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21 MARZO

<<Non dirmi che sei già stanco>> dice Sophie a Dylan che si trascina esausto dietro di lei sotto il sole.

Il viaggio con l'aereo è stato un po' noioso, Dylan si è addormentato per metà viaggio e l'ha lasciata in balia di un'anziana signora che non la smette di parlare.

Ma ora sono finalmente arrivati e Sophie non smette di ammirare la bellezza di quella città, da grande le piacerebbe andarci a vivere.

<<È quasi un'ora che camminiamo e inizio a sudare>> dice accasciandosi e mettendo le mani sulle ginocchia per sorreggere il peso del suo corpo.

È un tipo palestrato e va a correre quasi tutte le mattine anche per più di un'ora, ma il sole gli da tremendamente fastidio. È per questo che lui va sempre la mattina, quando la palla di fuoco nel cielo è ancora bassa e debole.

<<Dai muoviamoci>> dice dando un'occhiata all'applicazione di Google Maps sul suo telefono per vedere se stanno andando nella giusta direzione.

<<Rammendami perché mi hai convinto a non prendere un taxi?>> chiede Dylan.

<<Guardati intorno!>> esclama Sophie allargando le braccia per indicare tutto quello che li circonda <<Dal taxi avremmo visto solo il traffico e ci avremmo messo molto di più ad arrivare, così possiamo ammirare tutta la bellezza che la Spagna ha da offrire!>>.

Sono circondati da palazzi molto alti e le macchine sono completamente diverse da quelle che sono abituati a vedere loro in America.

Sophie si rende conto che se avesse ascoltato la lezione della signorina Jones ora avrebbe potuto intraprendere una conversazione con qualche spagnolo. Per fortuna c'è Dylan lì con lei che ha ottimi voti in quasi tutte le materie, se la caverà sicuramente nel caso ci sia bisogno di un traduttore.

<<Ricordati che siamo qui per una sola cosa. Facciamola e andiamocene>> dice Dylan rimettendosi dritto e ricominciando a camminare.

Sophie alza gli occhi al cielo e continuano per la loro strada. Dopo un bel tratto di silenzio fra loro, perché tutt'intorno a loro c'è tutt'altro che silenzio:il rumore delle scarpe della gente che corre frenetica verso la metropolitana, le macchine, persone che parlano...

Sophie decide di fare la domanda che voleva fargli già da tempo, anche se sa che non la prenderà troppo bene.

<<Hai parlato con Nicole?>> chiede
<<No>> rispose <<perché tu cosa le hai detto?>> chiede a sua volta. Dal tono della sua amica ha capito che c'è qualcosa che le sta nascondendo.

<<Ehmm... Le ho detto che saremo andati a fare un viaggio insieme. Non sono riuscita a evitare di fare il tuo nome>> dice. Poi cerca di scorgere l'espressione sul suo volto per cercare di capire se è arrabbiato. Invece rimane sorpresa dalla sua aria tranquilla.

<<Lei cosa ha detto?>>

<<Nulla di che, sembrava ci avesse creduto>> dice Sophie. Poi capisce di aver impostato male la frase, forse avrebbe dovuto dirla più convinta per farci credere Dylan.

<<Sembrava?>> chiede Dylan preoccupato di poter di nuovo litigare con Nicole se scoprirà cosa stanno facendo alle sue spalle.

<<Siamo arrivati!>> esclama Sophie per evitare di continuare il discorso e di rispondere alla domanda di Dylan.

<<Ora come facciamo a trovare Axel?>> chiede Sophie quando sono entrati. Anche quella scuola rispecchia la bellezza della Spagna. Si guarda intorno e ammira i dipinti fatti dagli studenti.

La faccia di Dylan invece ha una completa mancanza di gusto. Come fa a non piacergli questa scuola? Si chiede Sophie. È sempre più convinta che da grande andrà a vivere in Spagna.

<<Io pensavo di andare dal preside e farci guidare da lui>> dice Dylan esprimendo la sua opinione.

<<Lo troveremo da soli>> gli risponde Sophie con aria convincente, sicura di riuscire a trovarlo dentro a quell'ernorne edificio.

Nel caso non ci dovessero riuscire perlustrerà molto allegramente tutta la scuola centimetro per centimetro.

<<Chiediamo a qualcuno>> propone Dylan

<<Hola, sabes donde puedo encontrar a Axel? Ciao, sai dove posso trovare Axel?>> chiede Sophie ricordando le poche cose che ha imparato in tutti quegli anni di non-studio e sperando di averle pronunciate bene.

<<Lo siento, no lo conozco>> risponde la ragazza.

"Mi dispiace non lo conosco", traduce nella sua mente. Sophie annuisce con la testa sperando che la ragazza capisca che vuole dire "grazie".

<<Chiediamo a al ragazzo li in fondo>> propone Dylan.

<<Hola, sabes donde puedo encontrar a Axel?>> chiede con le stesse parole che ha usato prima Sophie, ma lui è sicuro di averle pronunciate bene.

<<Si, te ilamo amigo suyo>> dice il ragazzo. "Si vi chiamo un suo amico", traduce di nuovo Sophie a mente. I ragazzi si scambiano qualche parola in spagnolo.

<<Williams>> dice semplicemente l'amico di Axel mettendosi una mano sul petto per far capire che quello è il suo nome.

<<Sophie>>
<<Dylan>>.
Dicono facendo lo stesso. Williams li guarda come se già li conoscesse, evidentemente Axel gli ha raccontatato tutto di loro.

Fa cenno di seguirlo. Per fortuna per Sophie, preferisce fare gesti invece di parlare in spagnolo.

Passano attraverso un lungo corridoio pieno di porte finché non si fermano davanti a una con scritto 24. 24, ripete Sophie nella sua mente per ricordarsi il numero nel caso dovessero aver bisogno di tornare un'altra volta. Williams senza bussare gira la maniglia e entra.

Si guarda intorno per vedere dove sia Axel, poi va avanti, Sophie e Dylan rimangono in disparte, nascosti, finché Williams - dopo aver scambiato qualche parola in spagnolo che Sophie non ha capito-  gli fece cenno di entrare.

<<Ciao Axel>> dice Dylan rivolgendogli un saluto con la mano. Williams esce a testa bassa lasciandoli loro 3 soli.

Sophie rimane in silenzio a fissarlo con aria di sfida, una sfida che lui non vincerà perché lei lo costringerà a tornare e sistemare le cose.

Dylan da una gomitata alla sua amica e lei incurva le labbra in un finto sorriso.

Ogni sguardo [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora