Torture

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Voce narrante.

FSHH

"AAAAAAAAAHHHH" ed ecco che un'altro colpo di frusta lacerava la schiena, ormai martoriata, di Sira.

La giovane aveva le mani legate sopra la testa con una corda che pendeva dal soffitto aveva la schiena scoperta e con il busto ormai privo del vestito che le copriva solo le gambe, e che ora era macchiato di sangue.

Sira digrignava i denti dal dolore, mentre le donne alle sue spalle ridevano e ghignavano.

Erano ormai tre giorni che andava avanti così, tra cruciatus e frustate.
Non la lasciavano nemmeno libera quando avevano finito di sfogare su di lei.
Rimaneva con le braccia sopra la testa fino al nuovo mattino, senza cure e senza cibo.
Solo po' d'acqua al mattino.

La ragazza aveva desiderato di morire.
Voleva che tutto cessasse.

"Non ti ho detto di smettere di contare, Sira, di' il numero" ringhiò Samara.

"V-v-ventinove" sussurrò con voce soffocata e sofferente.

Anche se aveva detto il numero giusto, le due donne non smisero di torturarla fino a farle perdere i sensi.

Ma il peggio doveva ancora venire, e lei era ignara di tutto.

Sira rimase in quelle circostanze fino al giorno dopo.
Dove si svegliò con il corpo dolorante e la schiena che bruciava come se avesse un fuoco su di essa che divampava sempre di più.

La giovane schiuse gli occhi e vide una chiazza rossa che copriva il pavimento sotto di lei, il suo sangue.

Il sangue dei Black, il legame che univa lei e suo padre.

Già, suo padre.

Sira si chiese come stesse.
Se era sulle sue tracce, o forse la credeva morta.
Mille pensieri si fecero spazio in lei.
A quest'ora doveva essere ad Hogwarts con Ginny o a casa con suo padre, Remus e Dora.

"Non morirò qui, non così" sussurrò a se stessa con un filo di voce.

"Parole davvero coraggiose, peccato che non ti serviranno".

Una voce riecheggiò alle spalle della ragazza, una voce fredda senza emozioni, e soprattutto con un timbro maschile, che fece rabbrividire la giovane Black.

Una figura alta e magra si palesò dinanzi a sé.
Sira appena vide il viso di costui, cominciò a tremare di paura; poiché il viso di Barty Crouch Junior la guardava con un ghigno malizioso e i suoi occhi avevano una scintilla di pura follia, e un fuoco che Sira si spaventò al solo guardarli.

"Barty Crouch Junior" sussurrò con voce spezzata
Il ghigno del mangiamorte si ampliò sempre di più sul suo viso, mentre Sira lo guardava con occhi increduli.

Lui non poteva essere vivo, era stato detto che, dopo l'accaduto al torneo tre maghi, egli era stato sottoposto al bacio del dissennatore.

E invece era lì dinanzi a se, che la guardava famelico.

"Tu....sei..."

"Morto?" Domandò beffardo ed emise una risatina di scherno.
"Bhe dovrei esserlo, ma vedi i mangiamorte hanno mille trucchi e molti compagni su cui contare, Black".

La ragazza deglutì a quelle parole che sembravano essere una minaccia.
Ella chinò la testa per non guardarlo in quegli occhi che le incutevano timore.

"Cosa vuoi da me?" Sussurrò, non volendo realmente conoscere le intenzioni del mangiamorte.

Crouch, d'altro canto, emise nuovamente, una risata beffarda e arcigna, e lentamente portò una mano sotto il mento di lei, e lo alzò guardandola con ardore, e avvicinò il viso al suo.

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora