale che portavano in sala comune.

Immersa tra mille pensieri, lasciò la torrei dei Grifondoro camminando per i corridoi.

La giovane avrebbe voluto che suo padre fosse con lei, forse se ci sarebbe stato, non si sarebbe sentita tanto allontanata come in quel momento.

Sentiva come se avesse poco tempo a disposizione, ovviamente lo attribuiva allo stress.
Sapeva che era un'illusione, ma al tempo stesso aveva la sensazione che non lo era affatto.

Era confusa e in lotta con se stessa, infondo non si stupiva:
Harry non si stava comportando a dovere ed era ossessionato da quel libro tanto strano, e, nel contempo, apparentemente normale.

E poi la sua mente gli giocava brutti scherzi con la faccia spigolosa della malvagia strega a tormentarla.

"Fanculo!" Esclamò a gran voce e strinse i pugni.

"Fanculo a tutti e due!" Esclamò nuovamente, furente, colpendo con un colpo, il muro alla sua sinistra.

Sira strinse i denti, e si fermò sul posto cercando di controllare la collera che montava dentro di lei, come il mare in tempesta.

"Signorina, Black! Non le conviene imprecare, se non vuole che le tolga punti per il suo linguaggio scorretto" disse una voce fredda e tagliente.

La ragazza capì subito di chi si trattasse e così alzò lo sguardo verso la figura del professore più temuto della scuola.
Solo in quel momento Sira si accorse di essere nei pressi dell'ufficio dell'insegnante.

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora