Stelle

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Voce narrante
La notte era ormai scesa su tutta Hogwarts, una notte senza stelle, coperte  dalle nuvole minacciose della tempesta.

Non vi era nemmeno la luna a dare uno spiraglio di luce in quella notte funesta e buia come una pozzanghera senza riflesso.
Non sai mai quanto è profonda, almeno finché non ci cadi e contempli che quella pozzanghera non ha un fondo, come lo spazio infinito.

Alcuni, nelle stelle, si immergono per esplorare galassie e nuovi mondi, vedere meraviglie.
Nuovi soli da osservare e scoprire, migliaia di nuovi mondi che aspettano di essere esplorati, ma come ogni meraviglia c'è il rischio  di rimanere accecati dalla sete di conoscenza e questo crea pericoli.

Altri, osservano le stelle per il solo gusto di sognare nuove realtà, sognare la felicità che in quel momento non vi era, sognare una famiglia che si ama ogni giorno di più, sognare che quell'amore sarà duraturo per sempre, senza grida di rabbia, grida di pianti, senza lacrime, senza tristezza e impotenza.

Altri ancora osservano il proprio riflesso nella pozzanghera per vedersi all'interno con sguardo triste e malinconico mentre la pioggia bagna la schiena e inumidisce i capelli, solo per restare soli con se stessi cercando di fuggire da una casa, che forse, è teatro di molte discussioni, e il più piccolo di quella casa cerca sempre di restare nel silenzio, vorrebbe scappare, ma non sa dove andare e quindi subisce tutto questo che gli segnerà per la vita, sognando di volare via e scoprire il mondo e i suoi lati meravigliosi.

Era questo che Sira provava in quel momento, anche se ora dormiva beatamente accanto al padre, con ancora la mano intrecciata alla sua.

La giovane sognava le stelle, e a come sarebbe bello volare per toccarne una,  o chissà forse anche ballare insieme a loro in una danza accompagnata da una melodia soave e dolce.

Era rimasta tutto il giorno a vegliarlo, non lo aveva lasciato neanche un'attimo, ma le pozioni che madame Pomfrey e Piton, gli avevano somministrato si erano rivelati molto più pesanti.

Così la giovane, senza neanche rendersene conto era caduta in un sonno profondo, accovacciata al capezzale del padre, con la testa china sul materasso e il corpo seduto su una sedia scomoda.

In una sola giornata Hogwarts aveva subito due attacchi, e si, perché anche Katy Bell, compagna di casa di Sira e giocatrice di Quidditch, era stata attaccata da una collana maledetta, talmente che le sue condizioni erano critiche, i professori avevano deciso che la cosa migliore era portarla direttamente al San mungo.

Harry era fortemente convinto che c'entrava Malfoy in tutto questo, ma nessuno ha voluto dargli corda, senza prove le sue accuse erano vane.

Il giovane però era frastornato e insonne , quella notte, poiché aveva saputo della possessione di Sira, e la cruciatus sul suo padrino, purtroppo non poteva scendere in infermeria, gli Auror di pattuglia glielo avrebbero impedito.
Così rimase nel suo letto cercando di prendere sonno, girandosi e rigirandosi, ma inutilmente.

Harry sbuffò sonoramente, così si alzò dal letto, infilò le ciabatte, inforcò gli occhiali, che vi erano sul comodino    e scese nella, vuota, sala comune.

Si avvicinò alla poltrona, e sedette davanti al fuoco arduo del camino.
Pose lo sguardo sul soffitto e sbuffò di nuovo.

"Voglio scendere giù, voglio vedere se stanno bene! È la mia famiglia io devo sapere! Non posso aspettare domani" disse tra se e se.
Si alzò, frustrato, dalla poltrona e cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro nella sala comune, si mise le mani tra i capelli e cominciò a scompigliarli.

"Harry!" Il ragazzo si girò verso la fonte di quella voce.

Infondo alle scale che portavano ai dormitori, vi era Hermione avvolta da un pigiama grigio,i suoi capelli erano arruffati come un cespuglio, gli occhi erano agevoli al sonno, segno che si era svegliata da poco.

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora