Pura malvagità

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Sirius's pov.
Io e Sira siamo tornati di nuovo alla stamberga solo che sta volta ci siamo avvicinati di più ad essa.

Siamo seduti su delle rocce a mangiare dei dolci presi da mielandia, per una volta gli zuccheri non fanno male.

Artemid sta mangiando una cioccorana, dove le è uscita per la millesima volta la figura di Silente.

"Uffi, mai una volta che mi esca Morgana, mi serve solo lei per completare la collezione!" Esclama mettendosi la figurina in tasca.

Io sorrido lievemente " sta tranquilla la troverai" dico circondando il suo corpo con un braccio, e l'attiro a me stringendola al mio petto.

Voglio sentirla vicino, voglio che si senta al sicuro.
Questi incubi la stanno tormentando ulteriormente, e io mi sento così impotente.

Non so cosa fare ed è una cosa che non sopporto! Voglio aiutarla.

Questi incubi devono sparire, Bellatrix deve sparire, quell'essere non fa altro che trepidarci; ma io proteggerò mia figlia e la mia famiglia.

Già una volta me l'hanno portata via, non permetterò che riaccada, preferisco morire piuttosto.

"Sei silenzioso" sussurra Sira tra le mie braccia" non è da te" aggiunge alzando la testa e inchiodando i suoi occhi nei miei.

Porto una mano a sfiorarle la guancia, lei si bea della mia carezza e chiude gli occhi.

"Lo so, ma volevo coccolarti un po' " dico lasciandole un bacio sulla fronte.

"Dopo quello che mi hai raccontato sui tuoi incubi, ho capito che avevi bisogno di me.

Se il tuo amico non mi avesse detto di questo fine settimana, forse e dico forse, sarei stato concentrato nel trovare Mundugus, e non ti avrei mai incontrata"

Lei sorride, e mi scalda il cuore quando mi regala i suo sorrisi genuini, e mi compiaccio che sia io la ragione del suo atteggiamento.

In questi casi farei una battuta scomoda, ma non voglio rovinare il momento, visto che tra poco dovrò tornare a casa, anche se non ho alcuna voglia di lasciarla.

"Voglio venire con te" dice Artemid, con tono di supplica, io la stringo forte al mio petto e la cullo " non lasciarmi, ti prego" dice stringendo la mia giacca.

"Amore mio, non ti lascio, e mai lo farò.
Ma lo sai che non puoi venire con me" sussurro con amarezza nel suo orecchio, e mi fa male dirgli queste parole, perché in questo momento, se potessi la porterei via con me.

"Resisti ancora due mesi, e saremo di nuovo insieme, piccola"

"Saranno due mesi durissimi" dice alzando la testa guardandomi.

Non so che dirti, bambina mia.
E mi si spezza il cuore a vederti così indifesa, quando so che tu sei una ragazza coraggiosa e forte.

Se ti trovo Bellatrix giuro che ti uccido con le mie mani.

Voce narrante.
L'uomo provava un un'odio così profondo che non lo faceva riflettere.
Voleva soltanto che tutto questo soffrire finisse una volta e per sempre.

Ma una vita normale non era consentita per loro, almeno non in quel momento.

Sirius strinse ancor di più il corpo della giovane, non notando neanche che stava cominciando a soffiare il vento, prima leggermente poi violentemente, ma non voleva lasciarla andare, e dopo pochi secondi, al vento si aggiunse la pioggia, che cominciò a scrosciare sulle loro teste, ma niente.

Sirius non voleva lasciarla.

Sira era talmente persa tra le braccia del padre che non si rese conto del cambio, improvviso, del tempo.
Non le importava!
Non le importava di niente se non che voleva stare con lui.

I suoi pensieri erano svaniti, la sua mente fu come svuotata da ogni cosa.
Si sentiva leggera.

Era come se quelle braccia paterne, avessero il potere di guarire ogni sua ferita, ogni suo turbamento, ogni sua paura.

