Capitolo 53: Un'eccezione

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ERIKA'S POV

Corro diretta a una delle uniche ragioni che mi fanno sorridere in questo periodo.

È vero quello che ho detto alle altre: l'anno scorso rischiavo di essere bocciata.

Il motivo? Ero troppo distratta da un certo Serpeverde e, in più, c'è stato quel periodo in cui sono svenuta e sono rimasta frastornata per un po' di giorni...

Sembrava come se la mia mente fosse divisa in due parti: metà continuava normalmente a seguire il filo del presente, e metà inseguiva qualcosa di sfuggevole e frammentato del passato.

Non capisco ancora cosa mi sia successo.

All'epoca, Josh mi aveva consigliato di lasciare perdere e concentrarmi sullo studio e mi aveva promesso che se ne sarebbe occupato lui.

Visto che non mi è più successo, me ne sono praticamente scordata e non gli ho più chiesto niente... potrei farlo dopo.

Comunque, alla fine sono riuscita a passare l'anno grazie all'enorme aiuto di Laura la quale, in cambio, mi ha fatto promettere di impegnarmi a partire dalla prima lezione dell'anno, e a mettere da parte le distrazioni.

Ci sto riuscendo... con qualche eccezione ovviamente: colazione e cena con Josh, mentre pranzo assieme a Laura, Francy, Anna e anche Miriam, a volte.

Il passo più grande che io abbia fatto è stato limitare gli appuntamenti con il mio ragazzo ad una volta a settimana.

Immersa in tutti questi pensieri, non mi sono resa conto di essere arrivata a destinazione.

Come di consueto, Josh si trova sulla sponda del Lago Nero ad osservare le creature acquatiche sotto di esso.

Appena si accorge della mia presenza, mi saluta con un sorriso e io ricambio, stampandogli anche un bacio sulle labbra.

Mi prende la mano e iniziamo a camminare.

Erika: Finalmente questa settimana è finita. Mi stava scoppiando la testa a causa di tutti questi test d'ingresso.

Josh: Lo so, però pensa che ora avrai un attimo di calma.

Erika: Sì, per portarmi avanti con lo studio, secondo le parole di Laura.

Josh: In realtà volevo andare a parare da un'altra parte.

Mi giro verso di lui, arrossendo.

Erika: Dai, lo sai che mi devo impegnare... se dici così mi torturi e basta.

Ride per poi rispondere: Stavo scherzando. Posso resistere fino alle prossime vacanze. A quel punto ti avrò tutta per me nella mia bellissima casa a Douglas.

Lo guardo con sorpresa e chiedo: Mike è d'accordo a lasciarcela tutta per noi?

Annuisce.

Josh: Non vuole venirci finché Lucia non si riprenderà.

Abbasso la testa.

Lo comprendo pienamente: se fossi nella sua situazione, farei lo stesso.

Io comunque ho fede nel fatto che presto riusciremmo a toglierci di torno le ultime sale maledette e a risvegliare Lucia.

Erika: Comunque Josh... ti ricordi quel periodo in cui mi sentivo un po' tra le nuvole...

Josh: Quale dei tanti?

Gli faccio la linguaccia e continuo: Scemo. Intendo quello che ho avuto dopo il mio svenimento! Hai più trovato qualcosa che spiegasse il perché mi sia accaduto?

Josh: Sì, però non è nulla di preoccupante. Penso fosse solo stress accumulato... magari anche perché soffri di pressione bassa...

Erika: Questo già lo so. Ma non ti pare ci sia anche qualcosa di magico sotto?

Josh: Mmmm no. Non mi viene in mente nessuna creatura magica.

Erika: Non intendevo quello. Non ho mai avuto occasione di chiedertelo: visto che non ricordo minimamente del giorno in cui sono svenuta e che sei stato tu a portarmi in infermeria, potresti raccontarmi cos'è successo?

Josh: Nulla di che. Come al solito, ci trovavamo qui a parlare del più e del meno finché sei svenuta... Non c'erano altre persone che avrebbero potuto lanciarti un incantesimo contro.

Dopo un attimo di silenzio, aggiunge: Mi sono preoccupato moltissimo nel momento in cui ti ho visto cadere fra le mie braccia... Mi sono tranquillizzato solo quando Miss Abbott si è accertata che fosse stato solo un calo di pressione e quando, subito dopo, hai aperto gli occhi.

Ripenso a quegli attimi brevi, perfetti: la prima cosa che ho riconosciuto in quell'istante di confusione, sono stati due occhi grigi che si sono illuminati appena hanno incrociato i miei, e le forti braccia che mi hanno afferrato prima che potessi cadere e che, in quel momento, mi stavano tenendo stretta al petto del proprietario.

Istintivamente, mi volto a contemplare il mio Serpeverde, che ora fissa la strada davanti a sé con un evidente nervosismo.

Mi fermo e sposto le mani sulle sue guance per incatenare i nostri sguardi e rassicurarlo.

Erika: So quanto tu fossi turbato quel giorno e che fino ad ora te lo sei tenuto dentro senza parlarmene, facendo finta di niente, e mi scuso se ti ho trascurato e non me ne sono accorta prima...

Josh: Tranquilla, hai altre priorità importanti attualmente, quindi non affligerti con queste stupidaggini.

Erika: Tu e le tue stupidaggini siete importanti ugualmente.

Sorride, mi bacia e, in quel momento, sembra come se tutto quello che ci circonda si fermasse, ed esistessimo solo noi.

𝕴𝖑 𝖒𝖎𝖘𝖙𝖊𝖗𝖔 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖊 𝖘𝖆𝖑𝖊 𝖒𝖆𝖑𝖊𝖉𝖊𝖙𝖙𝖊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora