Idioti orgogliosi

1K 68 17
                                    

Voce narrante.
Sira era affacciata alla finestra con la fronte appoggiata al vetro, da quando era in stanza si era messa solo il pigiama per stare comoda e al caldo. Ella aveva le braccia incrociate al petto, mentre osservava cadere la neve al di fuori dell'abitazione.

Al solo pensiero della discussione avvenuta poco prima, sbuffò sonoramente.

Non cambierà mai! Perché non capisce? Perché è così immaturo?

Perché prova così tanto odio? Odio che lo sta consumando come se fosse una candela accesa.

Non voglio che si smarrisca nell'oscurità del rancore, è l'ultima cosa che ci serve adesso.

Ed è anche l'ultima cosa che vorrei.

"Sira! Sono io, possiamo parlare?" Chiese, in tono quasi supplichevole, dall'altro lato della porta.

Sira sospirò profondamente e cominciò a camminare avanti indietro per la stanza.

Non sapeva cosa fare, era in lotta con se stessa.
La scelta era tra aprire e non aprire la porta, in entrambi i casi, sapeva che Sirius sarebbe entrato in entrambe le scelte.

Così prese coraggio, e si avvicinò alla porta, chiuse la maniglia in un pugno e la aprì in una senga.

Lasciò la maniglia e andò verso il letto, dove sedette difronte all'uscio e chinò lo sguardo verso il pavimento, dove vi era, adesso, impressa l'ombra di suo padre ferma e immobile.

"Sira" la chiamò Sirius, neutro.
Lei non si mosse né, tantomeno, alzò lo sguardo verso di lui.

L'uomo entrò nella stanza e si avvicinò alla ragazza, sedendosi al suo fianco e la osservò, mentre lei, non gli accennò neanche un'occhiata con la coda dell'occhio.

"Possiamo parlare?"

Lei fece un verso di scherno.

"Non abbiamo niente da dirci" sputò secca.

"Ti ho detto tutto quello che devi sapere.
Basta! Non ci provo più a farti capire che stai sbagliando, alzo bandiera bianca davanti alla tua testa di cazzo" aggiunse subito dopo.

"Hey! Linguaggio signorinella..."

"Oh me ne frego del linguaggio! Adesso basta! Me ne stra frego delle buone maniere, me ne sbatto di essere tua figlia, ci ho provato con tutte le forze, ma tu no, ovviamente.

Sei un ragazzino immaturo intrappolato nel corpo di un adulto! Dovresti tornare a scuola piuttosto che fare il padre!" Gridò Sira, alzandosi sovrastando il padre con la sua altezza, mentre lui rimase fermo seduto sul letto, guardando gli occhi di Sira pieni di rabbia e lacrime.

"Sono stanca di ripeterti sempre le stesse cose" disse lei chinandosi in maniera minacciosa davanti al viso di suo padre.

Sirius abbassó la testa e sospirò.
Il malandrino rimase in silenzio con gli occhi di sua figlia puntati sulla sua figura.

"Mi dispiace" disse alzando gli occhi sul viso di Artemid, ma ella non mutò la sua espressione.

"So che negli ultimi due anni ti ho detto molte volte questa frase, e che tu mi hai sempre perdonato per le mie stronzate: non ti do torto se ora sei stanca di sentirmi chiedere perdono nuovamente, se poi io faccio le solite merdate..."

"Grande deduzione, Sherlock!" Lo schernì la giovane interrompendolo.

Sirius respirò profondamente " cosa vuoi che faccia? Purtroppo sono così, non cambierò da un giorno all'altro e lo sai, mi ci vorrà tempo.

Ma non ti nascondo che mi ha dato molto fastidio che tu abbia parlato con Narcissa" disse piantando gli occhi nei suoi.

"Te lo ripeto, aveva il diritto di sapere che suo figlio non era tornato per le vacanze, tutto qui, fine della storia" disse sbuffando sonoramente e ruotó gli occhi.

"Io non voglio litigare con te, non mi piace e se potessi lo eviterei, ma siamo padre e figlia ed è anche nostro compito discutere anche solo per una sciocchezza.
Ma certe volte me li tiri proprio fuori i rimproveri, e io non riesco a stare zitta! Ho sempre detto tutto in faccia e anche se sei mio padre io non riesco a tacere su delle evidenze!"

Sirius a quel punto si alzò e la sovrastó con la sua altezza, Sira non si tirò indietro, alzò la testa verso di lui con aria determinata, e continuò a guardarlo.

Sirius portò una mano a sfiorarle il viso e Sira gli andò incontro portando la sua di mano a toccare quella del padre.
L'uomo la guardava intensamente, gli parlava con gli occhi e lei rispondeva con il suo stesso sguardo.

"Siamo due idioti orgogliosi" disse Sirius ironicamente.

Sira ridacchiò "tu lo sei di sicuro"
Sirius sorrise e gli fece l'occhiolino.

Senza dire nulla, Sirius la tirò a se imprigionandola tra le sue braccia, cominciando ad accarezzarle i capelli.

Sira, d'altrocanto, posò la testa sulla sua spalla e si fece stringere, e posò  la mano sul petto del padre, dove poteva avvertire il suo battito.

"Non farmi più incazzare" sussurrò.

Sirius fece un verso di preoccupazione.

"Non ti prometto nulla, tesoro, sai quante volte ci ho provato a non farti incazzare?"

Sira lo guardò dal basso verso l'alto e sorrise "e tu provaci ancora, chissà se questa volta è la buona che non combini casini".

"Hmm te lo ripeto non ti prometto niente"

Sira si mise a ridere "su, andiamo lupacchiotta o zia Andromeda ci ammazzerà, già mi ha avvertito che se non chiarivo con te mi ammazzava, ora non facciamogli raffreddare la cena" disse Sirius prendendole le mani e la condusse verso la porta.

"Lo sai, sto immaginando zia Andromeda che te le suona, sarebbe un grande match"

Sirius girò la testa facendogli un'occhiataccia.

"Fattelo dire, tesoro, sei una stronza".

La piccola Black scoppiò a ridere e con sguardo malizioso disse "lo so".

Buonasera cicci belli, come state io bene fortunatamente.
Tranne che sto covid ha rotto il cazzo mannaggia a codalascia.

Comunque volevo chiedervi se qualcuno ha il principe mezzosangue in pdf e se si, se mi può contattare in direct, grazie in anticipo.

Comunque spero che il capitolo vi piaccia ciaoooooooooo.

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora