«Ho fatto scongelare i tuoi conti. Non ne avevo idea, Pep, mi dispiace» mio padre non era mai stato di grandi parole, ma quando aveva intuito che mia madre mi aveva diseredata completamente, era andato su tutte le furie.
Un conto era togliermi l'accesso illimitato alla concessionaria automobilistica di fiducia, ogni qualvolta che facevo ammaccare l'auto, un altro era lasciarmi in mezzo ad una strada senza nemmeno un dollaro.«Non ero di certo sola, papà» gli ricordai.
La smorfia sulla sua faccia mi fece intuire un moto di fastidio «L'importante è che tu ora stai bene» si assicurò, scrutando il mio viso.
Feci un'alzata di spalle «Come al solito».
Ridacchiò «Quindi con la testa nei ricordi del ragazzo sperduto? O dovrei dire.. Sebastian?» mi provocò, con il sorriso sulle labbra.
Scossi la testa categorica «Gli unici pensieri che ho in testa sono quelli di recuperare le sedute con Susan Miller».
Sbuffò sonoramente «Allora perché chiedermi non uno, ma ben due jet privati?» mi rimbeccò lui, facendo riferimento alla mia richiesta nello stare in un aereo separato da Sebastian.
«Oh, quello? Volevo provare il brivido di viaggiare separati. Un po' come la famiglia reale.. Sai, non sia mai uno dovesse precipitare, almeno l'altra parte del cast è salva» sorrisi facendo spallucce.«Sei consapevole che dovrai tornare a casa sua, vero?» manco fosse l'uccello del malaugurio, Cip mi arrivò alle spalle ricordandomi l'infernale situazione in cui mi trovavo.
«No!» sbottai in panico «Non ricordarmelo, per favore».
L'ansia di poterlo rivedere mi attanagliò fin dentro le viscere.
Ero consapevole di dover tornare a casa sua, ma l'idea che il momento si stesse avvicinando così in fretta mi fece andare in panico.«È un bravo ragazzo, Pep» mi accarezzò la testa.
Feci una smorfia di disappunto «Uno che mente sulla sua identità, per poi andare a letto con quella..» rabbrividii non volendo nemmeno nominarla, ma poi sbattei più volte le palpebre, non capendo perché mio padre lo stesse difendendo «Come..».
Dal canto suo, inarcò un sopracciglio e mi guardò annoiato «Dal primo momento sapevo chi fosse» mi rivelò, ricordandomi che lui doveva avere ogni cosa sotto controllo «Tu eri contraria ai legami, e ad inserirlo nelle fauci dell'Upper East Side, perciò ho rispettato il tuo volere di rimanere all'oscuro di tutto».
«Perché non hai detto niente quando hai saputo che avrei lavorato con lui?».
«Perché non hai risposto nemmeno ad uno dei miei messaggi» mi bacchettò lui.
Mi diedi uno schiaffo mentale perché ad eccezione di mia cugina, avevo bloccato ogni tipo di comunicazione con l'Upper East Side, compresi mio padre e mia madre.«Ha fatto una cazzata, come ne hai fatte anche tu. E per quanto non doveva andare a letto con Jocelyn, non avete mai reso la vostra relazione pubblica» mi ricordò lui, facendo nascere nel mio petto, una voragine di grandezza infinitesimale.
Sbattei i piedi per terra, come una bambina dell'asilo «Io lo odio».
In risposta mi prese una ciocca di capelli e la portò dietro l'orecchio «No, non lo odi. Non privarti di provare qualcosa di vero a causa del tuo orgoglio».
«È solo un ragazzo» risposi fingendo indifferenza «Lo usi finché non ti annoi, e lo butti quando ne hai avuto abbastanza».
«Pep..» mi rimproverò lui «Lui ama te, e te ami lui.. È così evidente per chi vi guarda».
Scossi la testa più volte, negando sia a me stessa che a lui, ciò che aveva appena detto.
Poi voltai lo sguardo verso il jet difronte a noi.
Eravamo arrivati alla pista con la berlina guidata da Anders, e mentre il resto del cast era già salito, noi eravamo ancora giù a parlare.
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•BAD KITTY - The Rules Series
Fanfiction«Devi solo ammettere che il tuo corpo desidera essere toccato da un semplice ragazzo di Brooklyn che non può respirare la tua stessa aria perché il tanfo di povertà si sentirebbe a chilometri di distanza». ****...