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Revisionato ✅

Caro diario,
Questa settimana è andato tutto bene. Wow! Sinceramente non credevo di riuscire a scriverlo veramente, per la prima volta dopo mesi i miei sorrisi sono veri o almeno in parte. Fino a due settimane fa pensavo che nessuno potesse capirmi, non volevo essere compatita e non volevo neanche sembrare debole. Forza e coraggio mi ripetevo ma in questi ultimi giorni davvero è andato tutto bene e io e Sophie abbiamo passato più tempo insieme questo dì che in tutta l'estate. Quando mi vedono i vicini non sono più così gentili, le persone sono tornate alle loro vite e si sono dimenticate della mia tragedia, ed io ho conosciuto un ragazzo si chiama Alex. No, si chiama Axel, scusa, non sono abituata a questo nome, è la prima volta che lo sento perciò mi viene difficile scriverlo senza confondermi con il nome Alex che è quello che sento più spesso. Penso che diventeremo ottimi amici, un po' già lo siamo, sembra simpatico. L'ultima cosa ma non meno importante è che mi sono innamorata. Hai capito bene. Sono innamorata. Il primo giorno di scuola ho incontrato un ragazzo, non abbiamo parlato, non so neanche come si chiama, è bastato uno sguardo, un semplice sguardo, ma sono sicura che anche lui ha sentito la mia stessa scintilla, forse mi sta cercando. Io non so da dove iniziare, è stato come se le nostre menti fossero collegate, come se ci conoscessimo da sempre, ho provato un brivido in tutto il corpo, non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi...
Scusa mi sono addormentata per qualche secondo e ora non ricordo più di cosa stavamo parlando. Forse... Giusto! Ti stavo raccontando dei due ragazzi che ho conosciuto. A proposito di ragazzi, l'altra settimana ti parlavo di mio cugino Liam, forse è arrivato il momento che mi sfoghi, che ti racconti come sono andate le cose e soprattutto come mi sento. Ricordo come se fosse ieri il tragico giorno della sua morte: vicino casa mia in una vecchia palestra era stata organizzata una partita di pallavolo e io avevo organizzato una gita di famiglia per andare a vedere la partita. Anche mio cugino è venuto perché viveva a casa mia, i suoi erano morti. Liam per me è sempre stato molto più di un cugino, era il mio migliore amico, era come un fratello, per me c'è sempre stato, anche nei momenti più difficili lui era lì, avevo sempre una spalla su cui piangere e si prendeva cura di me. Era il mio angelo custode e sono convinta che ora lo sia più che mai. Mi sono sempre ritenuta responsabile di quello che è successo e mi incolpo tutt' oggi. In realtà penso che il mio sia stato solo un gesto di egoismo, non me ne importava niente di stare tutti insieme volevo solo che i miei non si separassero e che avessero un motivo per continuare a stare uniti. Ancora non ho ben capito cosa mi sia passato per la testa quel giorno e soprattutto cosa volessi ottenere visto che la situazione tra i miei mi sembrava più che chiara; stanno divorziando. Quella notte io e Sophie ci siamo allontanate, abbiamo fatto una passeggiata vicino a un piccolo torrente. Ovviamente non era tutto programmato, semplicemente ci stavamo annoiando e l'idea di restare lì a osservare i miei che a malapena si guardavano in faccia mi faceva star male perciò me ne sono andata con la speranza di tornare dopo qualche ora e vedere la situazione diversa. Quando ero piccola funzionava, bastava una vacanza o un'uscita di famiglia per fare pace e sistemare le cose, ma ovviamente non mi ero resa conto che questa volta era tutto più serio. È complicato, ma non ho mai capito perché volessero divorziare, ora però sono tornati insieme e hanno ricominciato con i loro viaggetti del cavolo. Comunque tornando alla mia storia, un ragazzo accidentalmente ha fatto cadere una candela dal tavolo degli spuntini. La palestra, che era ricoperta di cartelloni pubblicitari e cose varie e era stata appena disinfettata con lo spirito, ha subito preso fuoco, prima la tovaglia, poi il poster con scritto in nero: forza Mac! (I mac sono la squadra sportiva della mia scuola il loro nome significa: magnifici, atleti, campioni). Le fiamme hanno subito bloccato le vie d'uscita, nessuno è riuscito a fare niente per spegnere l'incidenio e sono morti tre ragazzi, uno di quelli era mio cugino. Io e Sophie eravamo lì vicino, stavamo tornando indietro, non eravamo abbastanza vicine per sentire le urla delle persone che chiedevano disperatamente aiuto, ma lo eravamo abbastanza per vedere il fumo che faceva scomparire la palestra nel suo grigio, mentre le fiamme divoravano le pareti e tutto quello che ci fosse al suo interno. Anche mio fratello era lì, fortunatamente, però, è riuscito a salvarsi. Ha scritto un tema su quello che ha vissuto e le sue parole mi tormentano ogni sera: "la paura delle fiamme che si avvicinavano e si ingigantivano... erano tutti troppo impegnati a cercare una via di fuga per soffermarsi sul calore che man mano aumentava e stava per divorare tutti, molti avevano la mano davanti alla bocca per calmare i singhiozzi dovuti al pianto, altri per cercare di non respirare il fumo..."
Io dovevo essere lì.
Se io fossi stata lì forse avrei potuto fare qualcosa per avitare questa tragedia, ma, soprattutto, se avessi evitato di portare Liam a vedere la partita, oggi sarebbe anfora vivo. Per questo mi sento tremendamente in colpa, perché lui è venuto solamente perché gliel'ho chiesto e per farmi felice. Sto piangendo. Una lacrima mi sta attraversando la guancia destra, mi sento un groppo in gola. Io...

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