Chapter 41

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Maca's P.O.V.

"Che cazzo vuol dire che le ha tirato un pugno?"

La voce di Rizos mi portò a lasciare con gli occhi il panorama estivo fuori dal finestrino.

"E che ne so?.. è una questione di cui non vuole mai parlare, ma sì..avevo quel tipo di presentimento. È un uomo di merda"

La mia amica aveva ascoltato la mia conversazione con la mora, era stato inevitabile incuriosirla, dovevo darle una spiegazione per poi spingerla a guidare più velocemente. Nonostante non conoscessi suo padre, sentivo un sentimento d'odio crescermi nello stomaco. Come cazzo si arriva a picchiare la propria figlia?

Zulema è forte. Mi ha sempre fatto capire che è stata abituata ad una vita del genere, ma per come sono cresciuta mi suona incredibilmente ingiusto non farne nulla a riguardo. E sebbene la mia ragazza sia una delle persone più resistenti che io conosca, so anche che in pochi non risentano di un gesto del genere da parte delle persone che ti hanno portata al mondo. Avevo gli occhi lucidi ormai, cercavo di perdermi tra le note di quella musica nell'auto, stranamente più piacevole del solito.

Arrivammo poco dopo davanti alla villa, salutai velocemente la mia amica che mi offrì un sorriso delicato. Sapeva bene che avessi soltanto bisogno di vederla. Corsi subito oltre quel cancello di cui avevo le chiavi. Passai il palmo sulle mie guance bagnate e un attimo dopo entrai dentro. La trovai sul divano, con quel ghiaccio sul labbro e il viso gonfio...e in quei pochi secondi sentii davvero un dolore forte.

Quando arrivi ad amare così tanto una persona, può essere anche quella più orgogliosa sulla faccia della terra, ma non ti ferma dal sentirti profondamente in colpa per non essere stata lì..in quel momento, a proteggerla anche se si fosse trattato di qualcosa che non si sarebbe potuto fermare. Quello non importa, quello che si prova va dieci volte oltre quelle stupide aspettative. Ed era grazie a Zulema che lo capivo, non ora, ma ogni giorno. Momento dopo momento.

Si sollevò e mi gettai immediatamente tra le sue braccia. Il suo profumo inconfondibile sempre parte di lei. La sentii mantenere un verso di dolore tra le labbra mentre mi stringeva forte. Quando ci guardammo afferrò il mio viso tra le dita, le quali si impegnarono ad asciugare le lacrime che mi cadevano sugli zigomi.

"Non piangere"

"Mi dispiace.."

"A me no..gli ho detto quello che dovevo dirgli"

Si separò lentamente da me e prese il bicchiere di whisky sul tavolo di vetro, sorseggiando e prestando attenzione alla ferita. Mi ci avvicinai togliendole via il drink, per dare un'occhiata, ma la vidi abbastanza irritata da spostare lo sguardo. Così le presi il mento tenendola stretta, e i suoi occhi finalmente caddero sulla mia faccia mentre sosteneva il suo peso su quel tavolo.

"Ho già medicato, rubia..è tutto okay"

Cercai di sorriderle, ma mi usciva tremendamente difficile. Rabbia, dolore mi riempivano ogni parte del corpo. Mi avvicinai al suo viso e con tutta la delicatezza che mi rimaneva dentro, la baciai. Lei tentò di ricambiare, ma sentivo che non riuscisse con tutta se stessa, così mi allontanai offrendole un sorriso timido. Le sue mani raggiunsero i miei fianchi. Poggiò la fronte sulla mia mentre un lungo sospiro le lasciò le labbra.

"Che mostro..volevo essere qui"

"Shh..non c'è bisogno"

La sentii sussurrarmi, poi mi lasciò un altro bacio tramite il quale fui capace di sentire il suo sangue tra le labbra.

"Possiamo ordinarci una pizza e stare insieme?"

"Maca..secondo te avevo altro in mente?..grazie per essere venuta"

Ma Io Voglio TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora