Capitolo 8

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«Ti rendi conto che hai rifiutato ben sessantamila dollari!» esclamò Trevor per la quarantesima volta dall'inizio di quella giornata.
Eravamo nella sua Rolls Royce, nero lucida, che mi stava gentilmente accompagnando agli studi di Hollywood, mentre ne approfittava per rifilarmi l'ennesima ramanzina della giornata.
Gli scoccai un'altra occhiataccia «Avevi le orecchie otturate quando quel troglodita mi ha dato della puttana?» sbottai verso di lui.
Boccheggiò incredulo mantenendo sempre lo sguardo fisso sulla strada «Che?».
Sbuffai sonoramente ricordandogli le esatte parole che Sebastian aveva usato «Per tutti i soldi che abbiamo sborsato per te, il minimo che tu possa fare è essere accondiscendente».

Quel gran figlio di...

Katherine!

Va bene, va bene. Ma che razza di bast..

Katherine!

Non avrei mai accettato i soldi di Tom, e neanche meno quelli di Sebastian.
Trevor mi guardò con un accenno di sorriso sulle labbra «A me sembravi più interessata all'altro tipo» insinuò lui.
Lui non sapeva che, in realtà, i due ragazzi erano persone che conoscevo fin troppo bene.
Aveva sempre cercato di essere discreto, e non invadente, né nei miei confronti, né in quelli di J.C.
A volte mi stupiva quanto però ci conoscesse bene.
Sapeva dove poter spingersi, cosa potevamo fare e dove poter arrivare.
Non ci ha mai sbarrato la strada, né tantomeno accompagnato verso essa.
Lui semplicemente restava lì, ad osservarci come un fratello maggiore.
E se ne avessimo avuto bisogno, ci avrebbe raggiunto, all'istante.

«Forse» feci un'alzata di spalle «O forse mi stavo solo divertendo» gli sorrisi maliziosa.
Lui scosse la testa sghignazzando «Meno male che hai mollato Ben!» esclamò con un lungo sospiro di sollievo «Eri diventata una suora di clausura».
Gli diedi un leggero schiaffo sulla spalla «Non è vero!» negai l'evidenza.
Lui mi guardò come se avessi appena detto la stronzata del secolo.

Ok, forse aveva ragione.

«E va bene! Ma ora sono tornata!» affermai seria.
Lui mi guardò complice, per poi farmi un occhiolino «Non vedevo l'ora».

Pochi minuti più tardi, Trevor arrivò agli Universal Studios City «Stasera il The Rules è fittato per una cena, perciò hai la serata libera» mi informò il mio amico.
Annuii prendendo la maniglia della portiera «Va bene» gli schioccai un bacio sulla guancia ed uscii dalla macchina.
Trevor tornò nella strada principale.
Presi il telefono e composi il numero di Tom.
Ero proprio davanti agli studi, ma per entrare avrei avuto bisogno di un pass specifico.
Le guardie vicino alle sbarre di apertura ne erano la conferma.

«Tu che ci fai qui?» una voce alle mie spalle mi fece voltare di scatto.
Sebastian in tutta la sua bellissima sfacciataggine mi affiancò guardandomi come se fossi una nullità, in sella alla sua Harley Davidson.
Indossava un paio di jeans scuri, una shirt bianca abbastanza aderente ed un giubbotto di pelle nero.
Per una frazione di secondo, pensai che la scorsa notte mi avesse riconosciuta.
Poi notai il suo sguardo gelido e tagliente, e subito mi ricredetti.

«Vengo a ritirare un cane!» sbottai ironica «Secondo te che ci faccio qui?».
Mi guardò annoiato «A differenze di tutte le persone di cui ti circondi, a me non importa proprio nulla di quello che fai» ribatté lui, palesandomi il suo disgusto nei miei confronti.

Allora, o io ero cogliona, oppure era stato proprio lui a chiedermi "che ci fai tu qui"

Strinsi i pugni.
Sebastian era un vero e proprio stronzo dalla lingua così tagliente che nemmeno una lama gli avrebbe potuto reggere il confronto.
Assottigliai lo sguardo.

«Il sentimento è reciproco».

Nei suoi occhi guizzò un fascio di malizia, e subito le sue labbra si inarcarono in un ghigno strafottente «Sei una bugiarda, Kitty».

•BAD KITTY - The Rules Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora