FRANCESCA'S POV
Più fisso la lavagna e più mi rendo conto di non riuscire a concentrarmi.
Di solito mi diverto al corso di Antiche Rune: adoro decifrare tutti quei simboli raffiguranti numeri, animali, oggetti.
Oggi però non riesco proprio a seguire la Babbling e continuo a controllare l'orologio sistemato un po' più su della lavagna.
Professoressa Babbling: Francesca?
Quando la professoressa pronuncia il mio nome, è come se la bolla di pensieri in cui mi trovavo scoppiasse.
Francy: Sì prof?
Professoressa Babbling: So che è ancora presto, tuttavia, essendo la più brava della classe, vuoi mostrarci l'incantesimo di Scrittura Eterea?
Francy: Emh...
E ora che faccio? Non ho ascoltato minimamente la lezione...
Professoressa Babbling: Non è difficile, devi solo concentrarti e avere ben chiaro nella tua mente quello che vuoi scrivere in aria.
Più facile a dirsi che a farsi.
Professoressa Babbling: Tranquilla, è solo una dimostrazione. Ti valuterò solo se sarà positiva.
Decido di rifilarle la scusa che tutti hanno usato almeno una volta nella vita.
Francy: Prof, non mi sento molto bene. La testa mi pulsa dall'inizio della lezione, e ora è come se stesse per espoldere. Scusi se non l'ho avvisata prima, ma non volevo interromperla.
Siccome sono la sua preferita, mi crede e mi permette di lasciare l'aula anche se mancano pochi minuti alla fine del corso.
Non siamo in molti a frequentare Antiche Rune - circa una decina di persone - e sinceramente non ne capisco il motivo.
Tralasciando il fatto che oggi ero con la testa tra le nuvole, la Babbling non è noiosa, al contrario, il suo modo di spiegare è veramente invogliante.
Scuoto la testa e penso che, a volte, la mia generazione ricade negli errori del passato: preferisce limitarsi all'apparenza e non soffermarsi sulla sostanza.
Mi siedo da sola sulle gradinate che portano al piano terra per riflettere su qualcos'altro di altrettanto, se non più, negativo: è il mio quinto anno qui ad Hogwarts, e devo ancora terminare questa lunga corsa alle sale maledette e ritrovare mia sorella, solo perché sono stata troppo egoista.
Devo ancora perdonare me stessa per questo, senza contare il fatto che da quando Lucia è in ospedale, mi sento ogni giorno perennemente in colpa.
E sto iniziando a nutrire pensieri ancora più cupi nell'ultimo periodo: e se Anna, o Miriam, o entrambe, non riuscissero a superare le loro sale? Cosa accadrebbe?
Diana sarebbe persa per sempre? O dovremmo aspettare una nuova generazione di prescelte e ritrovarci qui, chissà fra quanti anni, a rivivere quest'incubo interminabile?
E se la maledizione che colpì l'antenata di Miriam prevedesse, oltre alla morte, una sorta di sciagura che impedirebbe alla sua progenie di uscire indenni dalle sale maledette?Penso che io possa tornare a essere veramente felice solo nel momento in cui finirà questa storia... sempre SE finirà.
Ad un certo punto, la mia attenzione viene catturata da Christian il quale, con la sua solita nonchalance, mi passa davanti agli occhi con il suo gruppetto di Serpeverde al fianco: Jessica, Miriam, Mike e Josh.
Da loro non si stacca chi speravo, ma chi mi aspettavo: Miriam.
Si avvicina e, rimanendo in piedi, afferma: Hey Watson. Non dovrei dirtelo io, ma dovresti capire da sola che sei inquietante se ci fissi così.
Francy: In che senso scusa?
Alza gli occhi al cielo.
Miriam: Perché hai smesso di provare a parlare con Christian?
Francy: Perché non ha senso.
Miriam: La speranza è l'ultima a morire.
La guardo con aria stranita: non mi sarei mai aspettata una frase così da lei.
Francy: Mi faccio solo del male continuando a provarci e a ottenere solo la sua indifferenza.
Sospira e si siede accanto a me.
Miriam: Apri bene le orecchie perché non te lo ripeterò un'altra volta. Noi Serpeverde siamo fatti così: quando abbiamo altro per la testa o stiamo male, allontaniamo tutto e tutti... ci dimentichiamo delle persone a cui teniamo, le mettiamo da parte. Non consideriamo anche la loro sofferenza, se sono state tutta la notte a piangere, se ci hanno portato il nostro cibo preferito mentre noi sapevamo essere solo freddi con loro, se...
I suoi occhi sono spenti e rimangono fissi sul pavimento di fronte a noi.
Immagino che tutto ciò che mi stia raccontando lo abbia provato sulla sua pelle, magari per un famigliare...
Ricordo ancora quando, tre anni fa, andammo nella villa in cui tutt'ora abita e conoscemmo sua madre.
Mi era apparsa una donna forte, comprensiva, ma appena Miriam aveva nominato suo padre... pareva essere diventata l'opposto. Fredda e, al tempo stesso, fragile.
Non mi ha mai descritto la storia della sua famiglia, se non quella della sua antenata che, per altro, non era delle migliori... la sesta prescelta che non riuscì a portare a termine la sua prova e venne maledetta... fino alla morte.
Non che siano affari miei, però capisco il carico che la giovane Serpeverde deve portare sulle spalle.
La abbraccio d'istinto e lei rimane ferma lì, a fissare il vuoto.
Anna: Laura, vedi anche tu quello che sto vedendo io?
Mi stacco e mi accorgo solo ora che Anna e Laura sono di fronte a noi, a bocca aperta.
Laura: Sì. Siamo sicure che non siano solo due studenti a caso che hanno bevuto la Pozione Polisucco per prendere le sembianze di Francy e Miriam?
Miriam: Siamo noi. Watson mi ha abbracciato, da Tassorosso qual è, perché le ho dato un consiglio.
Nonostante le parole di Miriam, le due complici ci esamino con aria sospettosa.
Francy: Andiamo detective, seguitemi.
Anna: Dove?
Mi alzo, inizio a salire gli scalini e, senza voltarmi, rispondo: Al nostro nuovo covo segreto.
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𝕴𝖑 𝖒𝖎𝖘𝖙𝖊𝖗𝖔 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖊 𝖘𝖆𝖑𝖊 𝖒𝖆𝖑𝖊𝖉𝖊𝖙𝖙𝖊
Fanfiction~Tutte diciamo 'Alohomora maxima maledictus sale' (come recita il libro) e la parete nella quale si trovava il libro sparisce, lasciando posto ad un grande portone marrone con un grande affresco vetrato e colorato al centro: sulla parte inferiore so...