Chapter 42

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1 month later

Zulema's P.O.V.

Un mese passato in quella che una volta conoscevo come la monotonia più tremenda. Questo era prima che conoscessi Macarena. Lei era la ciliegina sulla torta, la risoluzione delle ore troppo lunghe passate davanti a quella cattedra. Tornavo e la trovavo con dei teneri occhiali da vista sul naso e mille fogli attorno, sul tavolo della nostra cucina. Sembrava che più passavano i giorni, più le nostre vite diventavano  occupate. E quella, quella giornata fu quella più occupata, buia e catastrofica che vissi in tutta la mia vita.

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Entrai in classe con i risultati dei compiti. Spesso mi mancava l'atmosfera che si era creata l'anno precedente con gli altri alunni. Senza dubbi, erano dieci volte più studiosi di chi ora mi guardava con occhi delusi per il proprio voto stampato in rosso sui fogli di carta. E la Molina, quella ragazzina continuava a starmi alle calcagna facendo preoccupare persino me. Riconoscevo ormai ogni suo gesto, ogni suo tentativo di catturare la mia attenzione. Parecchie volte decideva di rimanere l'ultima in classe per chiedermi qualche domanda banale, banale e scontata..visto che sapevo benissimo che fosse già a conoscenza della risposta. Io più di risponderle come insegnante che altro potevo fare?

Anche oggi, dopo le due ore di spiegazione, la ragazza aspettò che il resto della classe lasciasse l'aula come una mandria accanita per avvicinarsi a me. Alzai gli occhi dopo aver sorseggiato il mio cappuccino. Pupille basse, guance rosse, il modo in cui le sue dita continuassero ad aggiustarle qualche ciocca scura dietro l'orecchio. La ragazza ci stava chiaramente mettendo tutta se stessa.
Rimase in silenzio come se si aspettasse davvero qualcosa, così feci un cenno curioso con la testa, per poi scuoterla.

"Qualche problema, Molina?"

Mi guardò innocentemente, poi si morse le labbra. Automaticamente punii me stessa per come stessi dando attenzione alle cose sbagliate. Cercai di dare un'occhiata alla porta che, fortunatamente, rimaneva chiusa. Non volevo spuntasse chissà quale scandalo. Mi poggiai sul legno cercando una risposta nel viso della giovane, e a dirla tutta mi usciva difficile, non mi rispondeva.

"Molina?"

Ripetei. Lei sospirò e aggiusto lo zaino sulla spalla.

"Niente, prof..come state?"

Non so che sguardo confuso mi uscì sul volto, ma non sarà stato del tutto piacevole. Era inaspettato per me, ora che mi trovavo dove mi trovavo.

"Non siamo qui per conversare come amici..lo sa?"

Le chiesi, finendo il caffè per gettarlo nella spazzatura. Mi voltai portando le mani nelle tasche, cercando di capire che intenzione avesse. Io avevo reso chiare le mie.

"Mi scusi..l'avevo soltanto notata un po'..non so..giù"

La ragazza aveva assunto una certa sicurezza che non avevo mai visto prima.

"Giù?..cosa glielo fa pensare esattamente?

"Gli occhi"

Afferrai gli occhiali dal viso osservando le lenti e ridendo. Dopo la mia reazione troppo spontanea e forse sbagliata, prese passi verso di me. Eravamo decisamente troppo vicine, stava diventando scomodo e necessitavo qualcosa che non mi facesse sembrare troppo aggressiva. Notai come volesse quell'intensità di sguardi che non le avrei concesso. Portai le pupille sulle lenti dei miei occhiali e le gettai la perla.

"Sarà colpa di questi..Maca mi aveva detto di cambiarli"

"Maca?"

Sussurrò a pochi centimetri dal mio viso.
Feci segno di sì con la testa e sussurrai indietro.

Ma Io Voglio TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora