Capitolo 49: Promessa

17 5 0
                                    

Dei mesi dopo...

FRANCESCA'S POV

Giorgia: Quindi hai deciso che farai pace con loro?

Annuisco, continuando ad osservare il Lago Nero che si staglia davanti a noi.

Francy: Per colpa di quella infestazione di pixie, le vacanze pasquali sono state anticipate e visto che ora siamo tornati... devo mettere tutto apposto.

Giorgia: Bene dai, sono felice per te.

Sposto lo sguardo sull'amica seduta al mio fianco. La sua espressione tradisce le sue parole.

Francy: Hey tranquilla... questo non significa che non saremo più amiche.

Giorgia: Lo so ma...

Vedendo che non risponde, la incalzo: ...ma?

Giorgia: Lascia stare.

Francy: No, dimmelo!

Giorgia: È una cavolata.

Francy: Non mi importa, non mi puoi lasciare in sospeso così. Lo sai quanto io possa essere curiosa!

Alza gli occhi al cielo, facendo un sospiro misto a una risata, e li sposta in direzione del lago.

Giorgia: E va bene. Il fatto è che temo che tu ti allontanerai da me se dovessi riavvicinarti al tuo gruppo.

Francy: Ma che sciocchezze...

Giorgia: Lo sai che andrà a finire così. Il vostro è uno di quei gruppi in cui siete voi e basta. Se qualcuno di estraneo vi entrasse, si sentirebbe sempre escluso.

Se non conoscessi bene il suo lato "osservatore" la scambierei per una... poco raccomandabile.

Francy: Può essere che sia così, ma sono legata a delle persone anche al di fuori del mio gruppo. Vedi Jace o...

Ripensando a lui, una fitta di dolore mi trapassa il cuore.

La rottura insensata della nostra relazione è ancora fresca... come anche tutti i tentavi che ho fatto per parlargli e cercare di capirne il motivo.

Giorgia: Scusa, non volevo che arrivassimo a parlare di lui...

Le faccio un debole sorriso mentre la rassicuro: Tranquilla. Comunque, mettiti dentro quella testa da corvonero che noi due continueremo ad essere amiche.

Giorgia: Va bene... allora ti lascio andare al vostro incontro a sorpresa. In bocca al lupo.

Francy: Crepi.

