Una vigilia funesta

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Voce narrante.
La notte della vigilia di Natale, Sira non riusciva a prendere sonno, si girava e rigirava nel letto ma niente da fare.

Aveva mille pensieri per la testa, ed era nervosa. Non sapeva per quale motivo ma era nervosa, e cercava un modo di sfogarsi ma il risultato e che sfogava contro il cuscino prendendolo a pugni e soffocando le sue urla contro di esso.

"Che cazzo mi sta succedendo!" Esclamò a gran voce gettando via il cuscino, facendolo cadere davanti al letto di Ginny che dormiva profondamente.

"Vorrei avere il tuo sonno, Ginny" sussurrò verso la rossa, che aveva un braccio fuori dal letto.

La ragazza sbuffò sonoramente e si buttò di nuovo sul letto a peso morto.

"Perché mi sento così frustrata?" Si chiese a se stessa ma niente da fare non aveva una risposta.

A quel punto, la Black, si alzò dal letto, infilò le ciabatte e uscì dalla stanza con passo lento in modo da non fare nessun rumore.

Percorse le scale di casa Weasley e arrivò in salotto, dove vi era l'albero illuminato di luci. L'unica cosa che faceva un po' di luce in quella casa buia.

Andò verso di esso e si sedette davanti, a gambe incrociate e osservò quell'albero pieno di colori e addobbi.

Segno di speranza.

Rifletteva su tante cose davanti a quell'albero come se egli la comprendesse, per lei era un simbolo di pace.

A volte gli dava un senso nostalgico, per tutti i natali che non aveva vissuto  da piccola con suo padre e con i suoi amici.

Si chiedeva come sarebbe stato se lei e suo padre avessero vissuto insieme sin dal principio.

Una lacrima gli solcó il volto e cadde sul tappeto rosso posto sotto l'albero.

Lei si riteneva fortunata, ora aveva un padre che l'amava, altri lo avevano ma li costringevano ad essere quelli che non erano o addirittura avevano un esempio di genitore che piuttosto di passare del tempo con i propri figli, lo passavano in dei pub a bere.

Quanti ragazzi vorrebbero qualcuno che li amasse per quelli che sono, invece di nascondersi.

Il suo pensiero andò anche ai Bambini di quell'orfanotrofio, che, sicuramente erano rannicchiati in quei letti sotto le coperte a piangere lacrime amare e sofferenti.

Sapeva che era così, lo sapeva perché lo aveva vissuto di persona, ed era stata abbastanza forte da fuggire via.

Se avesse potuto avrebbe portato con sé qualcuno di loro, ma c'era un problema: la temevano.

Nessuno voleva averci a che fare con lei, così era sola e da sola era scappata.

"Sei nostalgica?" Domandò, ad un tratto, una voce fin troppo familiare.

Lei si distolse dai suoi pensieri, si ricompose e si girò verso la fonte di quella voce.

Sirius la guardava, appoggiato al muro, aveva le braccia incrociate al petto e la sua solita vestaglia nera.

Il viso si vedeva a mala pena, ma lo scintillio delle luci dell'albero riflettevano negli occhi del malandrino.

"Che ci fai qui?" Chiese la giovane asciugandosi il viso.

"E tu?"  Ribatté lui.

Sira, d'altro canto, chinò lo sguardo e si girò, nuovamente, nella direzione dell'albero senza aggiungere parola.

Sirius inclinò leggermente la testa e la osservò con cauta:
Con passo leggero si avvicinò alla ragazza e sedette al suo fianco e le cinse le spalle, Artemid appoggiò la testa sulla sua spalla ma continuò a fissare l'albero.

"Mi dici perché sei qui, nel cuore della notte della vigilia di natale?" Chiese il malandrino stringendola a se.

Sira sospirò e tirò su col naso.
"Mi sento strana, nervosa! Come se da un momento all'altro dovessi esplodere.

Forse è tutta questa tensione che si è creata tra me e Harry..."

Sirius interruppe il parlare della giovane mettendogli un dito sulle labbra.

"Calmati, sei in tensione, e in questo periodo è normale, credimi volevo un natale più felice per tutti.
Senza discutere per Voldemort, o per Harry che si sta comportando come uno stupido, volevo che le cose fossero diverse.

Non voglio vederti in preda ad uno sclero da stress, già l'anno scorso ne abbiamo avuto uno..."

"Lo so, e a quest'ora l'anno scorso stavo dormendo insieme a te" disse Sira guardando il padre negli occhi, che sorrise dandogli un bacio sulla fronte.

"Non sei grande per dormire insieme a me?" Chiese beffardamente il malandrino.

Lei gli fece una smorfia "non sei nella posizione di parlare, poiché tu sei il primo che vuole che io dorma insieme a te, e poi anche se ho quindici anni non me li sento, preferisco essere ancora un po' bambina, ma per le cose serie, ahimé, devo cacciare il mio essere matura" disse con sguardo trionfante.

Sirius ridacchiò "allora non hai tutto di tua madre lì dentro" disse dandogli un colpetto alla testa.

Sira rise "evidentemente è così"

Sirius l'abbracció forte, e la giovane si pose sul suo petto tatuato, scoperto dalla vestaglia.

"Adori gli alberi di natale, vero?" Sira annuì.

"L'albero, per me, simboleggia la speranza.
Un giorno potremmo festeggiarlo senza intoppi e io spero che quel natale non sia lontano" disse Sira in un sussurro.

Sirius rimase in silenzio, non disse una parola. Poiché egli non sapeva se l'anno prossimo ci sarebbe stato un natale.

Sapeva che il conflitto era imminente, e sperava in tutti i modi di non morire.
Altrimenti l'avrebbe lasciata sola.
Questo era il suo timore.

Conoscendo sua figlia, sapeva che sarebbe andata avanti, se lui fosse morto, ma ciò che non sapeva e che Sira, si sarebbe allontanata da tutti. Certo non poteva evitare la morte per sempre, ma non voleva che morisse in quelle circostanze, in guerra!

No, lei non lo avrebbe sopportato se fosse successo.

Perché una parte di lei sarebbe morta con lui.

"Tesoro, sai dovremmo...." ma lui si interruppe, poiché notò che ella si era addormentata sulla sua spalla.

Lui sorrise lieve e, lentamente, la prese tra le braccia, si alzò e cominciò ad allontanarsi dall'albero, avviandosi verso le scale che conducevano in camera sua.

Appena vi mise piede, adagiò la giovane sul suo letto e le rimboccò le coperte.

E subito lui fu accanto a lei, e la guardò dormire beata.
"Non saremo mai abbastanza grandi per questo" detto ciò le diede un bacio tra i capelli e poco dopo Morfeo portò via anche lui.

Buon anti vigilia a tutti, lo so che vole cruciarmi perché sono stata assente in questi giorni, ma ho avuto dei problemi familiari e con l'avvicinarsi delle feste si è un po' più prudenti in questo periodo.
Spero comunque che il capitolo vi piaccia, ci sto da un po'.

Se non ci sentiamo, vi auguro un buon Natale a tutti😘😘😘😘😘

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora