Capitolo 20: La sala della compostezza

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ERIKA'S POV

Appena Francesca entra nella sua sala maledetta, la prima porta scompare e il simbolo della seconda, il mio, si illumina.

Lucia: E questo che significa ?

Miriam alza gli occhi al cielo sospirando: Ditemi che ora non dovremmo affrontare ognuna la propria sala maledetta per uscire di qui...

Anna: Ma non abbiamo abbastanza provviste e pozioni per tutte...

Ascolto il dialogo tra le altre prescelte in silenzio.

Sono sempre stata una persona silenziosa, timida e tranquilla. E con la "testa tra le nuvole".

Se non so cosa o semplicemente non ho niente da dire, credo che non ci sia il bisogno di parlare.

Laura: Erika, entra nella tua sala maledetta. Sono certa che tu sia pronta.

So che Laura in fondo mi vuole bene e mi comprende (anche se si infastidisce nei miei innumerevoli momenti in cui ho la "testa tra le nuvole") ma, in questo caso, ha più fiducia lei in me che io in me stessa.

Miriam: Anch'io lo penso. E poi, se non lo fai, rimaremmo chiuse qui dentro.

Lucia: Miriam!

Miriam: Che c'è? Lo so che ognuna di voi lo sta pensando ma non ha il coraggio di dirlo ad alta voce.

Tutte la guardano male ma, dai loro volti, si legge chiaramente che le danno ragione.

E non le biasimo perché anch'io avrei pensato la stessa cosa al loro posto.

Anna: Sei d'accordo Erika? Perché altrimenti possiamo pensare ad un...

Erika: Lo sono.

In realtà, non ne sono molto sicura.

Ma devo farlo o non usciremo da qui, non troveremo alcun tesoro e soprattutto non libereremo mai Hogwarts dalla maledizione delle sale maledette.

E, se devo trovare un lato positivo, preferisco affrontare subito la mia sala maledetta invece che rimandare l'inevitabile.

Le altre mi augurano buona fortuna e, prima di entrare nel mio incubo peggiore, guardo un'ultima volta Laura che mi dice "Ce la farai, io credo in te" tramite labiale.

~~~

Mi ritrovo nella cucina di casa mia, seduta a tavola, mentre mia mamma cucina la pasta.

So già che sarà una prova difficile se c'è lei: mi invidia perché vorrebbe essere una maga da quando ha scoperto l'esistenza del mondo magico.

Se non ci fosse papà, sarebbe impossibile vivere in questa casa.

Mamma: Erika, alzati da quella tavola e dammi una mano! Qua non facciamo trattamenti speciali ai maghi!

Mi alzo e la raggiungo sospirando.

Mamma: Taglia quelle verdure e poi apparecchia la tavola. E cucina la bistecca dopo che avrai mangiato in fretta. E sbrigati, voglio che tu abbia finito prima che la pasta sia pronta.

Si siede a tavola e inizia a leggere il giornale: questo significa che dovrò controllare io la pasta e dirle quando sarà pronta.

Pochi minuti dopo...

Erika: Sta bollendo la pasta.

Mamma: L'avevo sentita non sono sorda!

Terminato il pranzo, mia mamma si lamenta, come sempre, che la bistecca non è buona e mi manda a lavare il pavimento del soggiorno.

Sospiro nuovamente e vado a prendere uno scopettone e un secchio d'acqua e detersivo e inizio a pulire.

Se voglio superare questa prova, non posso continuare ad essere tranquilla e obbediente e non fare nulla... Devo farlo a modo mio.

Con un incantesimo, lo scopettone prende vita e inizia a lavare da sé mentre io cammino verso la porta principale.

Appena la apro, sussulto: al posto della solita stradina deserta con alcune casette, c'è un'infinità di nero.

Su, giù, a destra, a sinistra... Deduco quindi che la casa stia fluttuando nel vuoto.

Rientro e noto che le finestre mostrano invece la stradina che ho descritto prima.

Penso che, per uscire di qui, debba sconfiggere l'illusione (molto reale) di mia madre.

Parlando del diavolo, subito dopo arriva infuriata: CHE CI FAI LÌ?! E COME OSI USARE LA MAGIA QUANDO SAI BENISSIMO CHE È BANDITA IN QUESTA CASA?!

Erika: Hai ragione, lo so.

Mamma: FERMA QUEL... COSO MAGICO E LAVA CON LE TUE MANI IL PAVIMENTO!

Ordino allo scopettone di tornare dov'era e dico: Risplende, come puoi vedere con i tuoi occhi.

Mia madre osserva la stanza e diventa sempre più rossa.

Mamma: Bene, che ne dici di andare in cantina a togliere tutte le ragnatele? E dammi questa bacchetta!

Me la strappa letteralmente dalle mani e se ne va al piano di sopra.

Oh no... Il mio piano non funzionerà così...

Mi dirigo verso le scale ma vengo circondata da una nube grigia che muove il mio corpo fino in cantina obbligandomi a togliere tutte le ragnatele.

~~~

A fine lavoro, mi riposo un po' e salgo poi le scale in direzione della camera di mia madre.

Erika: Ho finito.

Mamma: Finalmente! Ti aspettano molti altri lavori domestici...

Bene, diamo il via al piano. Speriamo che abbia successo.

Erika: Ora posso riavere la mia bacchetta?

Mamma: Per continuare le tue faccende con la magia?!

Erika: Beh... che cosa ci sarebbe di male?

Mamma: COME?! TI IMPIGRISCE SOLTANTO QUELLA BACCHETTA! Io... non ce l'ho e mi occupo lo stesso e molto bene di questa casa con le mie sole forze!

Quest'ultima frase la grida con un 90% di rabbia e un 10% di tristezza.

So quanto odi il fatto di non essere una maga e, grazie a questo, il mio piano sta andando a gonfie vele.

Erika: Mamma, la magia ha molti lati positivi. Vedi il lavoro di auror di papà, è come se fosse un poliz...

Mamma: BASTA! PER COLPA DI QUEL LAVORO, TUO PADRE È QUASI SEMPRE VIA DI CASA E...

Distratta dalla sua rabbia, mia madre non si accorge che intanto ho ripreso velocemente la mia bacchetta.

Esito per un istante, ma poi mi ricordo che è solo un'illusione, chiudo gli occhi e inizio a ripetere in continuazione 'Engorgio Skullus', facendo ingrandire la sua testa fino a farla esplodere in una pioggia di nube grigia.

Riapro gli occhi, scendo le scale e mi dirigo verso la ora scintillante porta principale.

Afferro la maniglia e mi perdo un attimo tra i miei pensieri: mia madre è sempre stata così. È dominata dalla paura di perdere papà perché per il suo lavoro da auror rimane spesso fuori casa. E in un luogo in cui lei non può neanche entrare. Principalmente per questo vorrebbe essere una maga...

Spero che un giorno cambierà in meglio così potremmo essere una vera famiglia...

Spingo la maniglia della porta con questi pensieri, ma felice di aver superato la sala maledetta.

𝕴𝖑 𝖒𝖎𝖘𝖙𝖊𝖗𝖔 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖊 𝖘𝖆𝖑𝖊 𝖒𝖆𝖑𝖊𝖉𝖊𝖙𝖙𝖊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora