Capitolo 4

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14 Giugno 2017
«Domani hai un provino» esordì J.C. dallo schermo del telefono.
Spalancai la bocca e raddrizzai la schiena «E tu ora me lo dici?».
Ero sdraiata sul comodissimo letto matrimoniale della mia stanza, o meglio, la stanza degli ospiti di Trevor.
Era un appartamento gigantesco, ed ultramoderno, fatto tutto in vetrate, con pavimenti in marmo e pareti bianche.
Dalle vetrate si poteva ammirare la vista mozzafiato di Los Angeles ed ogni volta che mi svegliavo, era una vera e propria goduria.
Le palme verdi, i grattacieli colorati, il sole cocente, era tutto fantastico.
L'appartamento era composto da un soggiorno, una cucina super attrezzata di ogni tipo di elettrodomestico nonostante Trevor non ne utilizzasse nessuno, due bagni, la sua stanza, due camere degli ospiti, ed una piscina.
L'arredamento era molto moderno, ma freddo.
Fatto tutto di specchi, vetro e mobili dai toni scuri.
Guardai la luce bianca brillare attraverso il lampadario a forma di sfera e gocce di vetro, poi riportai lo sguardo su J.C.
La sua faccia era serissima, sembrava non transigere repliche «Sono riuscita ad avere i contatti solo oggi, e dopo le ultime cose che mi hai raccontato ho deciso di essere molto più discreta e scrupolosa».
Annuii concordando con lei.
Erano passati tre mesi ed ogni provino era stato un buco nell'acqua.
Il problema era che, i direttori casting sembravano anche convinti della mia recitazione, ma puntualmente arrivava una chiamata sospetta, che mi faceva andare via con la coda tra le gambe e l'amaro in bocca.
Solo pochi giorni fa, avevamo scoperto che i produttori venivano informati anonimamente su chi fossi, e del fatto che la mia famiglia fosse contrariata.
E si sa, l'approvazione dei Walton è tutto nella vita.
Un altro problema poi, era che la Santa Trinità aveva iniziato a scrivere di ogni mio avvistamento, quindi per mia madre diventava fin troppo semplice venire a sapere dove fossi e come sabotare la mia carriera non ancora decollata.
«Ti ho mandato il copione tramite mail. Sono tre tipologie di scene da dover portare» incominciò a spiegarmi lei, ma subito la interruppi.
Avevo appena letto il copione ma non specificava granché sulla parte che avrei dovuto studiare, né tantomeno il tipo di personaggio a cui trarne ispirazione.
«J.C. qui non ho materiale» le feci notare.
«Tieniti forte perché questa è la vera e propria bomba» mi disse lei super eccitata dall'altro capo del telefono.
Roteai gli occhi «Sai che novità! Per te era una bomba anche il provino per interpretare un pesce gatto».
«Non era un pesce gatto! Tu dovevi avere un pesce, ed un gatto!» urlò per l'ennesima volta esasperata.
Alzai ancora una volta gli occhi al cielo «Sisi, quel che sia» lasciai perdere l'argomento «Stavolta che mi hai procurato? Un dramma familiare? Sono esperta in quello» iniziai a parlare a raffica «Considerando che ho una madre che sta distruggendo la mia stabilità mentale, insieme alla mia vita sociale, quella lavorativa..»
«K.C...».
«quella sentimentale non ne parliamo nemmeno..».
«K.C».
«ma almeno sto trovando utile il corso di cucina che ho fatto al college per quel professore sexy... Com'è che si chiamava?»
«Katherine!».
Sbuffai «Si, okay, stavo con Ben all'epoca, ma non abbiamo mai concluso nulla» mi misi sulla difensiva poggiando una mano sul cuore.
Notai che J.C. si era appena portata una mano sulla tempia.
Molto probabilmente J.C. era l'unica persona capace di sopportare i miei epiteti senza alcun rischio di andare al manicomio.

Voglio ricordarti che hai mandato in un ospedale psichiatrico una ragazza per aver indossato dei leggings sotto una gonna scozzese.
Il problema non è il tuo essere logorroica, ma il tuo essere pazza!

Orrore! Li ero giustificata.

«Possiamo parlare del provino?» mi richiamò la mia amata cuginetta.
Annuii ritornando seria.
«È un progetto ambitissimo» cominciò lei, e potei sentire l'eccitazione trapelare dalla sua voce «Non credo avrai un ruolo importante ma già partecipare a questo film ti aprirebbe le porte ovunque».
L'ansia stava iniziando a montare sempre più feroce dentro di me.
J.C. mi stava dando molliche di pane, ma io avevo bisogno dell'intero forno!
«Giuro che se non parli ti affogo» la minacciai.
Passarono tre secondi di silenzio.
Poi J.C. vuotò il sacco «Ti ho procurato un provino per uno dei film più attesi del momento!» ancora silenzio «Avengers: Endgame!».
Panico.
Ansia.
Incredulità.
Non riuscii a formulare una frase di senso compiuto.
Ero totalmente sconvolta dal tipo di provino che mi aveva procurato J.C.
Non solo perché, a discapito di quello che pensava l'intera Manhattan ero una fottuta nerd fan dei film Marvel, ma sopratutto perché sarebbe stata una svolta pazzesca nella mia vita.
Tutti quei provini rifiutati, tutte quelle belle parole per poi essere buttata via come se fossi stata spazzatura..
Avrei avuto finalmente la mia rivincita!
Ma poi mi rabbuiai.
Non ero riuscita a prendere una semplice parte in una sitcom adolescenziale, come avrebbero mai potuto prendere una come me?
Dentro stavo iniziando a pensare che non fossi così brava come J.C. mi ripeteva sempre.
«J.C...» cominciai ma lei mi bloccò subito «Sei brava! E non mi importa di quello che pensi, tu sei K.C. la fottuta principessina di Manhattan che calpesta chiunque le si metta contro, quindi lucida le tue Jimmy Choo: è arrivato il momento di prendere a calci in culo tua madre e far vedere quanto vali» il tono squillante ma al tempo stesso severo mi convinse all'istante.
Aveva ragione.
Io ero quella che dettava legge.
Io ero quella che non si fermava davanti a niente e nessuno.
Io ero quella che vinceva, a qualunque costo.
Poi un pensiero si insinuò nella mia testa, inarcai un sopracciglio e chiesi spiegazioni alla mia migliore amica «So che stanno girando un altro film, perché già sono partiti con i casting?».
Sul suo viso si formò un sorriso diabolico «In realtà, tutto il cast precedente è stato già confermato, ma hanno fatto un recasting perché in quello precedente non hanno trovato ciò che cercavano».
Continuai a non capire «J.C.! Parla chiaro».
La vidi sbuffare, mettendosi comoda su quella che intravidi fosse una poltrona.
«Stanno cercando un'attrice dai capelli rossi naturali, statura medio bassa, e per i criteri di Hollywood parliamo di un metro e settanta..»
La fulminai con gli occhi «Grazie eh».
Ma lei continuò lo stesso a parlare fregandosene altamente della mia frase «Stavo dicendo: altezza media, capelli rossi» e mi indicò dallo schermo i capelli che ormai erano tornati del mio colore naturale, o quasi.
Presi la metà dei capelli che partiva dalla base del seno fino ad arrivare a qualche centimetro più giù e gliela indicai «C'è un problema, ho due colori in testa».
E lì, la vidi sorridere ancora di più «Vogliono che l'attrice sia disposta a tingersi successivamente i capelli di biondo, e sappiamo quanto ti stia bene il biondo!».
Non ci stavo capendo niente.
Non aveva affatto senso.
J.C. continuò a parlare «Vogliono qualcuna che sia pratica di arti marziali» ed il suo sguardo gridava a caratteri cubitali "TU HAI FATTO ARTI MARZIALI PER ANNI"
E si, dovevo ammettere che le continue ossessioni di mia madre nel dover sempre essere preparata in qualsiasi tipo di situazione mi stavano tornando utili.
«Perché non hanno trovato nessuno fino ad ora?» chiesi dubbiosa.
«Perché nessuna è mai riuscita a superare quei tre casting».
Aprii nuovamente la schermata e li, iniziai a studiare per bene le scene.
Nel primo avrei dovuto fare uno scambio di battute pungenti ed abbastanza ironiche con due personaggi; un uomo ed una donna.
Nel secondo c'era semplicemente scritto "intesa di sguardi"
Il terzo invece, era una scena da dover improvvisare, le uniche direttive erano scritte a caratteri talmente piccoli da essere quasi invisibili "bisogna inscenare un botta e risposta secco, dove la tensione ed al tempo stesso l'attrazione tra i due personaggi deve essere ben evidente"

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