Chapter 44

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Zulema's P.O.V.

"Entonces?"

Saray era dall'altro lato del cellulare, chiedendo come stesse andando la situazione dopo una settimana a Segovia. E quanto dovevo ringraziarla; la gitana era rimasta a distrarmi per gli ultimi mesi in tutti i modi più banali o estremi che conoscesse, anche tramite una passeggiata casuale ogni oretta, quando mi trovava a fissare il soffitto nell'ufficio. Sapeva bene che dopo aver trascorso il mio compleanno senza Macarena, come avevo previsto, tutti i piani che mi ero lentamente costruita nella testa iniziavano a svanire. Era così che mi aveva lasciata, cancellata da zero. Faceva male?.. sì, da morire, ma d'altro lato ero una pagina bianca su cui scrivere nuove lettere. Non completamente bianca, la sua macchia rimaneva indelebile sulla mia carta. Macarena era stata la mia possibilità, una possibilità per darmi altre possibilità, e lentamente capivo cosa il suo sguardo rotto mi volesse dire quel giorno alla porta di casa mia, cosa stesse sperando per me. Il mio compleanno l'avevo speso tra bicchieri di whisky e un pic-nic in un parco vicino casa. Saray insisteva che prendere aria fresca e fissare le nuvole invece della parete potesse essere giusto un po' più sano. La bionda mi aveva scritto un messaggio quel pomeriggio. Avevo cercato di rimanere staccata dallo schermo beccandomi il rimprovero della segretaria, poi avevo preso il cellulare e mi ero alzata da quella tovaglia a quadri.

Non saranno i nostri piani, ma spero che tu stia spendendo bene il tuo compleanno. Auguri ❤️

Avevo sorriso, con un po' di rimorso e un po' di rabbia per come fosse brava nel rimanere fuori dai miei spazi, ma avevo sorriso. Avevo deciso di non rispondere. Era difficile ricordarmi che lo stessimo facendo per un buon fine, a volte. Spesso pensavo di presentarmi a casa sua, durante una di quelle tempeste terribili, bagnata dalla pioggia. Vederla aprirmi la porta, confessarle che il peggio fosse già andato a quel paese e finire per baciarla lì, sul posto. Poi puff, ritornavo sulla mia strada, apprezzando i miei tentativi di raggiungere grandi gradini mentre stavamo lontane.

Vederla durante l'orientamento era stato più che complicato. Girarle le spalle, fingere di essere migliore di lei nel gestire la nostra separazione..non era affatto dalla Zulema innamorata, assolutamente. L'avevo vista altre tre, quattro volte, ma mai ci eravamo fermate per più di due minuti..forse con la paura di scoprire che la nostra scelta non fosse stata delle migliori.

"Tutto bene, parece. Dormono fino a tardi, il massimo che posso fare è farli assistere ai lavori"

"Reagiscono bene?.."

"Sì, sono interessati..stiamo parlando del mio progetto alla fine, no?"

Risi e la sentii sospirare, probabilmente poggiava sulla sua sedia di pelle nello studio. Era stato così, avevo portato i ragazzi  a vedere i nuovi edifici della zona, spiegando loro il significato che ci fosse dietro. Per ore mi sentivo una puta guida da museo, ma apprezzavo quegli occhi curiosi sulle mie creazioni. Qualcuno mi aveva anche preso a disparte chiedendomi approfondimenti riguardo il motivo della costruzioni, o esprimendo la sorpresa nel notare queste caratteristiche innovative in un paesino vecchiotto come Segovia. Tra quelli, la Molina. Certo, come mi aspettavo non si allontanava dal mio fianco, e non mi aspettavo il contrario. Ciò che mi aspettavo era invece un'altra occasione che potesse offrirmi il giusto momento per guardarla, essere schietta, ed esprimere la mia parte inesistente in quel film che si stava creando da sola. Forse l'intera storia con la bionda aveva girato così tanto come argomento di gossip tra gli alunni del nuovo anno da farmi sembrare un'idiota con un debole per le alunne, ma il problema era che sì, mi ero innamorata di un'alunna, ma mi ero innamorata di quell'alunna. Mi ero innamorata perché si trattava di lei. Di Macarena, nessun'altro.

"E tu?..stai bene, sì?"

"Claro"

Saray aspettò qualche secondo prima che mi correggersi sola.

Ma Io Voglio TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora