Capitolo 52

1.1K 62 96
                                    

16 Maggio 2009 ore 04:30

The Rules, East 37th Street, New York.

Game Over, Ragazzo Sperduto.

La rabbia è il primo sentimento che nasce nel cuore di una persona quando questa viene tradita.
Non l'amarezza, non la delusione, non la tristezza.
Pura e semplice rabbia.
E questo perché non riesci a spiegarti dove tu abbia sbagliato per indurre l'altra persona a tradirti.
Ti tornano in mente tutti i ricordi, ed inizi a prendertela con il mondo intero perché quello che hai donato alla persona che credevi il pilastro portante della tua intera esistenza non era abbastanza.
Tu non sei abbastanza.
Ti inizi a chiedere: e se fossi stato più interessante? E se fossi stato più muscoloso? E se fossi stato schifosamente ricco? Sarebbe cambiato qualcosa?
La rabbia ti logora dentro, fa male, e solo dopo un po' si trasforma in tristezza.
Così, eccomi qui, a bere il mio quarto cocktail al bar, e ad osservare da lontano la ragione dei miei prossimi cazzotti al muro: Katherine fottuta stronza Walton, o definita anche, Emma.
Dopo la sua scopata con quel damerino figlio di papà si era addirittura cambiata, e la cosa mi rivoltava ancora di più lo stomaco.
Vederla ballare, in mezzo a quella massa indefinita di corpi sudaticci, e lei che vi si strusciava contro era anche peggio del tradimento in sè.
La bocca semiaperta, le mani portate in aria, e subito dopo sulle sue forme, mi fecero stringere la mascella.
Le importava solo di se stessa, e di cosa voleva, anche a costo di ferire chi le stava intorno.
Ma il vero problema, era che nonostante avesse preso il mio cuore e lo avesse masticato per poi sputarlo a terra, io ero rimasto ancora lì, a farmi ancora più male di quanto già non facesse.
Masochismo? Forse.
Avrei dovuto odiarla fino alla punta dei miei capelli per poterla eliminare definitivamente dalla mia mente.
Mi osservai intorno, prendendo un altro sorso dal mio bicchiere; JC stava facendo il numero con i veli, e dovetti ammettere a me stesso che anche lei aveva il suo fascino.
Le labbra già di per sé rosse come ciliegie erano ricoperte dal colore scarlatto Chanel, i capelli fluenti neri erano stati sostituiti da un caschetto, ed il body di pizzo metteva in evidenza le sue forme prosperose.
Le luci viola e rosse accompagnavano la sua esibizione, e nessuno riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Era ipnotica.

«Non vendiamo pasticche, razza di idiota» sentii il bar-tender dietro di me inveire contro qualcuno.
«Allora dimmi dov'è!» sbraitò rude, il ragazzo con cui stava parlando.

Ma cosa?

Aguzzai le orecchie per capire di che stavano parlando.

«Qui dentro non gira droga».

«Non è quello che ho visto».

Decisi di girarmi, e capire che stava succedendo.
Il The Rules poteva essere un locale che andava oltre ogni inibizione, ma non vendevano droga, questo era sicuro.

«Frequento questo posto da anni, e ti assicuro che non gira nulla di tutto questo» mi rivolsi al ragazzo che poco prima aveva parlato.
Era alto, con il viso completamente coperto da una maschera con mezzo teschio rosso, ed un completo sartoriale scuro.
Sentii la sua risatina ironica «Vallo a dire alla ballerina che ho visto poco fa».
Mi irritai ancora di più, e sbattei il bicchiere sul bancone del bar «Ma di che stai parlando?».
Il ragazzo di avvicinò a me, e nonostante non vedessi il volto, riuscii a percepire la serietà tingergli il viso «So quello che ho visto: gli occhi vacui, la sudorazione a mille, gola secca e percezione distorta della realtà».
«Si chiama alcol» gli feci notare.
«Allora dimmi un po'..» si avvicinò al mio orecchio così da poter sentire solo io «Ragazzo sperduto», sbarrai gli occhi, «Dov'è Emma?».
Avevo il cuore a mille, i battiti salirono sempre più imponenti e cercai di tenere a bada quel briciolo di autocontrollo che mi era rimasto.
Emma non era più un problema mio.
Non doveva più importarmi niente di lei.
Non doveva essere la costante che riempiva le mie giornate.
E non doveva...

•BAD KITTY - The Rules Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora