5 NOVEMBRE
<<E così è vero, stai partendo veramente>> dice Williams ad Axel. Axel si voltano a guardarlo e gli sorride, lascia la valigia e va ad abbracciarlo.
<<Si, torno alla mia vecchia vita>>dice Axel.
Finalmente è arrivato il momento di tornare da Nicole, pensa, riprende la valigia e chiude la porta della stanza sua e di Williams.
Mi mancherà quel piccolo ragazzetto con il viso a forma di cuore, sono contento di aver fatto tutto il possibile per poterlo, pensa Axel.
Quando passa per il corridoio ormai le facce non gli sono più nuove, quasi nessuna. I quadri di Van gogh, le pareti con 1000 disegni degli studenti, il soffitto decorato in modo unico e impeccabile gli resteranno per sempre nel cuore.
Deve ammettere che questa scuola gli mancherà, non può credere di star davvero per mollare tutto, il preside viene a dargli un caloroso addio, gli ha sempre detto di essere uno dei suoi allievi migliori, Axel si era affezionato ormai.
<<Abbi cura di te, è raro trovare un giovanotto come te>> dice il preside. Suona come un addio, ma a Axel non piacciono gli addii, non può essere un addio, sa che primo o poi si rivedranno, in un modo o nell'altro.
<<Anche lei signor preside, verrò a trovarla>>.
Il corridoio è silenzioso, un silenzio straziante, ormai in quella scuola lo conoscono tutti.
Quando esce dalla porta da una parte sente come una forte ventata di aria fresca che sa di libertà, ora può muoversi quando vuole, dove vuole e fare quello che vuole senza dover chiedere il permesso o attendere che gli venga concesso da nessuno, in quel momento vuole solo tornare a casa, niente di più, ma dall'altra parte... si volta per dare un'ultima occhiata alla scuola.
Ama stare rinchiuso all'interno di queste pareti, trova libertà anche nel dipingere.
<<Andiamo Axel, è tempo di andare>> dice sua zia mettendogli una mano sulla spalla.
Axel barra gli occhi e con uno scatto svelto da felino si volta e nell'abbracciarla la quasi butta a terra. La zia veniva una volta all'anno a trovare lui e Jace, perciò non sentirá enormemente la sua mancanza visto che è sempre stato abitato a vederla poco.
Ma ora può veramente dire che m
gli è mancata.<<Zia... >> Axel non riesce a finire la frase perché una lacrima gli scivola dal viso e finisce a terra. Non capisce se è dovuta alla gioia di rivedere la zia, al pensiero di tornare a casa o alla tristezza di dover lasciare questa scuola e la sua vita degli ultimi 4 mesi.
La zia guarda l'orologio e gli prende la valigia con una mano e il braccio con l'altra.
<<Dobbiamo sbrigarci! >>urla la zia. Non si sono resi conto che in tutti quei pianti il tempo è volato, se non ci danno una mossa rischiavano di perdere l'aereo.
Per fortuna è riuscito a prenderlo, ora è sull'aereo che sta decollando diretto a Los Angeles. Ha fatto appena in tempo, la zia subito dopo che il taxi li aveva lasciati all'aeroporto ha iniziato a chiedere permesso urlando, ha fatto girare mezzo aeroporto.
Ha scoperto di avere una zia pazza, una pazza simpaticissima. Gli piacerebbe che fosse più presente nella nostra vita, e che venisse a vivere anche lei a Los Angeles, ma la sua vita è qui e Axel capisce come mai non voglia lasciarla.
"Nostra vita", finalmente Axel può parlare di nuovo al plurale. Per nostra intende la sua e quella di Jace. Affianco a lui ora c'è un uomo sulla cinquantina addormentato sulla sua spalla, vorrebbe svegliarlo ma non lo fa per non essere scortese.
Quando l'aereo atterrerá Axel dovrá farsi qualche ora di Taxi prima di arrivare a casa. Non vede l'ora.
Si tocca le tasche dei jeans in cerca del suo telefono, invece nella tasca destra sente qualcosa, come un pezzo di carta, lo prende e riconosce subito la calligrafia, lo legge silenziosamente tra se e se:
Non ti dimenticare di me amico, io sicuramente di te non mi dimenticherò, buona fortuna con Nicole
Ps. Controlla la tasca sinistra del tuo giubbotto.Infila una mano nella tasca e la tira fuori con dentro un braccialetto d'argento, È spesso abbastanza per averci inciso qualcosa, infatti ci pende un cuore e sopra c'è inciso: "Smiles", ovvero "sorridi". Come incisione è proprio azzeccata.
Axel non regge più, ha sonno, i suoi occhi si stanno chiudendo, cerca di rimanere sveglio almeno fino al taxi poi li avrebbe potuto dormire un paio di ore, vede la bambina davanti al suo sedile e poi...
Vede... Ora tutto buio. Ha chiuso gli occhi per un po' e per fortuna la voce all'autoparlante lo ha risvegliato avvisandolo di essere quasi arrivati e che l'aereo sta per atterrare.
L'atterraggio non è stato tanto violento, è contento di respirare di nuovo l'aria indiscutibilmente particolare di Los Angeles.
Il mio ultimo pensiero prima di addormentarsi una volta salito sul taxi è:arrivo Nicole, sto venendo da te.
Poi cade in un profondo sonno, per un momento spera di poter comunicare con Nicole, sogna che le loro menti possano essere collegate, per farle sapere che sta arrivando e che non l'ha abbandonata.
<<Dove la porto signore? >>xchiede il tassista.
È un uomo pelato e magro, sicuramente non gli avrebbe dato nessun fastidio se avesse schiacciato un pisolino.
Gli da l'indirizzo e si appoggia al sedile rivolgendosi verso il vetro. Cade in un profondo sonno.
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Ogni sguardo [In revisione]
Chick-LitAppena scesa dalla macchina della sua migliore amica, davanti scuola, Nicole si concede qualche secondo per godere della fresca aria di libertà intorno a lei. All'improvviso i suoi occhi incrociano quelli di un ragazzo che, in mezzo alla folla di st...