Il tormento di Remus parte uno

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Voce narrante.
Passarono quattro settimane da quando Sira era stata rapita da Bellatrix e Sirius Black si era lasciato andare.

Stava sempre rinchiuso nella camera che, i coniugi Lupin, gli avevano affidato.

L'uomo restava steso sul suo letto a fissare il soffitto, si sentiva così impotente e disperato che aveva ricominciato a bere, cercando di placare il suo tormento con l'alcol.

Non ne abusava totalmente, ma comunque lo distruggeva.

Remus, dal canto suo, cercava informazioni sulla ragazza partecipando alle missioni dell'ordine, ma fu tutto inutile nessuno aveva notizie o indizi su dove potessero averla portata.

Sirius voleva in tutti i modi riportarla a casa, le aveva fatto una promessa, e non l'aveva mantenuta e questo, per lui, era imperdonabile.

"Dovevo proteggerla!" Esclamò l'uomo  a gran voce stringendo le coperte, del letto, in un pugno.

Strinse i denti.
Quante volte si era ritrovato inerme?
Ormai aveva perso il conto.
Ma sentirsi inutile per sua figlia era una cosa insopportabile da gestire.

Aveva pianto tante notti da quel giorno, dandosi la colpa, soffocava i suoi singhiozzi nel cuscino per poi addormentarsi.

Ma anche nel sonno, egli, invocava il suo nome.
A volte lo urlava; Tonks e Remus si precipitavano in camera sua ed erano costretti a svegliarlo con la forza.

Il suo migliore amico cercava di rassicurarlo come poteva, ma il rapimento di Sira era stato uno shock per Sirius Black.

L'uomo sospirò amaramente e si girò nel letto dando le spalle alla porta, schiacciò ancora di più il viso nel cuscino, mentre con gli occhi chiusi rivedeva l'espressione di puro terrore impresso sul volto di sua figlia.

Ma in quel preciso momento, il malandrino sentì bussare alla porta.
"Sirius, sei lì?" Chiese una voce femminile dall'altra parte della porta.

L'uomo non rispose, si lasciò sprofondare ancora di più nel letto, come se da un momento all'altro questo potesse inghiottirlo.

Sirius udì la porta scattare e aprirsi in un cigolio, ma comunque rimase immobile e fermo con lo sguardo fisso sul muro dinanzi a sé.

"Sirius, lo so che non stai dormendo, puoi girarti per favore?" Chiese Tonks in modo autoritario.

Sirius sospirò affranto e si girò verso la cugina che lo guardava dall'alto verso il basso con un sopracciglio alzato.

La donna sedette al suo fianco e gli posò una mano sulla spalla.

"So come ti senti, Sirius, manca anche a me..."

"Per favore, Dora, non ne voglio parlare" disse l'uomo in tono amaro distogliendo lo sguardo da lei rivolgendolo altrove.

"Lo so, ma ti farebbe stare meglio se tu ti confidassi.
Posso solo immaginare quello che provi..."

"Infatti, tu non lo sai!" Esclamò in modo piuttosto acido interrompendo, nuovamente, il parlare della cugina.

Tonks si accigliò e i suoi capelli si colorarono, improvvisamente, di un colore abbastanza scuro.
Segno che si stava innervosendo.

La presa sulla spalla di Sirius si fece più salda, facendo sussultare quest'ultimo.

"Sirius, è mia cugina, ed è come una sorellina per me, ovviamente proviamo emozioni diverse dato che tu sei il padre.

Ma non credere che io non sia preoccupata! Voglio salvarla almeno quanto lo vuoi tu!

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora