⁓Jeddy⁓ Paradise

14.

JAMES

James e Teddy non si erano più rivisti dopo quell'incontro al bar.

James aveva provato a chiamarlo per tutta la settimana successiva, ma il maggiore non aveva mai risposto così James aveva smesso di cercarlo.

Magari mi chiamerà lui appena sarà libero...

Invece erano passati i mesi e adesso, a metà novembre, James e Teddy ancora non avevano risolto nulla e nemmeno si erano più visti.

James sembrava uno zombie mentre lavorava e Nika era sempre più preoccupato per lui.

Non aveva più avuto attacchi di panico ma quello che lo aveva preso era una forte depressione e tristezza e Nika per un momento aveva pregato di rivederlo agitato ed ansioso come sempre, almeno avrebbe provato delle emozioni.

"Si può sapere che gli prende?" Aveva chiesto all'improvviso il capo a Nika mentre insieme erano dietro il bancone a servire i clienti.

Nika sospirò.

"Non ne ho idea. Penso problemi di cuore..." disse il biondo e il capo si voltò verso di lui.

"Vi siete lasciati?"

Nika a quella domanda diretta avvampò.

"Io... non stiamo insieme. Siamo solo amici!" Disse balbettando.

Il capo lo scrutò.

"Mmm. Vi vedo sempre attaccati." Disse l'uomo e Nika lo fissò scioccato.

"Non stiamo insieme! Davvero, io ho un partner e lui un altro" disse Nika e dopo aver pronunciato quella frase si accorse di aver pensato a Zac.

"Beh, vedi di aiutarlo a stare meglio perchè se lo vedo ancora con quella faccia lo licenzio!" disse l'uomo per poi voltarsi per andare sul retro a prendere le bottiglie che erano finite.

Nika sospirò, preoccupato per il suo amico. Non voleva che il capo lo licenziasse soprattutto per colpa sua. James gli aveva detto che l'ultima volta che si erano visti Teddy lo aveva accusato di averli visti baciarsi.

James aveva cercato per una settimana di contattarlo ma il tatuatore non si era mai fatto vivo rispondendo alle sue chiamate.

Per James era stata dura, soprattutto dopo il weekend passato insieme. Nika aveva cercato il più possibile di stargli vicino, ma James era sprofondato in una spirale di disperazione e Nika non sapeva più come tirarlo fuori da lì.

Quando finalmente giunse l'orario di chiusura, Nika si avvicinò al suo migliore amico, guardandolo in faccia, preoccupato.

James lo fissò a sua volta e poi scoppiò in lacrime. Nika lo strinse tra le braccia, mentre il castano gli stringeva entrambe le braccia attorno alla vita e continuava a piangere disperato.

"James, non puoi andare avanti così. Devi vedere qualcuno." disse Nika e James sospirò.

"Ancora? Non ho intenzione di vedere nessuno strizzacervelli. Mi basta parlare con te. E poi lo sai perché sono giù" disse il moro.

Nika gli accarezzò i capelli.

"Non è un problema che puoi risolvere parlando con me. Con me ti sfoghi. Tu hai bisogno di qualcuno che ti possa dare una mano nel vero senso della parola. Anche con gli attacchi di ansia e panico..."

"Non li ho più avuti. Sto... cominciando a sentirli prima che arrivino, posso bloccarli sul nascere..."

Nika sospirò.

"Mi dispiace averti messo nei guai" disse seriamente pentito e James a quelle parole sollevò la testa e lo fissò confuso.

"Non hai messo nei guai nessuno. Dovevo capirlo che uomo è Teddy. Prima mi abbandona per ore dopo aver fatto sesso senza una spiegazione, poi si fionda qui al bar a fare una sceneggiata solo perché io e te ci siamo scambiati un bacio da scolaretti!" disse il castano osservando il borsone nero lì accanto e tirandolo verso di sè. "Odio la sua dannata gelosia! Non ho mai potuto fare un cazzo per colpa sua!"