24.

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JAMES

James stava litigando con la macchinetta del caffè. Quel giorno sembrava non voler collaborare e il ragazzo aveva la fila di clienti da servire.

Patrick si avvicinò a lui, guardandolo confuso.

"Che succede?" Gli chiese.

"Non va.." disse James indicando la macchinetta che non si accendeva più.

Patrick fissò la macchinetta confuso.

"Strano. Stamattina funzionava..." Disse voltando la testa oltre la macchina.

Guardò con sguardo confuso James e poi toccò un filo e la macchinetta tornò a funzionare.

Il castano sbarrò gli occhi.

"Tutto qui?" Chiese James che stava già per iperventilare.

"Sì era staccato il filo dalla presa.." disse l'uomo e James si precipitò a voltargli le spalle, le guance rosse.

Era stata colpa sua.

Era successo quella mattina quando era tornato dal retro con uno scatolone tra le braccia.

Aveva sentito di essere quasi inciampato, ma non aveva fatto caso a cosa perché poi la giornata era cominciata e si era messo a servire i tavoli.

Poi Patrick gli aveva chiesto di sostituirlo e da quel momento erano cominciati i guai per lui. Fortunatamente Patrick non si era più arrabbiato con lui, ogni volta ripensava a quando si era arrabbiato e lo aveva colpito con i calci.

James aveva trattenuto il respiro a quel pensiero.

Il pensiero di rientrare dalle vacanze lo aveva terrorizzato, pensava di trovare un Patrick incazzato, invece sembrava felice di averlo li, gli sorrideva sempre, sembrava tranquillo.

"Stasera mi puoi dare tu un passaggio a casa? Sono venuto in autobus, la macchina è a riparare..." Gli disse il suo capo all'improvviso, posando le mani sui suoi fianchi.

James rabbrividì sentendo il respiro bollente sul collo e poi annuì.

"Ok" disse e Patrick li ringraziò con un bacio sulla guancia che lo fece avvampare.

Davanti a tutti!

James servì i clienti dietro il bancone e poi si diede il cambio con Patrick.

Nika non lavorava quel giorno e James si sentiva strano.

La serata giunse al termine e James non sentiva più i piedi. Sarebbe stato un casino guidare fino a casa.

Entrò nello spogliatoio e si cambiò, mettendo gli abiti normali mentre piegava quelli del lavoro e li metteva nel borsone.

Patrick fece lo stesso e poi, prima di raggiungere l'uscita sul retro si avvicinò al ragazzo e lo baciò con passione sulle labbra. Le gambe di James cedettero sotto quell'assalto e strinse entrambe le braccia attorno alle spalle del maggiore che gemette nel bacio.

James sentiva l'eccitazione coglierlo e spinse i fianchi contro quelli di Patrick ma l'uomo lo allontanò da sè.

"Andiamo in macchina" disse con un sorriso malizioso e James non se lo fece ripetere due volte.

Dopo aver chiuso, i due amanti si diressero verso l'automobile di James e Patrick allungò una mano verso di lui.

"Guido io" disse l'uomo guardandolo malizioso e James gli tese le chiavi della macchina poco prima di sedersi sul sedile del passeggero.

Patrick lo portò poco fuori Black Angel City, svoltando in una strada isolata che portava in campagna.

James si morse il labbro eccitato mentre l'uomo spegneva il motore della macchina.

⁓Jeddy⁓ ParadiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora