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Dylan iniziava ad avere freddo, ma per fortuna lui e Sophie sono appena arrivati a casa, Dylan è rimasto solo con una leggera maglietta di cotone, il suo giubbotto lo ha dato a Sophie per ripararsi dalla pioggia.

Anche se ancora non è del tutto tornata in sé Dylan pensa che un po' si sia calmata, o almeno spera. L'ha portata nella camera da letto dei suoi genitori, ha aperto l'armadio e le ha mostrato tutti i vestiti di sua madre.

<<Guarda questo>> le dice mostrandole un abito rosa con una scollatura a cuore, è senza maniche con le spalline larghe circa 4 o 5 centimetri.

<<Il colore è orrendo>> dice Sophie incrociando le braccia e girando il viso dall'altra parte, come se volesse dire: levamelo da davanti. Dalla sua voce si può capire che è ancora arrabbiata.

<<Quello lì invece?>> Dylan indica con il dito un vestito dentro un'anta di un armadio aperto. La parte superiore è per lo più trasparente, sta benissimo con un reggiseno nero, la parte della gonna invece è tutta nera con una spaccatura centrale.

<<Ma mi vuoi far sembrare una suora?>> chiede Sophie riferendosi al colore dell'abito.

Sembra che si stia innorvosendo. È difficile trovare qualcosa che le stia bene e che allo stesso tempo le piaccia. Dylan fa un ultimo tentativo, è pronto a subirsi la sua ira nel caso non le piacesse.

Le fa cenno di seguirlo e la porta in una stanza al piano di sotto. Per fortuna questa sera i suoi non ci sono e ha tutto il tempo di rimettere apposto il vestito prima che sua madre ne veda la mancanza, è un suo caro ricordo spera che non hli succeda nessun inconveniente alla festa e che soprattutto il loro piano funzioni.

Se dovesse macchiarsi con il fango e la vernice... Dylan toglie quest'immagine dalla sua testa, non voglio neanche pensarci.

<<Ok allora io ora ti faccio vedere un ultimo abito>> Dylan fa una breve pausa <<ma devi promettermi di trattarlo bene e di farci attenzione>>

<<Promesso>> dice Sophie spazientita.

Da uno scaffale Dylan tira giù una scatola piatta e grigia, toglie il coperchio e mostra il vestito a Sophie. È attillato fino ai fianchi, le spalle sono di merletto e larghe diversi centimetri, non è per niente volgare ed è di un blu super acceso.

<<O-mio-dio>> Sophie spalanca gli occhi <<è perfetto>> spalanca anche le braccia e corre quei pochi metri di distanza che hanno l'uno dall'altro e salta addosso a Dylan ringraziandolo e baciandogli la fronte.

In effetti è proprio bello, la mamma di Dylan l'aveva usato la prima sera che ha incontrato suo padre, hanno fatto un ballo insieme e si sono iniziati a frequentare. Sua madre ha sempre detto che è stato tutto merito del vestito se lui si è innamorato di lei, era la più bella del ballo e... Ma questa è un'altra storia.

Al ballo mancano solo poche ore, dovono sbrigarsi e con questa pioggia tutto si fa più complicato, devono arrivare in tempo al ballo, anzi in anticipo, non possono permettersi di ritardare.

Dylan accompagna Sophie a casa di Nicole.

<<Mi dispiace per tutto quello che è successo>> dice Dylan che, con una mano sul volante e l'altra sulle marcie, toglie per un secondo gli occhi dalla strada e guarda Sophie. Non pensava che sarebbero stati di nuovo nella stessa macchina senza litigare.

<<È stata colpa tua>> risponde con tono scherzoso Sophie. Dylan fa un lieve sorriso <<A parte gli scherzi, dispiace anche a me, mi sei mancato in questi mesi>> continua Sophie.

Dylan non si aspettava una confessione così profonda da lei, è sempre stata una tipa fredda. Svolta l'angolo e da lontano vede la casa di Nicole.

<<C'è qualcosa che non va>> dice Dylan con aria seria, rallenta e accosta la macchina nel vialetto.

<<Cosa? >> chiede Sophie.

<<Le luci>> risponde Dylan, si volta di nuovo verso Sophie che evidentemente non ci ha fatto caso <<sono spente>>.

L'espressione sul suo volto di entrambi di fa seria.

<<I genitori e il fratello di Nicole sono partiti per una vacanza, ma lei a quest'ora dovrebbe essere già qui da un pezzo. Proviamo a scendere>> propone Sophie.

Si può dire che Dylan apre prima l'ombrello e poi lo sportello. Non è sicuro che reggerá con tutta quella pioggia, fa il giro della macchina e ripara Sophie sotto il suo ombrello prima che scenda e si bagni.

Si dirigono verso la porta, per fortuna l'ombrello non si è rotto e ora si trovano sotto il tettuccio della casa, suonano il campanello per 3 volte, nessuna risposta. La loro aria è diventata molto preoccupata, non dovevamo lasciarla tornare da sola a casa con quella pioggia, pensa Dylan.

Ma se lo tiene per lui, si sente già abbastanza in colpa così, non serve mettere in allarme anche Sophie su pensieri che sicuramente sono solo sue fantasie. O perlomeno così spera, si sono appena ritrovati, non se lo perdonerá mai se le è successo qualcosa. Si corregge, non se lo perdoneranno mai.

Dylan cerca di scacciare via dalla sua testa i brutti pensieri più che può, ma qualcosa nella testa gli dice che non va tutto bene, e che è successo qualcosa a Nicole, non sa cos'è, forse il suo sesto senso da uomo o una cosa del genere, ma è quasi sicuro che il suo sesto senso non sbagli, è successo qualcosa a Nicole.

Ogni sguardo [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora