KATHERINE
Due settimane, e litri di autocommiserazione dopo, ci ritrovammo a Byron Bay, in Australia, con la gentilissima ospitalità di Hemswhorth e la sua dolce famigliola.
Inutile dire che se il mio attico a Manhattan poteva ospitare un'intera squadra di pallone, la villa di Chris avrebbe potuto ospitare direttamente uno stadio.
La casa in sé era una vera e propria isola dei sogni, dato che si affacciava direttamente sul mare ed aveva ben dieci camere da letto, altrettanti bagni, una sala cinematografica, una palestra, una piscina sopraelevata che dava sul mare ed ettari di terreno attorno che ospitavano una stalla con tre cavalli, un campo da tennis ed infine, una seconda piscina in mezzo a tutto quel verde, quindi non era stato difficile per lui ospitare tutta la gang che aveva raggiunto me, Tom e Chris: Lizzy, JC, ed Elliott.
Inoltre, in aggiunta a tutta la banda qui presente, bisognava considerare il nucleo familiare del padrone di casa: la bellissima e dolcissima moglie di Hemswhorth, Elsa, insieme ai tre figli , India Rose, - che stavo plasmando a mia immagine e somiglianza -, Tristan, Sasha ed il bellissimo ma off limits fratello di Chris, Liam Hemswhorth con sua moglie Hanna Montana.. No, scusate, Miley!
Ma non era un caso che ci trovassimo tutti lì; Tom avrebbe festeggiato il suo compleanno con noi, e la sottoscritta, aiutata dai rispettivi Chris, stava organizzando un party in suo onore.
E per quanto la mia mente eccelsa dovesse convivere con dei cervelli grandi quanto un opossum morto, Katherine Walton si era svegliata con un'incredibile e brillante idea che grazie alle sue non più bloccate finanze, era riuscita a soddisfare.
Nonostante fosse pieno febbraio e le temperature di parte del globo stimavano l'ipotermia, in Australia il tempo stava giovando non solo al mio incarnato, ma anche a quello della piccola India Rose, sdraiata a fianco a me.
Entrambe ci stavamo godendo il sole di quella mattinata, stese su dei lettini a bordo piscina con rispettivamente un paio di occhiali da sole maxi size, un'enorme cappello di paglia circolare, e copricostumi rigorosamente firmati Vuitton.
Se non fosse stato per il mio colore naturale, molto probabilmente avrebbe potuto essere mia figlia: stesso portamento regale, medesima intelligenza sopraelevata, spiccata intraprendenza sul mettere a posto il genere maschile, ed infine, cosa non molto importante, stessi occhi verdi e capelli dorati; la mia erede era già plasmata a mia immagine e somiglianza.
Portammo alle labbra i nostri cocktail, per me un Martini, e per la piccola un succo all'ananas, ed entrambe ci stavamo godendo lo spettacolo che avevo fatto allestire con non poca dedizione.«Marshmallow, è la quinta consegna oggi!» Cip arrivò con cinque buste enormi firmate Prada, Saint Laurent, Etro, Dior ed Hermes, e me le poggiò ai piedi del lettino.
Alzai il busto, e lo vidi sedersi vicino a noi, mentre le note di Maniac risuonavano per il giardino.
«Non è colpa mia se vogliono che provi le loro collezioni» ribattei seria, scegliendo accuratamente quale busta aprire per prima.«C'è anche bisogno di scegliere?» proruppe la vocina squillante di India, che ci stava osservando dai suoi enormi occhiali ovali, «Crediamo in un solo Dio» si rivolse a me, facendo scivolare leggermente più in basso gli occhiali, «ed ha una "r" in più, Di-o-rr».
Oh, mia Dior, ho creato la perfezione!
«Ditemi che non l'ha detto davvero!» ci interruppe Elliott, che come Cip indossava un costume a fantasia floreale ed una camicia di lino sbottonata.
Fun fact: Chris sembrava Poseidone in tutta la sua bellezza divina, mio fratello aveva più le sembianze di una medusa rinsecchita.
«Perché non torni a giocare con i miei fratelli? A tratti potresti essere divertente per loro».
Una bambina di sei anni che asfalta un ragazzino di dodici, se questo non è il paradiso allora non so cosa sia!
«Non sai nemmeno chi sia Dior!» ribatté mio fratello.
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•BAD KITTY - The Rules Series
Fanfic«Devi solo ammettere che il tuo corpo desidera essere toccato da un semplice ragazzo di Brooklyn che non può respirare la tua stessa aria perché il tanfo di povertà si sentirebbe a chilometri di distanza». ****...