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                          <<Aspettami qui>> dice e se ne va in un'altra stanza. Nicole si siede e rimane buona senza fare danni, perlomeno fisicamente è buona e calma, ma dentro fa un casino assurdo. Un flusso di emozioni la travolgono:
-agitazione, perché non sa cosa dire, fare o come comportarsi.
-Ansia, perché se lui le parlerà dell'altro giorno lei non sa come affrontare l'argomento, non si è preparata, sperava di rivederlo ma non pensava sarebbe mai successo veramente.
-E amore.

Con quei suoi occhi vispi scruta tutto intorno a lei: la finestra dalla quale aveva provato a sbirciare, l'enorme televisione nera, la libreria piena di libri- che l'affascina molto - e un mobile con sopra tanti oggettini, souvenir.

Si può dire che quella di Axel e Jace è quasi la casa dei sogni di Nicole, ma è un po' troppo grande. Lei, da grande, vorrebbe vivere in un'enorme casa, ma sa anche che questo comporterebbe togliere del tempo alle sue giornate per pulirla, perciò si rende conto che anche una casa piccola non sarebbe male, se ben ordinata.

Jace torna con un vassoio pieno di cose da mangiare, una ciotolina con delle patatine, i popcorn e del succo alla pesca.

<<Non sono un buon padrone di casa, di solito ci pensa Axel al cibo, ho trovato solo questo in cucina, forse hai fame>> la sua voce è fredda come se non volesse prendere confidenza con lei.

<<Non preoccuparti>> dice Nicole, si è resa conto che Jace è in imbarazzo per aver trovato solo quelle cose da mangiare, forse pensava di aprire il frigorifero e trovare anche qualcosa di più salutare tipo una pesca o una mela. Ma a lei non importa, in fondo agli ospiti di casa sua Nicole ha sempre offerto schifezze come patatine e noccioline (oltre alle bevande), perciò il vassoio che le ha portato Jace le va benissimo, anche se ora non le va di mangiare.

Nicole prende una patatina e si alza.
Le sembra maleducato non approfittare di quelle prelibatezze ma ha lo stomaco in subbuglio. Scosta i capelli dietro un orecchio e dal mobile prende un souvenir.

<<Cos'è questo? >> chiede Nicole. In mano ha una rosa, è la rosa più rossa che lei abbia mai visto, è finta e il ramo sembra che voglia formare uno stivale.

<<Quella è l'Italia sotto forma di rosa. I miei ci sono andati qualche tempo fa e mio padre l'ha regalata a mia madre prima della loro mor... >>

<<Lo so>> lo interrompe. Nicole non vuole che dica quella parola e le dispiace di avergli fatto ricordare quel brutto momento. Ma questo non ferma Jace. Lei gli ha fatto una domanda perciò lui prosegue con la sua spiegazione.

<<Quella rosa, oltre a essere un souvenir dell'Italia rappresenta l'amore, non ho mai visto due persone amarsi come i miei genitori, quando il mio babbo gliela regalò disse che le avrebbe portato fortuna, che significa perfezione celeste e passione terrena, tempo ed eternità, vita e morte, fecondità e verginità, perché lei era la sua essenza vitale, e il loro amore neanche la morte poteva riuscire a spezzarlo, sono sicuro che ora sono insieme ovunque siano.>> Jace rimane calmo mentre parla, è freddo, come se non gliene importi niente della morte dei suoi, infatti non versa neanche una lacrima.

<<Non ti dispiace per la loro morte? >> Nicole esita nel fare questa domanda, ma doveva assolutamente chiederlo, è rimasto troppo impassibile durante il suo racconto e lei non crede che sia davvero così poco ferito come vuol far credere. Forse è talmente ferito e scosso che cerca di essere forte dentro di lui.

<<Tutti muoiono prima o poi>> le risponde Jace facendo un sorriso sinistro. Quei vestiti neri, trasmettono come è realmente? Una persona fredda, scontrosa, che pare voglia pensare solo a sé stesso, può darsi.

Ogni sguardo [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora