Capitolo 29

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Siamo arrivati in un bar vicino al college, abbiamo avvertito i nostri amici che è uscito un'imprevisto e fortunatamente non hanno fatto domande.
Ci sediamo al tavolo più isolato.
-hai fatto colazione piccolo?-
-no-
-allora cosa vuoi?- dice noah
Ordiniamo tutti e tre e dopo le ordinazioni iniziamo a parlare.
-come ti chiami?- dico io sempre accarezzandogli la testa
-jonatan- fa un sorso al suo latte
-e quanti anni hai?- chiede noah
Fa con la manina il numero 5, guardo in faccia a noah tutta preoccupata e lui mi prende la mano accarezzandomi il dorso
-piccolo ti va di raccontarci cosa è successo per bene- dice noah
Annuisce e inizia a parlare.
-prima abitavamo a Londra, li c'è anche papà, hanno litigato e mamma mi ha portato via da papà e siamo venuti qua-
Fa una pausa e poi rinizia posando le testa suo mio braccio
-mamma era sempre al telefono, non so con chi, non me lo ha mai detto e oggi mentre stavo dormendo ho sentito mamma che urlava, sono sceso e l'ho vista circondata da tre signiori-
Non oso immaginare cosa sta provando ora questo piccoletto, lo prendo in braccio e lo incito a continuare.
-io ho provato a liberare mamma, ma mi spingevano, mamma urlava, tanto. Poi l'hanno presa di forza e l'hanno portata via, io l'ho rincorsa, un signore mi ha spinto e mi sono fatto male-
Rinizia a piangere e si rifugia tra le mie braccia e ripete in continuazione che rivuole la sua mamma.
Noah si avvicina a noi e inizia a parlare
-ei piccolo guardami- gli prende la manina e si porge verso di lui
-ascoltami, si sistemerà tutto, ma se rivuoi la tua mamma dobbiamo andare dai carabinieri ok? Ci aiuterai?-
Annuisce e dopo aver pagato tornammo in auto.
Misi jonatan dietro, noah mi apre la portiera e mi sussurra
-ci siamo cacciati in un guaio sai?-
-lo so, ma non lascerò mai un bimbo così piccolo da solo, dobbiamo aiutarlo-
Annuisce, mi accarezza una guancia e mi lascia un bacio sulla fronte.

Arriviamo alla stazione dei carabinieri e raccontiamo tutto per filo e per segno.
-voi siete dei parenti del bambino?- chiede il carabiniere
-no, l'abbiamo trovato che piangeva davanti casa sua, l'abbiamo portato a fare colazione e ci ha detto tutto‐ dice noah alle mie spalle, io sono seduta con jona tra le mie braccia.
-sapete solo questo?-
-questo ci ha detto il bambino-
-va bene, dovrò parlare con lui da solo-
Lo fissa con uno sguardo gelido e lui si rannicchia ancora di più tra le mie braccia.
-dai vai, non ti farà del male, è dalla parte dei buoni lui ok?-
Dico dandogli un bacino sulla fronte.
Il carabiniere gli porge la mano e lui l' afferra un po' insicuro, lo incito e aggiungo
-sta tranquillo, quando avrai finito e uscirai noi saremo qui ad aspettarti- dico con un sorriso tranquillo e sincero, lui mi sorride.
Noah mi mette una mano sulla spalla e quando mi giro mi abbraccia.
-sai sembri proprio una mammina con i fiocchi-
-daii-
Ci sediamo entrambi per aspettare il piccolo.

È quasi mezz'ora che è dentro con quell'uomo e mi sto stufando, spero stia bene, è un bimbo così carino, ha gli occhi chiarissimi e i capelli chiari, ha un visino a palla e le guanciotte sono morbidissime, quando sorride gli si formano due fossette e,per quando sono paffute le guance, quando sorride gli occhi non si vedono più.
- a cosa pensi?- dice noah
-a jona, mi sto preoccupando, perché ancora non escono?-
-eccoli- mi giro e jona corre tra le mie braccia
-mi hai aspettato veramente- dice con un sorriso stupendo.
-certo piccolo, non ti avremmo mai lasciato da solo- mi stringe ancora di più, ma il carabiniere ci interrompe.
-signorina potremmo parlare da soli?-
-certo, noah resta te con lui-

