SEBASTIAN
«Più forte!» Kitty gemette tra le mie labbra, supplicando, pregando, di avere di più. Era fottutamente insaziabile.
L'afferrai per i capelli, stringendoli dietro la nuca, e reprimendo un ghigno di approvazione, «Rischiando che qualcuno ci scopra?» le mormorai tra le labbra, regalandole una stoccata così violenta da far rimbombare la parete su cui l'avevo poggiata.
«Fanculo, che ci scoprano pure se significa scoparmi così» implorò sensuale, facendo scorrere le dita sul mio collo.
«Cristo, Kitty!» imprecai sottovoce dandole ciò che tanto mi chiedeva.
La martellai furiosamente, così forte da farle scontrare la schiena contro il muro e provocandole dei lividi che si sarebbero formati il giorno dopo.
I seni ballavano sotto il mio sguardo, ed il cazzo entrava e usciva forte e deciso.
Brutale.
Un animale.
E lei rimase aggrappata al mio busto, con i suoi gemiti che mi riempivano il petto d'orgoglio.
«Quanto mi piace quando fai così» ansimò, sentendo l'apice salire sempre di più.
Le sorrisi malizioso, «Così come?», le piantai una stoccata che la fece gridare, «Così!».****
Da quando io e Katherine eravamo tornati insieme ed avevamo ufficializzato il nostro fidanzamento, questa era la prima volta in assoluto che varcavo i corridoi del suo attico con lei mano nella mano, e senza una maschera a coprirmi il volto.
New York era il posto dove tutto aveva avuto inizio, e dove era vissuta fino a un anno prima, non avevo intenzione di lasciare quel posto, ma d'altronde, i nostri impegni lavorativi richiedevano più tempo in altri luoghi, solo che dovevamo sceglierne uno come casa e New York, per entrambi lo era.
Forse un po' chiassosa, irriverente, perfino sovraffollata. Ma era casa.«Stavo pensando che dopo aver passato le vacanze estive nel castello che ho comprato nella Loira, ci potremmo trasferire definitivamente qui a New York».
«Mi stai proponendo di vivere insieme?», il sorriso sulle sue labbra era enorme.
«La mia non era una proposta» ammiccai, facendola ridacchiare.
«Quindi niente estate negli Hemptons? A mia madre verrà un infarto».
Ci riflettei sopra, «Le verrà quando vedrà il castello che ho comprato solo perché era ispirato alla tua favola preferita».
Si fermò sul posto sconvolta, con la bocca semiaperta «Hai davvero comprato il castello della Bella e la Bestia?».
Feci un'alzata di spalle, «Quando l'ho visto ho pensato a quanto sarebbe stato bello passare le estati lì» mi fermai sul posto, e le accarezzai il viso, «Vedevo noi insieme ai nostri figli nel prato zeppo di fiori a fare un pic nic, vedevo le giornate in piscina insieme alla tua ingestibile famiglia a rimediare tutti i drammi che l'inverno aveva creato, ed in questa visione vedo perfino Tom, Chris, forse anche Michael B Jordan, ma giusto per sbattergli in faccia che la sua cotta adolescenziale scopa con un suo collega».
«Sebastian!».
«Non fingere che non ti piaccia quando sono scurrile» la canzonai divertito.
Mi beai del rossore sul suo viso.
Erano poche le volte in cui Katherine Walton si sentiva in imbarazzo, e quelle poche volte, erano tutte dovute a me.
La amavo, l'avevo sempre amata, ed ora, con il suo volto vicino al mio, niente aveva più importanza.
Sarebbe diventata mia moglie e non vedevo l'ora.
In realtà, stavo programmando di chiederle di sposarmi in maniera più tradizionale.
Si.. Beh, quando gliel'avevo proposto, eravamo in una macchina a due posti con lei in braccio a Chris, la vita di tutti e tre in pericolo e chi ne ha più ne metta per rendere la situazione ancora più catastrofica di quanto già non fosse, insomma.. Non era tutto questo romanticismo.
E nonostante questo, avrei voluto inginocchiarmi ai suoi piedi proprio in quel preciso momento.
Avrei voluto prendere l'anello che portavo con me da ormai settimane e metterglielo al dito.
Lo avrei voluto da matti ma, non era il luogo adatto.
Avevo progettato tutto nel minimo dettaglio: appena sarebbero arrivati tutti, avremmo preso un volo diretto per il castello in Francia e le avrei regalato la proposta di matrimonio perfetta per lei.
Ma fremevo così tanto che quasi stetti per mandare tutto a puttana ed inginocchiarmi in quel momento.
Fui fermato solo da una piccola testolina bionda che, non appena ci vide, si immobilizzò rimanendo a bocca spalancata.
Sembrava contemplare qualcosa che stava proprio vicino a noi perché gli occhi le luccicavano come una bambina il giorno di Natale, ed i sospiri adoranti non facevano che confermare le mie supposizioni.
«Oh! Lei è la mia mini me» Katherine battè le mani entusiasta, «India Hemswhorth» la presentò, «Saluta India».
Ma la piccola rimase immobile, con la bocca ancora spalancata per l'incredulità, e le braccia che ricadevano su un Dolce e Gabbana vaporoso quanto l'ego di Evans.
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•BAD KITTY - The Rules Series
Fanfiction«Devi solo ammettere che il tuo corpo desidera essere toccato da un semplice ragazzo di Brooklyn che non può respirare la tua stessa aria perché il tanfo di povertà si sentirebbe a chilometri di distanza». ****...