Un posto in più.

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Erano le 4 di notte quando Anna si svegliò improvvisamente sentendo un dolore assurdo alla pancia.
Si alzò dal letto, camminando piano verso la cucina. Accese tutte le luci e si sedette sulla sedia, cercando di respirare profondamente. Non voleva allarmare Emiliano, né nessun altro, poiché queste piccole contrazioni erano normali; ma quel dolore che aveva sentito era molto più forte di quello che aveva sentito le altre volte.
Si alzò facendosi una camomilla calda per poi risedersi faticosamente, iniziando a sorseggiare la bevanda calda.
Dopo qualche minuto risentì lo stesso dolore, un po' più forte. Iniziò a respirare come le aveva insegnato Tea nel corso pre-parto, cercando di non farsi prendere dal panico ma in realtà era terrorizzata.
Si alzò con fatica ed entrò nel garage, sedendosi sul letto.

Anna: Emiliano. Svegliati Emi.
Emiliano socchiuse gli occhi e si stiracchiò: Amore, stai male?
Anna: Credo che ci siamo, cazzo.
Anna si piegò per un'altra contrazione e fece un verso di dolore; Emiliano si alzò di scatto ed andò accanto ad Anna.
Emiliano: Amore, che ti senti?
Anna inarcò la testa, guardando all'insù e cercando di respirare in modo calmo: Non è un dolore costante, sono tipo delle fitte in basso.
Emiliano iniziò ad agitarsi, forse peggio di Anna: Okay, calma. Calmiamoci. Quanto sono forti questi dolori?
Anna: Forti. Sono forti, sono diversi da quelli che ho avuto i giorni precedenti.
Emiliano prese la mano di Anna stringendola: Vuoi che ti porti in clinica o preferisci aspettare?
Anna scosse la testa: Aspettiamo un po' ma resta sveglio con me ti pre-
Anna non finì nemmeno la frase che soffocò un urlo di dolore, stringendo forte la mano di Emiliano. Ricominciò a cercare di respirare in modo regolare.
Emiliano le accarezzò i capelli, continuando a tenerle la mano.

Emiliano: Amore, preferisci sdraiarti? Stare in piedi? Rimanere seduta?
Anna: Forse sarebbe meglio se mi sdraiassi.
Emiliano annuì e la aiutò a sdraiarsi, e poi si mise seduto accanto a lei.
Emiliano: Non sarebbe meglio chiamare.. boh, tuo padre, tuo zio o Maria? Qualche medico.
Anna scosse la testa: No, non voglio disturbarli. Magari non è niente.
Emiliano: Ma come non è niente? Hai avuto troppe contrazioni, e troppo dolorose.
Anna: No, calmiamoci. Non sono pronta per partorire.
Emiliano: Non sarai mai pronta.
Anna: Emiliano, no. Respira insieme a me, va tutto bene.
Emiliano annuì, cercando di respirare insieme a lei e dandole tutto il supporto che poteva dare.

Ormai era passata più di un'ora e mezza, erano le 5:30 e loro erano ancora svegli. Anna continuava ad avere delle contrazioni molto forti, ed erano sempre più frequenti.
Anna guardò Emiliano per poi guardare in alto, cercando di non piangere: Emi, ho paura.
Emiliano le accarezzò la guancia: Amore, te lo ricordi? Ci sono io con te, non ti lascio sola nemmeno un minuto.
Anna si lasciò cadere una lacrima: Sì ma, cazzo, sono io a dover partorire. Non tu. Sono terrorizzata.
Emiliano: Anna, ascoltami. Essere terrorizzata ora non serve a nulla, peggiora solo la situazione. Abbiamo fatto tantissimi corsi pre-parto, ce la puoi fare. Ce la possiamo fare. Andrà tutto bene, dobbiamo pensare positivo.
Anna annuì e, prima di poter parlare, sentì una fitta molto più dolorosa di quelle precedenti. Strinse forte la mano di Emiliano e si mise una mano sulla bocca per non urlare. Appena quella contrazione finì, sentì una sensazione di bagnato.
Sgranò gli occhi, stringendo la mano ad Emiliano: Cazzo, mi sa che si sono rotte le acque Emiliano.
Emiliano: Mi sa o si sono rotte le acque, Anna?
Anna: Si sono rotte.
Emiliano voleva dare di matto, urlare, sfogare la sua agitazione camminando, ma cercò di rimanere calmo poiché Tea aveva sottolineato più volte l'importanza del supporto del padre.
Emiliano: Va tutto bene Anna, tranquilla. Allora tu resta sdraiata, calma. Mi vesto al volo ed andiamo subito in clinica. Mentre mi vesto pensa chi avvertire della famiglia.

Un Medico In Famiglia - alcuni anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora