Nel cuore della notte

693 54 5
                                    

Voce narrante.
Casa Tonks era molto silenziosa e tutta buia.
Dopo il matrimonio di Remus e Dora l'ordine si era messo in moto per dare ad Harry tutta l'incolumità di cui aveva bisogno.

E per farlo, l'ordine, aveva predisposto che il ragazzo, prima dei suoi diciassette anni, si sarebbe trasferito a casa degli Weasley.

Ma il suo trasferimento sarebbe dovuto essere segreto, ma con delle scorte a proteggerlo.

Sirius era uno di questi, era uno dei guardiani della scorta, non poteva accompagnarlo lui stesso, sarebbe successo l'inferno, visto l'idea di Moody di usare la polisucco sui giovani membri dell'ordine.

Se fosse stato lui ad accompagnarlo i mangiamorte, se ce ne fossero stati, avrebbero puntato dritto a lui.

Sicuramente, ormai, codaliscia aveva svelato più di quanto potevano immaginare, anche che lui era il suo padrino.

Sirius, non l'aveva presa benissimo, ma si rese conto che avevano ragione.

Ma a volte pensava che Harry fosse molto distante da lui.

Sirius non aveva creato un rapporto stretto e questo gli faceva male, gli voleva bene ma avrebbe voluto parlargli di più.

Certe volte gli ricordava James, altre era un'altra persona.

Ma per il momento Sirius se ne stava disteso sul suo letto nella sua camera a casa Tonks: guardava il soffitto non riuscendo a chiudere occhio.

Aveva mille pensieri che risuonavano nella sua testa per quella dannata missione, ma anche un pensiero per il giorno che stava arrivando da lì a poche ore.

Era il venti luglio, il compleanno di Sira.

E per la terza volta non lo avrebbero festeggiato come si deve.

Quello stesso giorno, lui e i Tonks  avevano  una riunione con il resto dell'ordine della fenice.

E Sira sarebbe rimasta sola per un bel po'.

Sirius, per questo, aveva un peso sullo stomaco, per la terza volta sarebbe stato lontano da sua figlia nel giorno, che per lei, sarebbe dovuto essere speciale.

"E io che ci sto pure a pensare" detto questo, il malandrino si alzò dal letto, si infilò le ciabatte  e la sua solita vestaglia nera.

Con passo silenzioso, uscì dalla sua stanza, percorse il corridoio, fino ad arrivare nella stanza di Sira.

La porta della camera era socchiusa, ed egli poté vedere la figura della ragazza beatamente dormiente nelle sue lenzuola.

L'uomo, rimase a fissarla per cinque minuti o poco più, indeciso se era opportuno svegliarla oppure lasciare tutto come stava e tornarsene a letto.

No, sarebbe stato da egoisti, e lo aveva già fatto in passato

Non avrebbe commesso lo stesso errore per la seconda volta.

Così, con fare deciso, entrò.

Con cautela chiuse la porta alle sue spalle per poi avvicinarsi al letto.

L'uomo guardò sua figlia dormire: i capelli erano sparsi per tutto il cuscino, aveva la testa girata al lato opposto al suo, aveva una mano sul cuscino a un palmo dal suo naso, le lenzuola la coprivano fino a metà busto lasciando vedere il suo pigiama smanicato, stropicciato dalla posizione fetale in cui la ragazza si trovava.

La sua espressione era serena, con un piccolo sorriso sulle labbra carnose.

Chi sa cosa starà sognando?

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora