Capitolo 57

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KATHERINE

«Giuro sulla santissima Chanel che mi è stata donata da questa discendente di Dior stessa che non volerò mai su una linea economy in tutta la mia vita» la piccola India mise la mano sul cuore mentre con occhi lucidi mi guardava adorante mentre le donavo uno dei miei averi più preziosi.
Una Chanel edizione limitata di soli cinque modelli in circolazione, «E che mai nella vita oserò donare la mia anima ad un uomo» annuii fiera dei miei insegnamenti.
«E quindi come li usiamo gli uomini?» le chiesi, sperando che anche quei consigli fossero arrivati dritti al nocciolo.
«Perché usarli? In cosa sono utili?».

Ah! Musica per le mie orecchie!

«Non posso credere che tu abbia plagiato così tanto questa bambina» borbottò Tom, prendendo posto vicino sul divano di pelle a noi riservato.
Quando viaggi su voli privati, uno dei benefit che automaticamente ottieni, è una stanza privata dove poter rilassarti comodamente e bere quanto vuoi senza essere disturbato da nessuno.

«Le ho dato informazioni vitali per la sua adolescenza» ribattei seria.

«Confermo!» squillò la piccola, che estrasse dal suo zaino rosa pastello un iPad dello stesso colore, se lo poggiò sulle gambe e lo sbloccò, «Questi sono i miei possibili futuri mariti» e fece scorrere il dito sullo schermo dove apparvero foto con annesse descrizioni di bambini della sua età.
Tom la guardò sconvolto.

«Lui assolutamente no!» quasi strillai a vedere la foto del piccolo pupillo reale sull'iPad della mia beniamina.

«Ma quello non è..» talmente che era incredulo Tom, lasciò la frase in sospeso, che completò prontamente India, «George di Cambridge? Il diretto erede al trono d'Inghilterra? Il figlio di William e Kate? Sì, è proprio lui».

«Scusa l'ignoranza, ma perché proprio lui, no?» Tom si rivolse a me, ed io senza battere ciglio risposi come se fosse la cosa più logica da pensare, «Sposarsi con un reale significa mettere in secondo piano le proprie esigenze e mettere quello del paese al primo. E non parliamo solo di abolire dal proprio armadio il tacco dodici, qui parliamo di limitare i propri contatti, di evitare le uscite mondane, di seguire alla lettera il codice del galateo inglese che include il non avere un'indipendenza economica. E noi vogliamo questo, India?».

Scosse la testa disgustata nemmeno le avessi proposto di costruirle una piscina olimpionica senza sottomarino annesso, «Assolutamente no! Prima viene Dior, poi il presunto marito».

Annuii soddisfatta della risposta.

«Che ne dici di lui? Potrebbe essere un buon partito», mi indicò la foto di uno dei figli di Brad Pitt ed Angelina Jolie.

«Scherzi? Devi essere tu la diva, mica lui!» ribattei seria, passandomi una mano tra i capelli, «Adesso chiamo Susan per prenotarti una seduta».

«Susan?» chiese Hemswhorth dal nulla, che fino a tre secondi prima non sapevo stesse ascoltando la nostra conversazione.
Qui ci vorrebbe un bel fermo immagine sul quadretto formato da me, Tom ed India, che non appena sentimmo la domanda di Chris, alzammo contemporaneamente gli occhi al cielo esasperati dall'ignoranza che vigeva nei confronti della mia amata lettrice di astri, ed in tono canzonatorio borbottammo contemporaneamente, «L'astrologa privata».

«Sapete che vi dico?» India con un saltino si alzò dalla sedia tenendo stretto l'iPad tra le mani.

«Se lo rompi non te lo ricompro» la avvertì il padre, indicando l'album dei possibili mariti in formato digitale.

«Chi ha bisogno di un marito?» e fregandosene di quello che aveva detto il padre lo lanciò sulla sedia, «Farò come zia Kat, quando le cose si faranno troppo complicate, prenderò un volo per l'Europa e sostituirò il precedente uomo con uno più succulento».

•BAD KITTY - The Rules Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora