Dazai Osamu I

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE AL DI SOTTO PER FAVORE :3

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE AL DI SOTTO PER FAVORE :3

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My daddy's got a gun
My daddy's got a gun
My daddy's got a gun

Sconosciuti

'Una semplice ed inutile umana senza abilità', queste le parole che mi risuonano in testa come un tormentone estivo, quelli spagnoli e tremendamente fastidiosi.

Stringo i pugni fissando la strada buia davanti a me, sarò pure senza abilità ma faccio parte della polizia e ho un valore anche io, e non accetto che uno fissato con il suicidio mi venga a dire determinate cose.

Sbuffo continuando a camminare innervosita, se mi capita nuovamente fra le mani gli dò la morte che tanto desidera, tuttavia ancora non mi capacito della mia azione, io e i miei colleghi stavamo affrontando l'azione, chiaramente illegale, della Port Mafia, tutti loro stesi a terra con qualche colpo mortale mentre io sono stata risparmiata da lui. Quegli occhi completamente pazzi eppure cosí profondi, deve averne tante da raccontare. Mi si è avvicinato e mi ha sussurrato - "Vattene, sei solo una semplice umana senza abilità, non ho voglia di ucciderti a meno che tu non accetti di morire assieme a me" -

Ricordo come ho esitato, le mie mani hanno cominciato a tremare ed io ho fatto dei passi indietro fissandolo scioccata, la mia pistola mi è caduta dalle mani e io sono rimasta lí, come una cretina senza far nulla.

Maledizione a me! Come cazzo ho fatto a perdere la lucidità?!

Una voce maschile mi riporta alla realtà - "Oi oi oi... Tu sei la poliziotta di stamattina?" -

Mi volto e incrocio nuovamente quegli occhi, o meglio dire l'occhio che ha lasciato senza una fasciatura, l'impermeabile è solo appoggiato sulle spalle mentre la camicia bianca risalta sotto la luce del lampione.

"Sei venuto a finire il lavoro?" - chiedo posando una mano sulla pistola che tengo nella fodera sul fianco, al di sotto del braccio decisa a non bloccarmi stavolta

"Tranquilla, non ho per niente voglia di lavorare anche stasera" - mi risponde il moro avvicinandosi nuovamente a me

"Tsk... Chiamarlo lavoro il tuo, mi sembra esagerato" - ribatti stando ferma ma con la mano posata sempre sull'arma

"Puoi abbassare la mano, come vedi" - e mi mostra le mani tenendole in alto - "Sono disarmato" -

"Nessuno della Mafia girerebbe mai disarmato" - lo guardo torva, non mi fido e devo ammettere che in me si insinua il dubbio e un leggero timore di essere finita in un imboscata o qualcosa del genere

Il ragazzo scoppia a ridere inclina do la testa di lato - "Non ti facevo anche intelligente" -

Apro leggermente la bocca e spalancò gli occhi, stupita per quella sua affermazione - "Sei uno stronzo" - sussurro tirando fuori l'arma e puntandogliela addosso e notando solo ora le fasce che non solo porta per coprire un occhio ma anche parte del collo e delle braccia. Che tipo strano.

Come a sfidarmi fa un passo avanti ritrovandosi a pochi millimetri dal petto la mia pistola d'ordinanza - "Non lo farai" -

Alzo un sopracciglio guardandolo con rabbia e frustrazione - "Che vuoi da me?!" -

"Volevo sapere il tuo nome" -

Rimango spiazzata nuovamente ma cerco di non darlo a vedere minimamente - "Con tutti i mezzi che hai a disposizione dubito ti serva saperlo direttamente da me" - abbasso la pistola e la rimetto al suo posto decidendo di ascoltare quelle parole cosí strane a all'apparenza senza significato del ragazzo che ho di fronte.

"Ma non è cosí che fa un gentiluomo" - commenta accennando un sorriso, mi chiedo se sia svitato o cosa

"Hai ucciso e ferito dei miei colleghi stamattina e mi vieni a parlare dell'essere gentiluomo?" - arriccio il naso guardandolo dal basso verso l'alto notando quanta differenza ci sia tra me e lui

"Ma con le signorine è diverso, non me lo spiego neppure io sai? Voglio dire sei una ragazza normale no? Perchè mai dovrei disturbarmi nel chiederti il nome? Tuttavia qualcosa in te mi ha colpito" -

"Mi hai dato dell'umana inutile e mi hai chiesto di suicidarmi con te, tu hai dei problemi seri" -

"Ahhh questa tua schiettezza mi piace!" - esclama il moro continuando a sorridermi - "Per favore dimmi il tuo nome" -

"Perchè dovrei?" -

"Perchè in fondo so che qualcosa hai provato anche tu" - percepisco un accenno di arroganza nel suo tono di voce, il che mi infastidisce parecchio

"Con che coraggio mi vieni a dire questo? Sei della Mafia, mi fai ribrezzo" -

"Io non credo, per favore dimmi il tuo nome e ti lascerò in pace" -

Sbuffo e guardando da un'altra parte che non fossero i suoi occhi parlo - "A patto che tu mi dica il tuo" - borbotto

"Ma certo" - dice felice - "Dazai Osamu" -

"T/n T/c" - gli dico non guardandolo ancora negli occhi, per qualche strano motivo so che le nostre strade si incroceranno nuovamente ma dubito possa essere la nostra rivalità il motivo, il mio istinto mi suggerisce che sarà tutto il contrario.

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SPAZIO AUTRICE

Fatemi sapere se vi andrebbe di leggere una parte due perchè concluderlo cosí non so se mi convince del tutto...

Inoltre mi chiedevo, visto che la storia su Levi Ackerman ho concluso di scriverla, vi andrebbe se ne scrivessi una su Dazai/Chuuya di BSD oppure su Levi/Eren però in chiave moderna?

𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚 || Anime X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora