Figlia di un prigioniero parte seconda.

Lacrime e sangue.

Voce narrante.
"Avete combattuto valorosamente" diceva la voce acuta e fredda. "Lord
Voldemort sa apprezzare il coraggio.
Ma avete subito pesanti perdite. Se continuerete a resistermi, morirete
tutti, uno per uno. Io non desidero che ciò accada. Ogni goccia di sangue
magico versata è una perdita e uno spreco.
Lord Voldemort è misericordioso. Ordino alle mie forze di ritirarsi,
immediatamente.
Avete un'ora. Disponete dei vostri morti con dignità. Curate i vostri feriti.
Ora, Harry Potter, mi rivolgo direttamente a te. Tu hai consentito che i tuoi amici morissero per te piuttosto che affrontarmi di persona. Io ti aspetterò nella Foresta Proibita. Se entro un'ora non ti sarai consegnato a me, la battaglia riprenderà. E questa volta vi prenderò parte io stesso, Harry Potter, e ti troverò e punirò fino all'ultimo uomo, donna o bambino che abbia
cercato di nasconderti a me. Un'ora".
Ron e Hermione scossero il capo freneticamente, guardando Harry che stringeva ancora Sira tra le braccia.
"Non ascoltarlo" disse Ron.
"Andrà tutto bene" soggiunse Hermione, agitata. "Adesso... adesso torniamo al castello, se è andato nella Foresta dovremo pensare a un altro piano..."
Rivolse uno sguardo al corpo di Piton, poi corse verso l'entrata del cunicolo. Ron la seguì. Harry, si staccò dalla ragazza che teneva lo sguardo basso verso il pavimento avvolta nei suoi pensieri.
Lentamente portò entrambe le mani sulle sue guance raccogliendo le ultime lacrime salate.
Fu in quel momento che Sira alzò lo sguardo verso di lui, ma non emise nessuna parola, non avendo più voce, la gola le bruciava a furia di singhiozzare ma cercò di controllarsi.

Harry le fece un sorriso tirato e disse "torniamo al castello, ok? Tuo padre sarà preoccupato" ella annuì ed Harry raccolse il Mantello dell'Invisibilità, poi guardò Piton. Non sapeva che cosa provare, se non orrore per il modo in cui era stato ucciso e per il motivo...
Ma a turbare il ragazzo era stata la reazione emotiva di Sira, non si aspettava che la ragazza tenesse al loro vecchio insegnante di pozioni, che per anni egli aveva solo disprezzato il loro essere così saccenti e seccanti.

Che Sira avesse conosciuto il vero io di Piton?

L'unica cosa che poteva dargli una risposta, era contenuta in quella boccetta che aveva tra le mani.

Tornarono indietro, strisciando lungo il tunnel, senza parlare. Chissà se
Ron, Hermione e Sira sentivano ancora Voldemort risuonare nella testa come lo sentiva lui.

Una volta fuori dal tunnel, un silenzio devastante li pervase, era come se fossero rimasti soli in quel luogo che aveva segnato le loro vite per sempre.

Attraversarono il grande cortile, dove un tempo tutti e quattro avevano condiviso risate e compagnia e che ora era colmo di macerie, corpi di giganti e altre creature oscure al suolo.

I quattro protagonisti attraversarono la porta per la sala grande, dove studenti e professori aiutavano i loro feriti e disponevano i morti.
Non molto lontano da loro vi era la famiglia Weasley radunata  come una folla.
Sira sentì chiaramente dei singhiozzi provenire proprio da lì e senza esitare, insieme a Ron, raggiunse la famiglia.

Ron la superò di gran lunga e si fermò a pochi metri da loro dove lì in mezzo e tra le braccia di Molly Weasley giaceva Fred, con gli occhi chiusi e il viso cereo.

Sira era rimasta immobile nel vedere il corpo senza vita di Fred, e mentre Ron abbracciava George in lacrime, lei si avvicinò con cautela, chinandosi su Fred che sembrava dormire tra le braccia di sua madre, che piangeva chissà da quanto tempo.
Un dolore profondo e inconsolabile; per Molly i suoi figli erano tutto e la sua più grande paura si era avverata dinanzi ai suoi occhi.

Sira portò una mano a sfiorargli i capelli e con un dito toccò leggermente una sua guancia; ma quel contatto con la pelle fredda, come il ghiaccio, fece risvegliare Sira facendola rendere conto che il suo amico e compagno di mille avventure malandrine, era morto.