Maria: Riguardo a cosa? Che cosa gli hai detto?
Anna prese il respirò e si staccò dall'abbraccio per poter guardare Maria negli occhi.
Anna: Gli ho detto che ho un ritardo di due settimane e che potrei essere incinta.
Maria rimase bloccata, non sapeva come reagire, ma sapeva che in quel momento doveva solo dare sostegno alla sorella e aiutarla.Maria: Okay, non ci agitiamo, non dobbiamo fasciarci la testa prima di rompercela, i ritardi sono dovuti a tanti fattori.. magari è per lo stress dell'università.
Anna: Sì, l'ho pensato anche io, ma a me non ha mai tardato. E' sempre arrivato puntuale.
Maria: Va bene, va bene. Hai fatto un test?
Anna: No, non l'ho nemmeno comprato.
Maria: Andiamo insieme a comprarlo, ti va?
Anna: Non ho voglia di uscire, non riuscirei nemmeno a vestirmi. Mi sento a pezzi Maria.
Maria sospirò e le accarezzò i capelli.
Maria: Facciamo così, ora tu ti metti a letto, sotto le coperte, e mi aspetti mentre io vado a comprare un test.
Anna annuì ed accennò un sorriso: Rimani con me mentre lo faccio, vero? Ho paura Maria.
Maria sorrise: Ma certo, dove vado sennò? Mettiti a letto, io arrivo il più presto possibile.
Anna: Grazie Maria.
Maria uscì di corsa ed andò in farmacia, comprando due test. Due sono sempre meglio di uno, a volte possono anche sbagliarsi. Li pagò ed uscì, recandosi a casa velocemente.
Infilò le chiavi nella toppa ed entrò in casa, rimanendo sollevata del fatto che i nonni non erano tornati, e quindi in casa c'erano solo loro due e Tommy, che continuava a dormire.Maria salì le scale ed entrò in stanza di Elena, trovando Anna sotto le coperte: Sei pronta?
Anna annuì titubante e si alzò dal letto.
Maria le tese la mano, stringendogliela e andarono insieme in bagno.-----------------------------------------------------------
Intanto a scuola finalmente Sara aveva iniziato il suo lavoro. Amava insegnare ai ragazzi, le trasmettevano quella gioia che si ha solo in adolescenza.
Sara: Dai ragazzi, altri tre giri e poi iniziamo a giocare a pallavolo.
Bobò: Sar- Prof, io non ce la faccio più.
Sara: Bobò, hai camminato solo. Dai, continua che ce la fai.
Bobò sbuffò, continuando a camminare mentre tutti gli altri correvano.Alice: Quindi anche la Prof e tua sorella vi hanno beccato?
Elena annuì, aveva poco fiato per parlare.
Alice: Dovete confessare e dirlo a tutta la famiglia Ele, è meglio che lo diciate voi che vi scoprano. Dovete capire che, purtroppo, non siete invisibili. Le persone vi vedono, riconoscono il vostro amore.
Elena: Eh, lo so, ma sai come la prenderanno mio padre o i miei nonni?
Alice: Capiranno.
Sara fischiò: Okay ragazzi, bravi. Vi siete riscaldati. Ora scegliete due caposquadra e dividetevi in due squadre.
Iniziarono a scegliere le squadre e a giocare a pallavolo, sotto le direttive rigide di Sara. Infatti Sara, oltre la corsa e l'atletica, amava la pallavolo: sia insegnarla che praticarla.-----------------------------------------------------------
Anna e Maria erano sedute sul bordo della vasca, mentre una tremava dalla paura e l'altra cercava di calmarla.
Anna: E se risulta positivo?
Maria: Allora lo affronteremo insieme a tutti quanti.
Anna sentì il timer del cellulare: segno che il test era pronto. Spense il suono e guardò la sorella.
Anna: Maria, ti prego, guarda tu.
Maria si alzò e sospirò: Va bene, tranquilla.
Afferro il test, rimanendo incredula, ma per sicurezza lo rincontrollò.
Anna: Perché non parli?
Maria restò in silenzio, continuando a guardare le istruzioni.
Anna: Maria, parla.
Maria: Sono due tacche Anna, è positivo.
Anna: No no no no, non può essere. Ti prego.
Anna scoppiò a piangere impaurita e si sentì quasi mancare l'aria. Si sedette a terra e nascose il viso tra le gambe.
Maria si sedette accanto a lei e l'abbracciò: Anna, il test potrebbe anche sbagliarsi. Non ci si può fidare al 100%, e soprattutto il test si dovrebbe fare di prima mattina.
Anna: Sono solo scuse.
Maria: No, ascoltami. Io ne ho comprati due, tieni l'altro e fallo domani mattina.
Anna: Farlo domani mattina da sola? No, non se ne parla. Ti prego, vieni con me.
Maria: Anna ma come faccio? Io ho il turno di notte, devo accompagnare le pesti a scuola e all'asilo nido ed riattacco a lavorare alle 8..
Anna: Ti prego, perfavore.
Maria si guardò attorno, cercando di pensare ad un modo ed annuì: Va bene, domani mattina sarò qui con te e lo faremo insieme. Però Anna, se risulta positivo vieni con me in clinica, tanto domani ho il turno di mattina.
Anna: Grazie Maria.
Maria: Prego piccoletta, lo sai che ci sono sempre per te.
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Un Medico In Famiglia - alcuni anni dopo
Fiksi RemajaHo provato ad immaginare la famiglia Martini alcuni anni dopo, visto che -purtroppo- non si farà Un Medico In Famiglia 11. Sono un'amante di questa serie da quando uscì nel lontano 1998, e cercherò di integrare tutti i personaggi possibili, e di non...