Mi ha salvata?

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Voce narrante.
Sira non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura appoggiata allo stipite della porta.

Non capiva il motivo della sua presenza, era confusa! Ma allo stesso tempo la rabbia infuriava dentro di lei, poiché ella aveva difronte l'assassino del professor Silente.
L'uomo che le aveva dato l'opportunità di conoscere le sue origini e che l'aveva salvata dall'inferno tempo addietro.

Piton, d'altronde, la guardava con le sopracciglia inarcate in un'espressione, che Sira interpretò, di sollievo.
Egli aveva le braccia incrociate al petto vestito sempre con il suo solito frock coat e il solito mantello nero che gli ricadeva sulle spalle.
I capelli erano più lunghi di come la ragazza li ricordava, e gli incorniciavano il volto delicatamente.

Piton, avanzò verso di lei, mentre ella si strinse ancora di più tra le braccia del cugino, non smettendo di guardare la figura con, ancora, la scintilla di rabbia negli occhi.

"Va tutto bene, Sira" disse la signora Malfoy poggiandole una mano sulla spalla.

"Puoi fidarti di lui" le sussurrò Draco.

"Io non mi fido dell'uomo che ha ucciso Silente" sputò acida guardando sempre arcigna il suo professore di pozioni.

Piton non fece nessun cenno a quelle parole velenose, al contrario, sedette anch'egli sul letto scrutandola.
Sira, istintivamente, si accucciò sempre di più al cugino inarcando le sopracciglia con timore.

"Narcissa, Draco, lasciateci da soli per favore" disse Piton e la ragazza sgranò gli occhi.
"No! Non andate..." disse Sira impaurita afferrando la mano del cugino che era intenzionato ad alzarsi.

"Va tutto bene, Artemid, fidati di me" le disse Draco cercando di rassicurarla.
Sira guardò i suoi occhi, cercava di decifrarli ma non riuscì a scorgere nulla se non speranza.

Infondo non era più in una cella con quei demoni, ma era ancora diffidente, e vedere Piton non migliorava la situazione.
Sira, con titubanza lasciò la mano del cugino; con un'ultimo sorriso raggiunse sua madre che si era già alzata e lo aspettava all'uscio della porta.

I due Malfoy lasciarono la stanza, e i due rimasero soli, come era stato richiesto dal docente.

Sira distolse lo sguardo dal pozionista rivolgendolo altrove, lontano da quelle pozze nere.

Piton invece la osservò con cauta, cercando un modo per avvicinarla.

"Signorina Black, come si sente?" Chiese lieve con la sua solita voce profonda.
Sira emise un risolino ironico e guardò il viso del professore con gli occhi accigliato e un sorriso beffardo sulle labbra.
"Davvero? Lei mi chiede come mi sento? Fa sul serio? Come crede che stia?" Chiese puntigliosa.

Piton si accigliò "risponda alla domanda" ringhiò, mentre Sira sbuffò lieve.
"Intorpidita...e sporca" sussurrò portandosi le mani sulle spalle come per coprirsi.

La giovane riusciva ancora a sentire le mani di quel mangiamorte sul suo corpo e la cosa la faceva nauseare.
Piton chinò lo sguardo e si alzò e si avvicinò al lato opposto del letto dove ella era seduta.
Piton sedette al suo fianco, ma ella spostò lo sguardo altrove.

Il professore portò una mano verso di lei, intenzionato ad accarezzarle i capelli, ma Sira si scostò bruscamente "non mi tocchi" scandì lei con decisione, lasciando il professore con la mano a mezz'aria.

"Non voglio farti del male" disse lui.

"Sa mi è molto difficile crederla visto che ha ucciso Silente" disse puntigliosa e con una nota amara nella voce.

Piton non si smosse a quelle parole, la ragazza aveva mille ragioni per essere furiosa e diffidente, ma egli era disposto ad essere odiato se questo voleva dire proteggerla.

"Lo so che ora non capisci, ma ti chiedo di fidarti di me" Sira si voltò di scatto verso il docente e lo fulminò con lo sguardo e digrignò i denti.
"Fidarmi? PERCHÉ MAI DOVREI FIDARMI DI LEI?" Urlò a pieni polmoni.

Sira si fiondò addosso al professore, non gli importava chi era, si era dimenticata di essere piccola e debole, ma ella voleva solo infliggergli più dolore possibile, cominciò a battere dei pugni sul suo petto e pianse "MI SONO FIDATA UNA VOLTA E LEI MI HA TRADITA, CREDEVO DI SBAGLIARMI SUL SUO CONTO, INVECE MI SONO SCOTTATA, QUINDI PERCHÉ CAZZO DOVREI FIDARMI ORA?! " Urlò ancora ormai fuori di sé continuando a colpirlo, Piton non si mosse la lasciò fare, conscio che quei colpi egli li meritava.

La ragazza, però, smise quasi subito di colpirlo, poiché le forze le mancavano, si accasciò al petto del, ormai conosciuto mangiamorte, e strinse con i pugni le sue vesti continuando a piangere.

Piton non la allontanò, anzi le circondò la vita stringendola a sé.
"So che per te è difficile, hai mille motivi per odiarmi, ma se ti dico fidati e perché ti ho portata via io da quella cella" soffiò roco.

Sira, a quelle parole, sbarrò gli occhi e alzò la testa verso il viso dell'uomo, che la guardò a sua volta con occhi che racchiudeva dolcezza e preoccupazione.

Sira schiuse le labbra e sussurrò "mi ha salvata?" Egli annuì.

"Non è stato facile tirarti fuori di lì, ma quando ho saputo ciò che ti ha fatto Crouch sono intervenuto all'istante.

Quel viscido ha chiesto al signore oscuro di averti con sé, ma ho ribattuto che se volevano avere delle informazioni dovevano lasciarti a me.
L'oscuro ha acconsentito a lasciarti sotto la mia custodia, così ti ho portata nelle stanze di Narcissa.

Non fraintendere, non voglio sapere nulla da te, volevo che stessi al sicuro finché non troveremo un modo per riportarti a casa".

Sira era più confusa che mai, perché proteggerla? Perché salvarla? E soprattutto perché Piton l'aveva salvata?
Era un mangiamorte! Un'assassino! Eppure lei sentiva di potersi fidare nuovamente di lui, e anche se una parte di lei era contrariata, decise di credergli, infondo che scelta aveva? Non aveva molte possibilità di scelta.

"Narcissa si prenderà cura di te, io verrò qui due volte a settimana per controllare le tue ferite, d'accordo?"

Ella non rispose, non avendo più voce, così annuì sul suo petto.
Piton portò la mano tra i suoi capelli e l'accarezzò con dolcezza come un giglio appena sbocciato.

"Sono molto confusa....e molto stanca" sussurrò la giovane.

"Lo so" disse solamente "ti spiegherò tutto con calma, per ora riposa, Sira".

Artemid sussultò era la seconda volta che il suo insegnante di pozioni la chiamava per nome.
Non era abituata e in quelle circostanze ancora meno.

Ma lentamente si fece accompagnare da quelle carezze timide e alquanto strane, e con delicatezza si lasciò andare al sonno, addormentandosi tra le braccia di Piton.

Buongiorno ragazzi eccomi tornata abbastanza presto.
Dai non vi sto facendo aspettare così tanto.
Spero che vi piaccia.
Raga ricordate che tutto è imprevedibile e il prossimo penso che vi lascerà abbastanza spiazzati ma mi muto ci vediamo ciaoooooo😘😘😘😘😘😘😘😘😘

Figlia di un prigioniero parte seconda.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora