Revisionato ✅
28 SETTEMBRE
Erano le nove di sera e Nicole e Sophie erano appena arrivate al luogo prestabilito per il party. La mattina, Nicole, si era svegliata piena di speranze e dopo aver fatto un lungo bagno era rimasta una buona mezz'ora a osservare i suoi occhi allo specchio. Per tutto il tempo aveva cercato di ricreare, con il suo riflesso, il contatto visivo che aveva avuto con il ragazzo ma aveva ottenuto solo pessimi risultati. Aveva passato il resto della giornata cercando di non pensare alla festa perché sapeva che se lo avesse fatto sarebbe impazzita nelle sue complesse paranoie iniziando a chiedersi cosa avrebbe fatto se non fosse venuto. Fin dalla mattina presto l'aria cupa aveva fatto credere che sarebbe piovuto prima di sera, invece il cielo alla fine si era rivelato solo coperto, non c'era un filo di vento e l'aria afosa faceva sembrare tutto tranne che fosse quasi ottobre. Nicole non ci aveva messo molto a prepararsi, aveva vestito e scarpe già pronti, capelli puliti che si era piastrata la mattina, aveva deciso di indossare solo una collana, sempre per rimanere sul semplice e cinque minuti dopo essersi messa il suo solito, adorato profumo Rosa e Fragola era pronta per uscire. Ora che era arrivata riflettee su una cosa a cui aveva pensato il primo giorno di scuola ma alla quale non aveva trovato una risposta:"se lo vedo, cosa devo fare? Mi devo presentare o aspetto che sia lui a venire da me?"
Diede un'occhiata veloce intorno a sé.
Non era proprio la festa che Nicole si sarebbe aspettata da una scuola così prestigiosa, ma solo quando arrivò capì che l'istituto non aveva organizzato niente e che era solo un party all'aperto pianificato da qualche studente.
Il luogo era decisamente migliore di quello che avevano scelto i rappresentanti d'istituto due anni prima, erano circondati da boschi perciò nessun abitante di qualche casa poteva venire a reclamare per il troppo baccano. Davanti a lei c'era un piccolo fuoco con intorno 5 o 6 persone che stavano cuocendo marshmallow, più in là un gruppetto di ragazzi si era radunato intorno al tavolo delle bevande e altri studenti vagavano ubriachi senza meta o si davano alla pazza gioia ballando come matti.
La maggior parte delle persone erano brille e si poteva ben notare da come andavano totalmente fuori tempo e dai loro occhi che ogni tanto si guardavano intorno come dei cuccioli smarriti. Cavolo come ballavano male, un bambino di quattro anni sarebbe stato in grado di fare dei passi più convicenti!
Nicole cercò di rimanere sempre concentrata sul suo obiettivo senza farsi distrarre dalla musica altissima, si guardò intorno ma del ragazzo neanche l'ombra.
<<Lo vedi?>> chiese Sophie speranzosa.
<<No>>
Provò ad aiutare Nicole cercando qualcuno che corrispondesse alla descrizione, ma la sua ricerca si interruppe quando mise gli occhi su un ragazzo biondo che sicuramente non era il tipo di Nicole, ma poteva essere il suo.
<<Guarda quello che bello!>>esclamò Sophie
<<Non è lui>>
<<Lo so, ma è bellissimo!>>
<<È troppo basso e ha troppi muscoli, mi da' l'impressione di essere uno di quei maci pompati che se la tirano>>
<<Immagina se questa sera ci fidanzassimo entrambe, tu con il ragazzo dello sguardo e io con quello>>
<<Ora è diventato il ragazzo dello sguardo?>>
<<Si, ragazzo-meraviglia era troppo romantico>>
<<Capisco>> disse Nicole ridendo.
In mezzo a quella confusione a stento sentivano le loro voci, "forse ancora deve arrivare", pensò Nicole. Continuò a osservare sempre più attentamente, si voltò alla sua destra per chiedere a Sophie come potevano ammazzare il tempo, ma lei la precedette prima che potesse aprire bocca.
<<Torno subito>> disse dando una veloce pettinata con le mani ai suoi capelli marroni. Si diresse al tavolo delle bevande e Nicole capì che non sarebbe tornata più per quella sera, sicuramente si sarebbe ubriacata e avrebbe passato la notte con il primo ragazzo che le avrebbe fatto la corte. Era fatta così, le piaceva darla via. Nicole vicino al tavolo delle bevande riuscì a riconoscere Dylan, stava parlando con qualcuno che lei non aveva mai visto prima e nel frattempo lanciava occhiatacce a Sophie. "Ecco perché è andata proprio lì Sophie, conoscendola l'avrà fatto apposta per stuzzicare Dylan" pensò Nicole. Era indecisa se avvicinarsi per cercare di sentire cosa stesse dicendo Dylan a quel ragazzo o se rimanere indifferente lì dove era facendo finta di non vederlo. "Resterò qui" si convinse. Aveva paura che lui si sarebbe accorto che stava origliando e non voleva fargli credere che lei gli desse troppa importanza, come faceva lui che non mostrava il minimo interessa per lei. Non aveva intenzione di togliergli il saluto, ma non voleva neanche essere lei a fare la prima mossa per ricongiungere la loro amicizia, perlomeno non quella sera. Aveva altre cose a cui pensare, non poteva occuparsi di troppe cose contemporaneamente, una cosa per volta avrebbe risolto tutto. Distolse il suo pensiero da Dylan e tornò al vero obiettivo della serata: trovare il ragazzo.
Nicole si mise a braccia conserte, ma a un certo punto ebbe l'impressione di somigliare a un palo della luce e in una festa del genere non voleva sembrare una scema, perciò si fece rassicurare dal pensiero che il ragazzo misterioso sarebbe arrivato presto e si diresse verso il fuoco per scaldarsi. Dopo qualche passo qualcosa la urtò.
<<Ops... non ti avevo vista>> disse una voce. Non era qualcosa, ma qualcuno. Olivia parlò con una tale ironia e senso di superiorità che Nicole dopo essersi girata di scatto voleva farle capire che non era nessuno, che era uguale a tutti loro della festa e non aveva nulla di più, voleva farle abbassare la cresta da gallo che le si era alzata da qualche anno.
Quando faceva la superiore la faceva innervosire, ma si limitò a guardarla da capo a piedi. <<Per caso ti ho sporcata? >> continuò con la sua vocina stridula. Aveva in mano un bicchiere di birra, le era andata a sbattere per rovinarle l'abito. Nicole guardò il vestito ma fortunatamente la birra si era riversata solo per terra senza toccare l'abito.
Non rispose di nuovo alla provocazione, non voleva stare al suo gioco. <<Forse posso rimediare>> disse Olivia pronta a lanciare contro il vestito rosso l'ultimo sorso di birra che le era rimasto. Nicole, capendo di non avere scampo visto che si trovavano a due centimetri di distanza e era impossibile che la mancasse, chiese:<<Che cosa vuoi?>>
<<Fammi pensare. Telefoniamo a un numero a caso e diciamo "maccheroni">> disse Olivia prendendola in giro.
<<Non ho tempo da perdere con te Olivia, ho di meglio da fare>>
<<Tipo?>>
<<Si può sapere cosa vuoi>> chiese di nuovo Nicole infastidita
<<Non so. Secondo te i castori si possono allevare?>>
<<Ma che problemi hai? Non... senti, non so perché tu ce l'abbia così tanto con me, ma io contro di te non ho nulla quindi lasciami in pace>> sbottò Nicole
Olivia sbuffò e guardò Nicole da capo a piedi, come se fosse veramente un castoro gigante. Odiava essere guardata in quel modo perché aveva l'impressione di avere qualcosa che non andava o di essere sbagliata.
Stava oltrepassando il limite e Nicole non era mai stata una che se ne stava zitta e buona quando le facevano un torto. Si voltò maldestramente e infuriata, non voleva dare a Olivia la soddisfazione di farsi vedere nervosa e non voleva continuare quella conversazione. Fece di nuovo qualche passo in avanti, vedendo dove l'avrebbero portata le sue gambe, non aveva più voglia di andare vicino al fuoco. Tenne gli occhi bassi per guardare gli stivali che ogni tanto scalciavano quei pochi sassolini che incrociavano in mezzo all'erba e...pouf! Andò a sbattere contro qualcuno.
"Perché cazzo non guardo mai dove vado?" pensò Nicole stufa di scontrarsi con chiunque.
Era sicura che si trattasse di una persona, se fosse andata a sbattere a qualche albero l'impatto sarebbe stato molto più forte. Sentì una mano prendere la sua, era calda e aveva una bella stretta. La portò lontano da tutta quella confusione, arrivarono su un vecchio ponte vicino al bosco dove la musica si sentiva appena.
<<Di nuovo tu!>> esclamò Nicole. Era felice che l'avesse portata in un posto così tranquillo.
<<A quanto pare è destino che ci incontriamo>> disse Axel ridendo. <<anzi scontriamo>> si corresse. <<chi era quella pazza?>>
Nicole osservò i capelli marroni che gli ricadevano sugli occhi, il colore nonostante fosse lo stesso sembrava completamente diverso da quello di Sophie, era molto più scuro. Nell'ultima settimana si erano visti qualche volta, avevano diverse ore di lezione insieme, fra di loro era nata una grande amicizia ma solo in quel momento si rese conto che non sapeva nulla di lui.
<<Da quello che posso capire allora sei nuovo in questa scuola, la conoscono tutti si chiama Olivia ed è una vera stronza>> dedusse.
<<Si, sono nuovo però l'ho vista un paio di volte con mio fratello, credo siano stati insieme>> disse Axel. Continuarono a camminare lentamente uno affianco all'altro. Per un breve momento di silenzio si creò dell'imbarazzo fra di loro, ma se ne andò subito. Nicole non era imbarazzata, non con lui, era suo amico e sapeva di poter essere davvero se stessa perché non l'avrebbe giudicata, sembrava una persona fantastica.
<<Allora di cosa vogliamo parlare? Se ti va raccontami un po' di te>> disse Nicole tentennando, era a corto di argomenti. Di solito non le piaceva parlare della vita privata delle persone, ma allo stesso tempo era curiosa di sapere più cose di lui.
<<Non c'è molto da sapere su di me, non sono così interessante>> disse Axel alzando le spalle.
<<Neanche io>> disse Nicole per consolarlo. La prese per mano e con passo svelto percorsero tutto il piccolo bosco. Non era mai stata lì di notte e l'assenza melodiosa del dì, del cinguettio degli uccelli o dei versi degli altri animali non la rassicurava. In quel momento sentiva solo rumori confusi dai cespugli che si spostavano, probabilmente era qualche volpe che cercava da mangiare, o il vento che muoveva le foglie degli alberi.
<<Dove stiamo andando? >> chiese Axel. Il leggero soffio d'aria fece ondulare leggermente i suoi capelli facendoli scompigliare, in lui vide una certa somiglianza con il misterioso ragazzo, ma per Axel non provava nessuna attrazione.
<<Amico mio>> disse Nicole voltandosi a guardarlo <<Questo è uno dei posti che preferisco di New York>>
Davanti a loro c'era una piccola cascata, non si poteva vedere perché era troppo buio ma tutti gli altri sensi funzionavano alla perfezione.
Per arrivare lì solitamente si doveva camminare per una ventina di minuti seguendo un percorso che partiva da un rifugio oltre il bosco ma, Nicole, aveva scoperto una scorciatoia diversi anni prima e in sette/otto minuti erano lì. Per impiegarci così poco tempo dovevano passare sotto dei rami sporgenti, cercare di non cadere sui sassi nascosti sotto le foglie e attraversare il terreno scosceso ma Nicole non si era mai fatta abbattere da questo e aveva aiutato Axel per tutto il tragitto. Si era resa conto che nonostante fosse un ragazzo di città sembrava cresciuto in mezzo ai boschi, sapeva assaporare con goduria la fresca aria che lo circondava e anche quando aveva il fiatone non si lamentava della fatica ne si fermava a riposarsi - se non qualche secondo ogni tanto - per riprendere fiato. Nicole sapeva che non era da tutti comportarsi così, un altro al posto suo probabilmente avrebbe fatto una sosta di dieci minuti ogni due. Axel non aveva un fisicaccio, né sembrava allenato, la voglia di raggiungere l'obiettivo lo spingeva ad andare avanti. La cosa più evidente di lui che Nicole aveva notato fin da subito era la sua timidezza. La gentilezza non gli mancava ma se non si trovava a suo agio ogni suo carattere comportamentale veniva soppresso dalla timidezza che prendeva il sopravvento senza indugio. Nicole era convinta che fosse un ragazzo molto intelligente anche se delle volte sembrava un po' addormentato, amava il fatto che fosse un'appassionato di libri, non aveva mai avuto un amico stretto con cui parlare di questo: Sophie come non amava la scuola non amava neanche i romanzi e Dylan aveva altri interessi, la lettura non rientrava nei suoi programmi e anche quando Nicole gli aveva consigliato alcuni dei libri più belli che aveva letto lui aveva detto molto sarcasticamente che non riteneva la lettura degna del suo tempo. Nicole era convinta che lei e Axel potessero diventare grandi amici, avevano troppe cose in comune per esserlo - come ad esempio l'amore per la lettura e diversi tratti caratteriali - e zero motivi per non esserlo. Nicole conosceva così bene il luogo intorno alla cascata perché da bambina passava gran parte delle sue giornate lì quando era stanca di sentire suo fratello giocare rumorosamente alla PlayStation o litigava con i suoi genitori (che al tempo erano più presenti) andava a rifugiarsi nel prato della cascata e amava distendersi fra i fiori primaverili spuntati da poco. Scriveva e guardava il cielo cercando di decifrare la forma che assumevano le nuvole, era capitato avvolte che si fosse addomermentata e che fosse tornata a casa la sera tardi e ogni volta che sua madre le chiedeva dove era stata Nicole non diceva mai la verità. Spesso finivano a litigare perché i suoi genitori erano preoccupati per le troppe ore che era fuori casa, ma Nicole non poteva davvero dire dove era stata, quello era il suo posto dove rifugiarsi quando qualcosa andava storto, suo e solo suo.
Nicole si rese conto di non aver ancora visto il ragazzo dello sguardo e che, sicuramente, non lo avrebbe trovato da quelle parti o in mezzo al bosco, improvvisamente le venne voglia di tornare alla festa e vedere se fosse arrivato, ma allo stesso tempo sarebbe voluta restare lì, perciò arrivò a una conclusione: sarebbe rimasta lì ancora per un po' per poi tornare alla festa. Nonostante fosse notte tarda e ci fosse una festa piena di ragazzi ubriachi lì vicino alla cascata, si sentiva al sicuro, nessuno sarebbe mai arrivato in quel luogo, se non si conosceva il bosco sarebbe stato difficile non perdersi e in ogni caso la presenza di Axel la rassicurava, sapeva che lui l'avrebbe protetta.
STAI LEGGENDO
Ogni sguardo [In revisione]
ChickLitAppena scesa dalla macchina della sua migliore amica, davanti scuola, Nicole si concede qualche secondo per godere della fresca aria di libertà intorno a lei. All'improvviso i suoi occhi incrociano quelli di un ragazzo che, in mezzo alla folla di st...