E mentre il vento si faceva sempre più forte; schizzando sui loro visi l'acqua piovana, Sira stringeva ancora più forte le vesti del padre.
Aveva timore che scomparisse da un momento all'altro.

Non mi importa della pioggia, del vento, ne dei nostri capelli bagnati; io non ti lascio, tesoro.
Non ci sono stato quando avevi bisogno di me, ma ora sono qui.

L'uomo la strinse sempre di più, e senza che la ragazza potesse fare qualcosa, si smaterializzò insieme a lei.
Ancora ignaro di ciò che, da lì a poco, stava per accadere.

Appena Sira avvertì del cambiamento di luogo, si staccò un pochino dal padre, in modo da osservare il posto dove erano seduti; era tutto impolverato le assi di legno del pavimento cigolavano e una finestra rotta, dove vi entrava un filo di luce e resisteva alla tempesta ormai infuriata.

La giovane ci mise poco a capire che erano nella stamberga strillante, così guardò il padre e disse con tono asciutto" perché mi hai portato qui?"

Lui la guardò intensamente e rispose" perché voglio capire cosa ti sta succedendo, e mi serviva un posto asciutto visto che c'è una tempesta fuori e poi dopo puoi tornare a Hogwarts facendo la strada in modo sicuro, non credi?"

Sira alzò un sopracciglio con fare interrogativo, in quel momento le sembrava tutto così confuso.
Suo padre che era lì, la tempesta, i suoi incubi.
Tutti mischiati nella sua mente, la stavano facendo esplodere!
Le sue tempie pulsavano, come se qualcuno stesse battendo con un martello, Sira se le toccò per un istante, e scoprì che non era un impressione: qualcosa nella sua testa stava battendo!

"Tesoro, stai bene?" Chiese Sirius preoccupato.

"Ti sembra che io stia bene, papà?!" Disse Sira a gran voce, alzandosi dal pavimento di scatto e si allontanò sa lui.

"Sira" la chiamò ma lei non rispose.
La giovane lupa si prese la testa tra le mani, ella vedeva il volto crudele di Bellatrix che sghignazzava malignamente, godendo della sofferenza che stava procurando alla piccola Black.
"Smettila!" Esclamò Sira a gran voce.

Sirius raggiunse la figlia a grandi falcate e la prese per le spalle e la chiamava, ma lei non rispondeva.
"Vattene via da me, Maledetta!" Sira ormai urlava disperata e piangeva dal dolore.
"Piccola ascoltami devi ascoltarmi, ti devo portare ad Hogwarts, adesso e subito!"

"Lei non va da nessuna parte!" Una voce maligna fece eco nella stamberga strillante, Sirius rimase pietrificato.
Si guardò intorno ma c'erano solo loro due nella casa, nessun'altro! Solo loro.

"Fatti vedere!"
La risa della voce rifece eco nella casa come se fosse la casa stessa, ma fortunatamente era solo un impressione.
"Perché non guardi davanti a te, cugino?"

Sirius rimase interdetto da quelle parole, e con un brivido girò il capo verso Sira, ma ciò che vide lo spinse a lasciare la presa dalle spalle della ragazza.

Il viso di Sira aveva assunto dei lineamenti duri, la sua pelle era sbiancata, i suoi capelli fluttuavano come onde, ma ciò che Sirius guardò molto intensamente e che gli fece mancare un battito, furono gli occhi, non erano più grigio/azzurri!
Erano marroni.
Quella non era sua figlia.

Buongiorno malandrini, buona festa della mamma!
So che molti di voi mi cruceranno per aver interrotto così il capitolo.
Ma io sono sadica è la mia natura😈😈😈
Ma spero comunque che vi piaccia, ah e vi dico che mi è venuto un lampo di genio per l'evoluzione di questa storia ma non vi dirò altro.
Sarete voi a leggere ed io a scrivere, questa volta le cose si daranno molto più interessanti.
Bye bye 💋💋

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora