Capitolo 20

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SEBASTIAN

«Dovresti chiederle scusa» era più o meno la quindicesima volta che Anthony, RDJ, Evans e Benedict mi rimproveravano su quello che era successo giorni prima con Katherine.
Il problema di questo loro continuo rimproverarmi era perché di lì a qualche giorno sarebbero partiti per le riprese di Endgame e per quanto il progetto di riprese era di sole tre settimane, di cui una ero presente anch'io, non volevano che rimanessi con i sensi di colpa per tutto quel tempo e che a causa di questi, avrei potuto fare qualcosa di stupido o avventato.
La verità era che mi ero sentito in colpa sin dal momento in cui la mia bocca aveva pronunciato quelle parole.
Ero arrabbiato, anzi no, ero furioso.
Quel giorno ci eravamo baciati, ed io ero tornato di nuovo il ragazzino stupido ed innamorato dell'ape regina dell'Upper East Side.
Pensavo che stavolta sarebbe stato diverso, non ero più un povero ragazzino di Brooklyn che a stento riusciva ad essere preso per parti di poca importanza, ora ero diventato qualcuno, ma non era cambiato nulla.
La verità era che mi sentivo tremendamente confuso: il bacio con Katherine, il Tweet della Santa Trinità su me lei ed Evans, lei che scappa da casa mia con Evans stesso e la ritrovo a pochi centimetri da lui una volta arrivato ai Marvel Studios.
Inoltre, c'erano quelle due foto che stavano diventando sempre più una tortura per me, come se avessi una lama puntata alle spalle, ed al minimo sbaglio questa potesse fendere direttamente nella mia schiena.

"Una foto vale più di mille parole"

Ma quelle foto avrebbero avuto il potere di distruggermi in nemmeno cinque secondi.

E poi, quei tweet avevano fatto il giro del mondo e sono arrivati a mia madre.
Sapete quando una madre si fa i cazzi suoi, ti lascia gli spazi che desideri e lascia che la tua vita scorra in modo unidirezionale?
Bene! Mia madre è esattamente l'opposto di tutto questo.
Dieci anni fa, quando entrai a far parte del cast di Gossip Girl, lei era stata la mia primissima fonte di notizie.
Non eravamo ricchi, ma nemmeno ce la cavavamo male, una normale famiglia di classe media.
Quindi, quando aveva letto di me e Katherine Walton era andata su di giri.

«Vivete insieme no? Perché non ti sei ancora scusato?» Anthony mi rimproverò per l'ennesima volta.
Sbuffai sonoramente «Anthony..» non volevo sentire un'altra predica.
Sopratutto perché se avesse cominciato lui, anche Evans sarebbe partito con altre paturnie.
«No!» Sbottò Anthony alzando di qualche ottava la voce facendo scattare la testa di tutti i presenti «Sai cosa mi fa incazzare?» si alzò bruscamente dalla sedia «Quella ragazza è sotto i riflettori da tutta la vita, viene presa di mira per ogni piccola cazzata e stai pur certo che il tweet di voi tre» ed indicò sia me che Evans «Ha fatto il giro del mondo in nemmeno ventiquattr'ore!» Si fermò per poter riprendere fiato «Quanti commenti c'erano? Milioni? Ed è stato solo un cazzo di colpo di fortuna se non le hanno dato della poco di buono, lo sai vero?» mi fulminò con gli occhi «Ah no, aspetta! Lo hanno fatto».
Abbassai la testa non riuscendo a sostenere la veridicità delle sue parole.
«E sai cos'hanno scritto? E per quanto più della metà delle persone sono contenti che uno di voi due prima o poi si fidanzerà con qualcuno di "degno", il quarto rimanente aveva tutt'altra opinione».

Continuai a tenere lo sguardo basso, inchiodato sulle mie mani come se fossero la cosa più interessante da poter guardare, ma in realtà mi sentivo uno schifo.
E se mi ero sentito tremendamente in colpa subito dopo averle detto quelle cose, ritrovarmela i giorni successivi con una coppa gelato che le avrebbe fatto venire il diabete al solo guardarla, mi aveva fatto sentire una vera merda.

"La coppa gelato è per le umiliazioni pubbliche"

Io l'avevo umiliata, e la stavano umiliando anche i nostri "fan", ancor prima che lei prendesse parte allo show.
Avevo torto marcio su tutto quello che le avevo detto.
Lei era non solo bella, ma anche estremamente buona, intelligente ed ero un fottuto bugiardo perché per me, tutto quello che lei aveva da dire era importante.
Ed avevo paura, Katherine aveva assolutamente ragione a dire che ero un codardo ed un vile.
Dieci anni fa mi ero innamorato di lei, ed ora riaverla davanti aveva acceso in me di nuovi quegli stessi sentimenti, solo che stavolta erano divampati ancora più ferocemente.
Lei non aveva colpe, da quando aveva messo piede negli studi, non mi aveva mai trattato come un perdente, ma anzi, era cambiata.
E la odiavo, perché volevo avere un motivo plausibile per avercela con lei, ma non lo avevo.
E vedere quella foto con Chris e me, era stato il modo più semplice per scappare da quello che provavo veramente.
Mi alzai di scatto dalla sedia.

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