Entriamo nella sala dove prima era entrato jona
-signorina la situazione è grave-
-lo so-
- il bambino non ha parenti, me lo ha detto, per questo dovremmo metterlo in una casa famiglia- stavo per parlare ma mi interrompe
-ma, faremo un'eccezione, il bambino ha insistito per non farsi mettere li dentro, ma per rimanere con voi-
-ok- mi interrompe di nuovo... potrò mai parlare?
- tu e quel ragazzo siete fidanzati? Sposati? Convivete?- inizia a farmi 300 domande ma lo blocco subito.
-scusi una alla volta perfavore, non siamo sposati, siamo...- esito un po' a rispondere, ma poi penso che lo sto facendo per jona
-dicevo, si siamo fidanzati e abbiamo una casa, andiamo a scuola, precisamente in un college-
-deduco che non avrete molto tempo da dedicare al bambino-
-oh nono, gli orari delle lezioni non vanno oltre le 13 e molte volte iniziano alle 9-
-sa cosa significa prendersi cura di un bambino signorina? Non è un gioco-
-lo so benissimo, ma voglio aiutarlo, non lo lascerò mai da solo, ho al mio fianco il mio ragazzo e abbiamo una casa-
-mi sembra che lei abbia le idee molto chiare-
- è così, vuole sapere altro?-
- mi basta questo, ora farò entrare il suo ragazzo e il bambino, così li mettiamo al corrente delle scelte prese-
Annuisco, neanche sue minuti dopo entrano, jona è in braccio a noah e non c'è visione più bella di vedere il proprio ragazzo, la persona che si ama, con un bambino in braccio.
-sedetevi prego, con la signorina abbiamo parlato e abbiamo deciso di fare uno strappo alla regola anche perché il bambino è molto convincente.-
-e cosa avete deciso?- mi fissa sorridendo e mi tiene per mano
-fino a quando non si ritroverà la mamma del bambino sarà affidato a voi, visto che non ha parenti in città e non vuole andare in casa famiglia, la ragazza mi ha detto che siete fidanzati e che avete una casa e che potete badare a lui-
Noah si gira di scatto verso di me... spero non ribatta...
-perché questa reazione signorino? Ha mentito la ragazza?-
-oh nono ha detto la verità-
Tiro un sospiro di sollievo e dopo varie raccomandazioni usciamo dalla sala, ma mi blocco
-mi scusi, volevo chiedere, se sarà possibile andare a casa del bambino per prendere almeno i suoi vestiti e per la sua scuola come faremo-
-oh si, aspettate fuori vi mando una mia collega e per la scuola mi ha detto che ancora non ha iniziato, quindi fino a quando non si ritroverà la mamma non andrà a scuola-
-va bene, grazie e arrivederci-
Usciamo dalla stazione e aspettiamo
-sei felice che vieni con noi?-
Domano e lui tutto sorridente mi sorride
-appena saremo a casa dobbiamo parlare- mi dice noah, non è freddo, ma neanche del tutto tranquillo.
Torniamo a scherzare con jona fino a quando una signora sulla quarantina d'anni ci interrompe.
-che bello sembrate proprio una bella famiglia-
-oh em grazie- dico io
-tranquilli so la situazione, il mio collega mi ha spiegato tutto, vi accompagno a prendere le sue cose- è molto gentile questa signora.

Arriviamo nello stesso posto dove abbiamo trovato jona e lui subito inizia tremare.
-ei tranquillo ci siamo noi con te-
-non voglio tornare in quella casa perfavore- dice
-se veniamo anche io e noah?- fisso la signora e mi fa segno che possiamo.
- va bene-
Noah lo prende in braccio e ci dice dove si trova la sua cameretta, prendiamo tutto e torniamo alla stazione.
-oh signori aspettate, prima di andare vi devo dare un'altra notizia-
-quale?- dice noah
-all'istruzione del bambino ci penseremo noi, pagheremo tutto noi, domani inizierà, so che il mio collega ha detto di aspettare, ma cosi prenderà troppo tempo ai vostri studi, quindi abbiamo deciso di contribuire-
-oh bene- sorrido sia a noah che alla donna davanti a me
-se mi lasciate l'indirizzo di casa vostra, verso questa sera vi porteremo l'occorrente scolastico in modo che già da dopo domani può iniziare tranquillamente la scuola anche se molto in ritardo-
-va benissimo Grazie-
Lasciamo l'indirizzo e prima di andare via la donna dice
- è un bambino fortunato, siete due angeli, prendetevene cura, ogni tanto verremo a fare visita-
Salutiamo la donna e andiamo a casa di noah..




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