La saluto con la mano per poi girarmi e correre nel luogo dove tutto è cominciato.

~~~

Anna: Sei stata tu a inviarci quelle lettere anonime?

Miriam: E perché avrei dovuto? Questa topaia mi disgusta.

Laura: La Stramberga Strillante non è una topaia. Se sapessi un minimo di storia su questa casa...

Prima che Miriam possa ribattere, apro la porta dell'ormai noto soggiorno della Stramberga Strillante.

Erika e Laura sono sedute sulle poltrone di fronte a me, poste davanti alla finestra da cui si intravede l'affollata Hogsmeade.

Alla loro destra, accanto alla libreria, Miriam e Anna sono in piedi e mi guardano con occhi spalancati.

Francy: Sono stata io a spedirvi le lettere e a farvi riunire qui. Scusatemi se...

Il discorso di scuse che mi ero preparata e che avevo continuamente ripetuto nella mia testa, viene interrotto dai gridolini di goia da parte della tassorosso e delle due grifondoro, le quali, tra l'altro, si precipitano ad abbracciarmi, facendoci quasi finire tutte a terra.

Nel frattempo, Miriam ci osserva come se fosse... invidiosa.

Miriam: Bentornata Watson. Ora che sei finalmente rinsavita, possiamo progettare un nuovo piano?

Erika: Un attimo! É dall'anno scorso che Francy non ci rivolge la parola, dobbiamo festeggiare!

Mi stacco dall'abbraccio sorridendo.

Francy: Ci sarà tempo per quello Erika. Miriam ha ragione: dobbiamo pensare a come agire il più presto possibile.

Miriam annuisce continuando a guardarmi negli occhi.

Miriam: Hai già in mente qualcosa?

Francy: A dire il vero, prima vorrei fare io una domanda a te e Anna.

Guardo entrambe le interpellate che a loro volta mi fissano aspettando che parli.

Francy: Avete sentito una specie di richiamo dalle sale maledette? E quanto tempo fa?

Anna: Io sì. È successo un mese fa, quando ero con Jace nella foresta proibita. E dopo quell'incontro ho continuato ad avere incubi.

Miriam: Anch'io ho avuto degli incubi. Molte volte mi sono svegliata nel sonno ritrovandomi davanti all'entrata del reparto proibito, con la bacchetta in mano.

Abbasso la testa in direzione del tappeto mentre dico: Mi sento sempre più in colpa per essere stata così egoista.
Soffrivo troppo per aver messo Lucia in quella condizione e volevo solo far smettere tutta quella sofferenza. Pensavo che se vi avessi ignorato e mi fossi rifugiata tra le braccia di Christian il dolore sarebbe cessato... ma ovviamente non è così... era solo una felicità illusoria che, per altro, potrebbe essere anche stata falsa...

Erika: In che senso?

Francy: Mi ha lasciato senza darmi una vera spiegazione e, prima che mi inondiate di domande, non ho né voglia né tempo di discuterne.

Anna: D'accordo... comunque stai tranquilla Francy, ti capiamo perfettamente.

Francy: Lo so però...

Miriam: Watson non mi importa del tuo stato d'animo. In questo momento abbiamo altro a cui pensare.

Mi volto nella sua direzione per fulminarla con lo sguardo, ma noto con sorpresa che sta facendo un sorrisetto.

Laura: Va bene... allora se non devi aggiungere altro, vi aggiorno.

Ci accomodiamo sulle poltroncine e Laura tira fuori dalla sua borsa verde il libro delle prescelte.

Laura: Lo stesso giorno in cui Anna mi ha informato dell'accaduto, il libro si è illuminato di una luce più scura e...beh sono comparse delle pagine nuove.

Apre il libro alle ultime pagine e ci legge ciò che c'è scritto.

Laura: Le scaltre maghette pensano di imbrogliare le sale maledette. L'imbroglio della sala del coraggio e l'indifferenza verso il richiamo dovrete pagare, e le ultime due sale affrontare e superare. Il primo prezzo da scontare, sarà di attendere un intero anno solare.

Erika: Ed è finito così?

Laura: Già. Ciò significa che dovremmo aspettare il prossimo anno per la sala della gentilezza e quella dell'ambizione.

Anna: Non mi piace il fatto che sia il "primo" prezzo da pagare.

Miriam: Neanche a me perché probabilmente le prove saranno il doppio più difficili.

Anna la osserva stranita e la serpeverde si affretta ad aggiungere: Non che io non riesca a superare facilmente la mia sala. Voglio dire, ora dovrò anche impegnarmi.

Dopo un breve attimo di silenzio, affermo: Cambiando discorso, o meglio, tornando a quello iniziale, dobbiamo veramente trasferirci in un altro posto per le nostre riunioni.

Laura mi guarda male.

Anna: Già. Devo praticamente fare il Gobbo di Notre Dame per percorrere per il sentierino che porta alla botola-entrata. Per non parlare del fatto che tra poco non riuscirò neanche a passare per quella botola.

Con un'espressione speranzosa in volto, la grifondoro sposta l'attenzione verso Erika.

Erika: Mi spiace Lau, ma hanno ragione.

Sbuffa e domanda: E sentiamo, hai già in mente il nostro nuovo luogo di ritrovo?

Faccio un sorrisetto, girandomi a 180 gradi.

𝕴𝖑 𝖒𝖎𝖘𝖙𝖊𝖗𝖔 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖊 𝖘𝖆𝖑𝖊 𝖒𝖆𝖑𝖊𝖉𝖊𝖙𝖙𝖊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora